Come è noto il Governo ha approvato i decreti attuativi sulla previdenza complementare: una riforma a futura memoria perché la decorrenza parte dal 1 gennaio 2008. Questo determina un grave danno per i lavoratori, specie quelli più giovani. Di seguito si riporta il testo del volantone unitario sull'argomento:
PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Dopo il rinvio della riforma,
NO ALLA PARALISI,
SI AD UNA CORRETTA INFORMAZIONE
E AL RILANCIO DELLE ADESIONI AI FONDI PENSIONE
(Chi vuole costruirsi una pensione complementare può agire subito, senza aspettare il 1° gennaio 2008)
CGIL, CISL, UIL e UGL hanno valutato negativamente la decisione del Governo di differire l’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare al 1° gennaio 2008.
Questa decisione penalizza pesantemente i lavoratori, soprattutto i più giovani, per i quali il ridimensionamento delle prestazioni pubbliche obbligatorie si è già verificato, mentre la previdenza complementare continua ad essere non disponibile per l’insieme dei lavoratori dei settori pubblici e privati.
L’approvazione dei contenuti della riforma, costituisce, peraltro, un punto fermo positivo ascrivibile all’azione di tutte le organizzazioni sindacali confederali che, insieme alle associazioni datoriali, si sono battute perché fosse adottato un decreto legislativo equilibrato, in grado di salvaguardare, da un lato, la libertà del lavoratore di destinare il TFR alla forma pensionistica complementare prescelta ma, dall’altro, la prerogativa della contrattazione collettiva di lavoro di decidere le modalità e gli ambiti di destinazione delle risorse aggiuntive a carico del datore di lavoro.
CGIL, CISL, UIL e UGL, insieme alle altre associazioni di rappresentanza delle imprese e dei datori di lavoro, sono riuscite ad ottenere che il Governo apportasse dei cambiamenti sostanziali al testo del decreto, rispetto alla proposta iniziale.
Cambiamenti che intervengono su punti qualificanti del sistema della previdenza complementare e che rendono più trasparente e garantita per i lavoratori la procedura del “silenzio – assenso”, ripristinando anche l’unitarietà e l’omogeneità delle regole di vigilanza e controllo su tutto il settore della previdenza complementare, in capo alla COVIP, e confermando l’autonomia e la centralità della contrattazione collettiva nel suo ruolo di promozione e sostegno dei fondi pensione collettivi.
Nel testo del decreto, però, permangono alcuni punti non condivisibili, come quelli relativi alla disciplina fiscale dei fondi pensione e delle prestazioni, alla normativa sui riscatti e alle regole di governance, partecipazione e controllo per le forme pensionistiche complementari attuate tramite fondi aperti e polizze assicurative individuali.
CGIL, CISL, UIL, e UGL, giudicano inoltre, inaccettabile l’ulteriore previsione di un doppio regime per l’adesione alla previdenza complementare, seppur temporaneo. derivante dall’ulteriore deroga all’applicazione del “silenzio – assenso” per i lavoratori dipendenti delle imprese che non rientrano nei requisiti del fondo di garanzia per l’accesso al credito.
Il rischio è che la decisione del Governo di differire di due anni l’entrata in vigore della riforma, lasci il settore della previdenza complementare in uno stato vacante, generando confusione ed incertezza nei lavoratori, a tutto vantaggio delle imprese di assicurazioni, per il protrarsi di un quadro normativo nel quale non c’è ancora una effettiva parità di condizioni di offerta contrattuale, in termini di trasparenza, costi e modalità di governance e controllo fra le forme pensionistiche collettive e quelle individuali che sottostanno a regole diverse.
In questo scenario CGIL, CISL, UIL e UGL riconfermano l’impegno ad effettuare una grande campagna promozionale ed informativa sulla previdenza complementare, la cui esperienza va rilanciata a prescindere dal rinvio della riforma, in modo che tutte le lavoratrici e lavoratori siano informati sul loro futuro previdenziale, sulla necessità e opportunità di adesione ai fondi pensione istituiti dalla contrattazione collettiva, e sulle caratteristiche e i vantaggi propri degli stessi.
Il sindacato, più volte contrastato dalle associazioni di rappresentanza del mondo bancario e assicurativo, rimane sempre disponibile al confronto con tutti. Nello stesso tempo con piena legittimità e dignità CGIL, CISL, UIL e UGL rappresenteranno, fin dalle prossime settimane, alle lavoratrici e ai lavoratori le cose fatte in questi mesi, avviando nei luoghi di lavoro, un processo di informazione capillare che presenterà le caratteristiche e i vantaggi dei fondi pensione messi a disposizione dalla contrattazione collettiva.
CGIL, CISL, UIL e UGL ritengono che i fondi pensione collettivi e negoziali siano le forme pensionistiche più idonee nelle quali far confluire, sia il TFR maturando, sia il contributo del lavoratore e dell’impresa contrattualmente stabiliti. Tali fondi:
· sono organizzati in forma associativa, garantendo il rispetto del principio di pariteticità nella rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro nella composizione degli organi di amministrazione e controllo;
· sono improntati a criteri di trasparenza, controllo effettivo e prudenza nella gestione delle risorse che è attuata da società bancarie e assicurative specializzate e all’uopo autorizzate;
· presentano livelli oneri e spese per gli aderenti notevolmente più bassi rispetto alle forme pensionistiche individuali.
Anche nel permanere delle attuali regole la previdenza complementare basata sui fondi negoziali, è una realtà positiva e necessaria, specie per i lavoratori più giovani, a cui conviene aderire, nell’attesa di un quadro normativo ancora più efficace ed incentivante. Per queste ragioni CGIL, CISL, UIL e UGL confermano l’impegno a mettere a disposizione i fondi pensione anche nei settori dove ancora non sono stati istituiti o non sono ancora operativi, come in molte realtà del pubblico impiego.
Con la decisione di rinviare gli effetti della riforma della previdenza complementare al 1° gennaio 2008, data nella quale è prevista anche l’entrata in vigore dei nuovi requisiti per l’accesso alle pensioni di anzianità, il Governo ha rimesso la questione previdenziale al centro dell’agenda politica. Così che sarà necessario riavviare, da subito, un confronto che abbia come obiettivo quello di rilanciare alcune questioni fondamentali come la necessaria flessibilità nell’uscita dal lavoro e nell’accesso alle prestazioni previdenziali, la solidarietà generale, soprattutto a favore dei lavoratori più discontinui e precari, la dimensione collettiva della previdenza complementare e la sua esigibilità, con pari opportunità e diritti per tutti i lavoratori.
CGIL, CISL, UIL e UGL