Il comitato esecutivo della UST/CISL di Cagliari, riunito il 22 marzo, ha approfondito e discusso gli esiti della discussione con il Governo, durata diverse settimane.
Preso atto che il tavolo si è concluso senza la sottoscrizione di un accordo e che sono state poste a verbale le dichiarazioni e le proposte delle parti sociali, l’Esecutivo della UST manifesta molte preoccupazioni in ordine al contenuto di parte dei provvedimenti che il Governo si appresta a presentare al Parlamento.
Dubbi e preoccupazioni, diffusi nella base associativa della Cisl e comunicati con mail, lettere, sms da valutare con attenzione dagli organismi dirigenti dell’organizzazione, a tutti i livelli, a partire da quello nazionale.
Non è in discussione la necessità di un adeguamento del nostro mercato del lavoro e delle sue regole. E’ sicuramente positivo l’intento di ridurre le forme di assunzione, eliminando quelle che creano “la cattiva flessibilità e la precarietà” e inserendo l’apprendistato come ordinaria forma di entrata nel mondo del lavoro, di riformare l’indennità di disoccupazione, estendendola ad una platea di lavoratori più larga possibile, di subordinare il godimento delle indennità di disoccupazione a percorsi di riqualificazione e di reinserimento al lavoro.
Come è anche positivo il fatto che, grazie alle pressioni ed alle proposte del sindacato, il Governo abbia fatto marcia indietro su alcune iniziali proposte, per quanto riguarda l’abolizione immediata della cassa integrazione straordinaria ed in deroga. Troppo grave è la crisi attuale per poter rinunciare, senza contropartite immediate, ad un sistema che, per quanto imperfetto, dà alcune garanzie alle migliaia di lavoratori che perdono il posto di lavoro.
Si è ottenuto che la transizione verso la riforma definitiva degli ammortizzatori sociali duri fino al 2017 e che siano studiati appositi sistemi di protezione specie, per coloro che dovessero perdere il lavoro in età avanzata.
Per quanto riguarda l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e le modifiche introdotte dal Governo, la CISL di Cagliari ritiene che esse debbano essere riviste dal dibattito parlamentare e che debbano essere ripristinate le garanzie previste per i lavoratori licenziati in modo illegittimo.
La reintegrazione nel posto di lavoro va prevista anche nel caso di licenziamento illegittimo per “motivi economici”. Troppo vaga è infatti la dizione del provvedimento governativo per assicurare tranquillità ai lavoratori che, negli ultimi anni, hanno già subito processi di espulsione dal mondo del lavoro. Tutto ciò anche in considerazione dell’allungamento delle età e della contribuzione per poter essere collocati in quiescenza.
Non si tratta di ragionare in termini ideologici, pro o contro l’articolo 18, ma di fare una contrattazione seria e concreta che renda il lavoratore più sicuro e tutelato in un momento di grande difficoltà economia e sociale. L’occupazione si crea attraverso la crescita economica e non con alchimie giuridiche.
Dispiace che il Governo non abbia saputo cogliere l’opportunità di discutere ancora di più sottovalutando il ruolo della concertazione con il sindacato che, non lo si dimentichi, in altri periodi storici analoghi all’attuale, ha saputo dimostrare grande senso di responsabilità ed ha contributo a “salvare realmente l’Italia e gli italiani”.
L’esecutivo della UST di Cagliari perciò ritiene fondamentale che la CISL, a partire dalla segreteria nazionale, si mobiliti e si impegni in tutte le forme possibili, perché si attuino quelle modifiche atte a rendere la riforma del mercato del lavoro equa ed utile per i lavoratori e per tutto il Paese.
Cagliari 23.3.2012
Il Segretario Generale
Fabrizio Carta