27/08/2012
Senza industria, la Sardegna non ha futuro; la Cisl indica l'agenda per l'autunno.
SARDEGNA- Si annuncia un autunno caldo per il mondo del lavoro.
Cagliari 20.8.2012 - L'autunno prossimo si annuncia decisamente caldo per le fibrillazioni e incertezze che fanno da sfondo alla difficile situazione del mondo del lavoro isolano. Tanti i fronti aperti e tutti decisamente complicati.
Si comincia il prossimo 31 agosto Roma con un incontro tecnico al Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise), per parlare di carbone ed energia. Sono previsti infatti i tavoli per EON con l'intento di sciogliere il nodo sul futuro delle centrali di Fiumesanto. A oggi il gruppo tedesco non ha fatto chiarezza sugli investimenti futuri, stimati in 500 milioni circa, necessari per sostituire i gruppi più vecchi, che marciano ad olio combustibile, con uno nuovo a carbone. Sempre il 31 agosto si parlerà anche di Carbosulcis e del futuro della miniera di Nuraxi Figus. Anche qui si è in presenza di troppe incertezze e rinvii sul progetto miniera/centrale con conseguenze facilmente immaginabili per un settore che da vent'anni si muove dentro un continuo alternarsi di ipotesi per valorizzare il carbone Sulcis senza mai pervenire a niente di definitivo .
A settembre-primi di ottobre si dovrà capire qualcosa di più sulle prospettive di Ottana energia e sul conseguente destino dell'area industriale della Sardegna centrale. Nel recente incontro di Roma si è abbozzato un percorso che dovrà essere supportato da un protocollo che dovrebbe vedere la luce nella seconda decade di settembre.
Entro il mese prossimo la Giunta dovrebbe varare il piano energetico regionale che dovrà indicare in modo chiaro gli obiettivi della Regione per il settore e gli strumenti per governarlo. Sempre in autunno si dovrà venire a capo delle vicende riguardanti la filiera dell'alluminio. Alcoa e Eurallumina sono interessate da un passaggio cruciale necessario per chiarire se per questo comparto esistono i presupposti per mantenere in vita attività che danno lavoro a circa 2mila persone complessivamente.Lo stesso dicasi per lafiliera del piombo-zinco, che resiste alla crisi annunciando anche consistenti investimenti, ma non viene supportata adeguatamente e con la tempestività necessaria dalle istituzioni.
A settembre è attesa anche la conclusione della vicenda Keller. Si spera che l' ultimo annuncio di riapertura venga confermato, dopo di che occorrerà affrontare i diversi aspetti necessari per garantirne il futuro. Le infrastrutture ferroviarie locali e il traghettamento dei carri da e per la Sardegna sono condizioni basilari per non far morire il comparto .
Vi è poi un problema che riguardal'edilizia che dovrà essere risolto con l'avvio delle opere finanziate con le ultime delibere CIPE. Circa un miliardo e 900milioni che potrebbero aiutare un settore, che negli ultimi dieci anni ha perso 15 mila addetti, a risollevarsi.
> Occorre accelerare le procedure per l'avvio del progetto sulla chimica verdeche tutt'ora attende il rilascio di tutte le autorizzazioni, in larga parte in capo alla Regione e alle sue rappresentanze periferiche.
> E' necessario, altresì, mettere mano alle vicende del settore agro - industriale, ad iniziare da Unilever, non solo per ricreare una prospettiva seria per tali lavorazioni, ma anche per irrobustire le strategie necessarie per rilanciare l'agricoltura.
Vi sono poi ben 1770 situazioni di crisi aziendali che investono piccole e grandi realtà, dal tessile al metalmeccanico, dal lapideo al chimico e dei servizi, che attendono una iniziativa forte da parte della Regione con l'assunzione di una politica industriale in grado di traguardare l'attuale confinamento dei lavoratori in CIG in deroga - circa 20 mila - che attendono di tornare nei cantieri produttivi.
Senza industria la Sardegna non ha futuro e anche le vicende del lavoro senza un forte protagonismo dell'industria faranno fatica a ricomporsi.