Dall'analisi dei dati sull'occupazione, ripartita per province, che l'ISTAT ha diffuso nei giorni scorsi, la CISL di Cagliari ha elaborato un breve commento che riportiamo in sintesi:
Nella provincia di Cagliari, aumenta il tasso di occupazione e quello di attività e diminuisce il tasso di inattività. Questo andamento è determinato, in larga misura, dal genere femminile che, pur registrando numeri assoluti e percentuali molto distanti da quelli maschili, denota qualche segno positivo.
Se si considera che tra il 2010 ed il 2008 erano state ben 15000 le persone in meno che venivano considerate forze lavoro (che cioè lavoravano o cercavano attivamente lavoro) si può osservare che lo scoraggiamento, piaga molto negativa, nel 2011 sembra ridimensionarsi, sia pure in lieve misura.
Aumenta invece il tasso di disoccupazione che arriva al 13,2% (dal 12,4%): si cerca più lavoro, ma se ne trova sempre troppo poco !!
Il fenomeno che caratterizza la provincia è quello che il tasso di disoccupazione maschile e quello femminile sono praticamente uguali.
Circa i settori, aumenta l’occupazione in agricoltura, ma quasi tutta nel settore del lavoro indipendente e ciò potrebbe significare che si cercano nuove strade di occupazione, rispetto al tradizionale. Aumenta anche nel settore industria, ma con segno fortemente negativo nell’edilizia, in questo caso però soprattutto sul versante del lavoro indipendente.
Nel settore dei servizi, infine, l’occupazione, che rappresenta la parte più grande sul totale, diminuisce di pochissimo, anche in questo caso a danno del lavoro indipendente che soffre per i motivi già esposti.
Il quadro dunque, pur segnando qualche cenno di ripresa, è grave. L’aumento delle forze lavoro nel 2011 non compensa la perdita dei due anni precedenti, Tutto ciò mentre aumentano gli anziani e l’occupazione giovanile ha una bassa percentuale.
I tassi di occupazione e di attività sono ben lontani da quelli nazionali, mentre il tasso di disoccupazione è altissimo, superiore a quello nazionale di quasi il 5%.
Il settore industria che, normalmente, nelle regioni più avanzate raggiunge percentuali del 28/30% di occupazione sul totale, a Cagliari è appena del 16%, con forte componente dell’edilizia (che è anche in crisi)
Ma se a tutto ciò si aggiunge che, in provincia, vi sono migliaia di lavoratori posti in Cassa integrazione in deroga, apparentemente ancora dipendenti, ma in realtà appesi ad un filo perché la CIG, in molti casi, è solo l’anticamera del licenziamento, il quadro appare ancora più negativo.
Ancor di più se si bada al numero dei lavoratori che chiedono la mobilità in deroga, quantificabili in Provincia in oltre tremila unità: persone che hanno terminato la disoccupazione o la mobilità ordinaria e che, senza la deroga, sarebbero senza alcun reddito. Se si tiene conto dell’aumento esponenziale dei requisiti previsti per l’accesso alla pensione, stabilito dal Governo, si può capire la drammaticità della situazione e la difficoltà di attivare meccanismi dei reinserimento lavorativo.
Bisogna perciò rafforzare le politiche formative e di reimpiego, rendendole più efficaci e soprattutto, attivare politiche di rilancio dei settori produttivi, senza i quali difficilmente si potrà sviluppare un’occupazione stabile e duratura.
in allegato il commento completo.