L’andamento dell’attività e le prospettive di sviluppo della C.I.C.T., l’azienda che gestisce il porto industriale di Cagliari, sono stati oggetto di un confronto tra l’amministratore dell’impresa – ing. BECCE – la segreteria regionale della FIT rappresentata da Corrado Pani e la segreteria della UST, rappresentata dal segretario con delega ai trasporti, Fabrizio Carta.
Il Porto Canale, oggetto di ingenti investimenti per centinaia di miliardi di lire in passato, ha attraversato diverse fasi, alcune delle quali negative. Un timido avvio dell’attività, poi un blocco della stessa, la messa a riposo dei lavoratori, l’occupazione dell’impresa da parte dei lavoratori e infine, dopo il cambio della proprietà, il rilancio dapprima timido e incerto, ora, sembra, più spedito e interessante, con un costante incremento dei volumi di traffico, fatto cha ha consentito anche la firma di un accordo, sia pure iniziale, sulla produttività.
Oggi, per la prima volta, si intravede un’azienda attiva che ha alle viste nuovi interessanti contratti con operatori di importanza mondiale, con possibili forti espansioni dei traffici e che inizia ad accumulare utili, invertendo la tendenza del passato.
Le prospettive – a detta dell’amministratore delegato – sono positive e nei prossimi mesi la CICT darà avvio a corsi di formazione professionale “finalizzati”, che la Regione Sarda dovrebbe approvare nel prossimo futuro, una volta che il nuovo assessore al lavoro verificherà la situazione. Si tratta di corsi per 60 operatori dei quali, al termine del corso, è prevista l’assunzione del 60%. A breve, quindi, i dipendenti a tempo indeterminato dovrebbero passare dagli attuali 168 a oltre 200. Nel frattempo, l’azienda sopperisce alle esigenze momentanee, fruendo del personale della Compagni Portuale (CLP).
Pur in questo quadro ottimistico, sono stati, naturalmente, esposti dall’azienda numerosi problemi ancora da risolvere:
• Il problema del dragaggio del fondale oggi insufficiente per portarlo a 16 metri e consentire così l’attracco di navi più grandi e moderne.
• Il contenzioso con l’autorità portuale per la sistemazione delle strutture dei piazzali per il quale è in atto un rimpallo di responsabilità circa la sistemazione delle strutture di carico.
• La questione relativa alla concessione a costo ridotto delle aree.
Naturalmente come CISL abbiamo fatto presente che, a prescindere dal cambio della struttura dirigente del nostro sindacato, l’attenzione della CISL e della FIT rimarrà alta sia per la tutela dei lavoratori diretti e indiretti, per i quali è stato sottoscritto un primo accordo sulla produttività, sia per la rilevanza economica e sociale che riveste una struttura importante come quella del Porto industriale che deve essere sostenuta, univocamente, da tutti gli attori istituzionali ( Autorità portuale, Sindaco, la stessa Regione sarda, CASIC) e imprenditoriali interessati allo sviluppo della città di Cagliari e dell’intera Regione.
Deve essere costruito un sistema integrato tra porto industriale, aziende del territorio e città che faccia del porto un tassello determinante per lo sviluppo e l’occupazione. In questa logica, anche le infrastrutture di trasporto devono essere adeguate per collegare agilmente il porto e i suoi traffici al resto della Sardegna.