10 Agosto 2012
COMUNICATO STAMPA
Interventi regionali per le aree di crisi. Opportuno fare sistema ed evitare la rottu-ra della coesione sociale
Oristano, Ogliastra, lo stesso Cagliaritano devono rientrare negli interventi previsti dalla Regione per le aree di crisi. Infatti, se si valutano gli indicatori economici e sociali terri-toriali, a partire dai tassi di disoccupazione e occupazione, è indubbia la necessità e l’urgenza di intervenire in modo diffuso, coprendo le diverse aree territoriali, con l’obiettivo di fare sistema e di evitare l’ulteriore rottura delle coesione sociale, scongiu-rando discriminazioni in una realtà regionale purtroppo uniforme sul versante delle crisi produttive.
A monte dei 340 milioni di euro stanziati dalla Regione per le aree di crisi è indispensa-bile, però, fare alcune riflessioni utili a favorire l’efficacia degli interventi.
Il presupposto necessario è un serio e puntuale rapporto sulle aree di crisi, in primo luogo sulle difficoltà delle attività produttive nell’isola e contestualmente sulle strategie da adottare per una nuova politica industriale. Si tratta, infatti, di determinare le azioni per promuovere una nuova prospettiva di crescita economica individuando politiche set-toriali e territoriali e valutando le misure utili a sostenere una politica per l’impresa sul-la base di innovazioni di processo e di prodotto. Altrettanto urgente e prioritario è l’intervento sulle diseconomie esterne al processo produttivo, cioè efficienza della pub-blica amministrazione, costi energetici in linea con il resto dell’Europa, selettività fisca-le, valorizzazione delle risorse umane, infrastrutture materiali e immateriali.
L’errore da non commettere è di interpretare la gestione delle crisi aziendali come sosti-tutiva di una nuova politica industriale e produttiva.
Alla luce di queste brevissime considerazioni non si tratta solo di discutere su dove in-tervenire, poiché è innegabile l’idea del superamento del modello polo industriale, ma di sapere cosa fare nei settori e nei territori.
L’aspetto fondamentale da privilegiare in questa fase riguarda una nuova politica indu-striale e produttiva in grado di creare l’ambiente adatto per le imprese e la capacità di queste ultime di rinnovarsi in termini di processi e prodotti.
Ecco perché alla regione Sardegna si chiede non solo di investire nella promozione delle attività produttive con una nuova strategia, ma, in tempi di risorse finanziarie sempre più scarse e con il vincolo del patto di stabilità, di spendere tempestivamente e bene.
La sollecitazione del sindacato è che queste scelte vengano realizzate rilanciando le re-lazioni industriali, che rappresentano un fattore strategico per la crescita economica e sociale, poiché orientano verso la trasparenza e la partecipazione alle scelte di innova-zione e radicamento delle imprese.
La Segreteria regionale Cisl sarda