29/11/2005
Sciopero di 1 ora il dicembre. Manifestazione a Roma. La piattaforma
In occasione della manifestazione del 1 dicembre a Roma, organizzata per rivendicare il diritto dei sardi, nello specifico sui trasferimenti erariali e tributari dallo Stato alla Regione, CGIL CISL UIL della Sardegna hanno proclamatao un'ora di sciopero dalle ore 11,00 alle ore 12,00 del 1 dicembre a sostegno della vertenza.
Per le categorie vincolate al rispetto della legge sull'autoregolamentazione, si demanda alle Federazioni competenti.
Il concentramento della manifestazione è previsto a pizza Esedra a Roma a partire dalle ore 10,00
fIRMATO: SEGRETERIE REGIONALI cgil cisl uil (Diana, Medde, Mereu)

Manifestazione unitaria per rivendicare maggiori entrate sulle compartecipazioni erariali, l’autonomia finanziaria della Regione e i diritti speciali del popolo sardo.

Roma - 1 Dicembre 2005
Concentramento Piazza Esedra - ore 10.00




CGIL CISL UIL, APISARDA, CIA, CNA, COL-DIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFARTI-GIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFCOO-PERATIVE, CONFESERCENTI, CONFINDU-STRIA, LEGA COOPERATIVE e le ASSOCIA-ZIONI degli ENTI LOCALI promuovono, con l’adesione della Regione Sarde-gna, dei gruppi consiliari, in conti-nuità con l’attività e le proposte de-gli anni passati, una mobilitazione unitaria finalizzata al rispetto dei di-ritti dei sardi e al riconoscimento delle norme statutarie sul trasferi-mento dallo Stato alla Regione delle compartecipazioni ai tributi erariali.
L’Isola attende già dal Governo una decisione che, nell’accogliere le ri-chieste dei sardi circa l’ammontare delle risorse finanziarie dovute per gli anni pregressi, avvii scelte di rea-le attuazione dei dispositivi statutari per garantire non solo un equilibrato livello delle entrate mediante la cre-scita fisiologica dei gettiti tributari compartecipati, ma anche l’adeguamento dei livelli di compar-tecipazione e l’attuazione dell’ artico-lo 13 dello Statuto (riguardante il ri-finanziamento del Piano di Rinasci-ta).
Una delle questioni fondamentali per il presente e il futuro della Sar-degna è l’autonomia finanziaria del-la Regione e la politica delle entrate, aspetto ricorrente nelle richieste e nelle proposte del sindacato confe-derale sardo e delle rappresentanze imprenditoriali e di categoria.
La necessità di assicurare una corret-ta copertura alle politiche del lavoro, agli investimenti per lo sviluppo, ai livelli di tutela, assistenza e integra-zione socio sanitaria assistenziale, il futuro della politica di coesione eu-ropea, impongono scelte tempestive sul versante dell’ attuazione dell’articolo 8 dello Statuto sardo, per assicurare un equilibrato rappor-to fra entrate e uscite attraverso un costante monitoraggio della crescita dei gettiti tributari compartecipati.
La situazione economica e sociale della Sardegna necessita, infatti, an-cor più in questa difficile fase con-giunturale, di interventi che siano in grado di far superare gli squilibri endemici del nostro sistema produt-tivo e i divari che ci separano dalle aree forti del Paese.
Senza voler entrare nel dettaglio dei numerosi indicatori che attestano lo stato di salute della nostra economia, non si può non richiamare il forte squilibrio ancora presente nel merca-to del lavoro sardo, che, a fronte di un tasso di attività pari al 59%, vede attestarsi il tasso di disoccupazione annuale al 13,9% (con un divario di circa 6 punti percentuali con la me-dia nazionale), con punte molto ele-vate nella componente femminile e nel tasso giovanile. Peraltro il males-sere sociale è aggravato dall’aumento dei fenomeni delle vecchie e nuove povertà, che, come riportano i più recenti dati Istat, coinvolgono il 17% della popolazio-ne sarda.
Sul versante del sistema produttivo gli scarsi livelli della crescita isolana e dell’inadeguata accumulazione di ricchezza, derivano dalle difficoltà cui quotidianamente va incontro il sistema delle imprese sarde, che ri-guardano le diseconomie strutturali derivanti da uno scarso livello di in-frastrutturazione materiale e imma-teriale. Imprese che, proprio in que-sta fase di stallo, attendono strumen-ti e risorse regionali mirati e selettivi volti promuovere innovazione e a incrementare la competitività.
Ecco perché lo sviluppo dell’Isola deve coniugare crescita economica con la coesione e solidarietà sociale. Alla produzione di maggior valore aggiunto si deve affiancare la certez-za di una maggiore occupazione, un corretto equilibrio tra aree, una più equa distribuzione della ricchezza.
Inoltre, tenendo conto degli sviluppi che sta avendo il dibattito sul bilan-cio comunitario, deve essere costrui-to un rapporto più stretto tra la Sar-degna, le politiche europee e i rap-porti euro-mediterranei. Proprio in questo contesto anche la questione dell’insularità (come detto fattore di diseconomie permanente) deve ri-manere uno dei possibili argomenti per mantenere adeguate politiche di sostegno per la Sardegna tra le aree deboli dell’Unione Europea.
Ancora, il rafforzamento degli Enti Locali rappresenta nell’Isola un a-spetto prioritario e fondamentale delle politiche di sviluppo e di pro-mozione del lavoro. Al contrario si assiste a una riduzione dei trasferi-menti finanziari e a un progressivo indebolimento di questa basilare isti-tuzione e dei servizi a favore dei cit-tadini.
Questi obiettivi la Sardegna non può raggiungerli da sola, con le proprie forze: è necessario perseguire con decisione il confronto Stato-Regione, chiedere, come noi oggi stiamo fa-cendo, tutte le risorse finanziarie dovute, in attesa di rivedere anche i livelli di compartecipazione, la nuo-va riscrittura dello Statuto e la com-pleta e totale attuazione dell’Intesa Stato-Regione.
In questa direzione le rappresentan-ze economiche e sociali ritengono indispensabile la piena e completa attuazione delle intese e degli accor-di sottoscritti con il Governo nazio-nale, e dall’ altro evidenziano come gli obiettivi di attuazione dell’articolo 8 dello Statuto sardo e la sua rinegoziazione, al fine di rico-stituire un livello più adeguato delle entrate proprie della Regione, neces-sitino ancora una volta di una vasta e diffusa sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
L’iniziativa di oggi ha solide basi e precedenti di grande rilevanza isti-tuzionale, atti non semplicemente formali da segnalare nel riproporre una rivendicazione tra Stato e Re-gione relativamente ai trasferimenti delle compartecipazioni erariali: l’Intesa Istituzionale di Programma sottoscritta il 21 aprile 1999 tra Re-gione e Governo nazionale, l’ impe-gno assunto con CGIL CISL UIL e con le rappresentanze economiche e istituzionali sarde dal Sottosegreta-rio onorevole Gianni Letta, a nome del Governo, il 25 giugno 2003, che prevedeva un tavolo di monitorag-gio e di verifica dell’ Intesa Istituzio-nale, proprio per avviarne la com-pleta attuazione, ivi compreso l’articolo 7 comma c.