SOCIETA' IN HOUSE
Preoccupazioni per la normativa emanata dal Governo.
COMUNICATO STAMPA
Con la normativa sulle società in house, se non si interviene, a rischio centinaia di posti lavoro
Ai tanti problemi che oggi deve affrontare la Sardegna (la crisi industriale, la chiusura e le difficoltà di molti call center, il rallentamento dei consumi che incidono sull’occupazione degli esercizi commerciali e molti altri, che sarebbe troppo lungo elencare), si deve aggiungere il pericolo rappresentato da alcune norme, approvate dal Governo nel pacchetto della “revisione della spesa”.
Ci si vuole riferire all’articolo 4 del decreto legge 95/2012, che regolamenta, con precisione, la sorte delle società in house: società di proprietà degli enti pubblici.
Si tratta di società create per dare occupazione stabile a tanti lavoratori precari (ex lavoratori socialmente utili) e che svolgono, in molti casi utilmente, alcuni servizi a favore dei Comuni e delle Province.
Nella provincia di Cagliari, operano la Multservizi, di proprietà del Comune di Cagliari, che si occupa della gestione dei cimiteri e degli impianti sportivi, e la Proservice, di proprietà della Provincia di Cagliari, che si occupa delle manutenzioni del verde, delle scuole, del Parco di Monte Claro e di diversi altri servizi, svolti a favore della Provincia stessa ed altre società minori.
La preoccupazione nasce dal fatto che la legge in questione prevede, in alternativa, lo scioglimento della società entro il 31.12.2013 o l’alienazione con procedure ad evidenza pubblica delle partecipazioni detenute (alla data di entrata in vigore della legge) entro il giugno 2013 ed alla contestuale assegnazione del servizio dal 1/1/2014.
Se le società (o meglio gli enti proprietari) non dovessero decidere in uno di questi due sensi, a decorrere dal 1° gennaio 2014, la società in house non può ricevere affidamenti diretti di servizi, né può fruire di rinnovo di affidamenti se non per somme al di sotto dei duecentomila euro.. I servizi, se non prodotti all’interno dell’amministrazione, saranno aggiudicati nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria, (gare ad evidenza pubblica). Sono escluse invece da tale normativa, le società che erogano servizi ai cittadini e a quelle che svolgono compiti di centrale di committenza.
Si possono dunque comprendere facilmente le tensioni che, a breve, si registreranno nel settore in merito al mantenimento della quantità e della qualità dell’occupazione. Già alla Multiservizi, sono scattati i primi licenziamenti.
Vi è dunque la necessità di affrontare il problema, con la massima urgenza – dati i tempi ristretti – a livello regionale, stabilendo connessioni e sinergie tra le diverse società in house, attraverso consorzi o associazioni, per evitare che finiscano nella mannaia della nuova legge. Lo stesso decreto, infatti, prevede che alle società non si applica questa normativa qualora, per le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto, anche territoriale, di riferimento non sia possibile per l'amministrazione pubblica controllante un efficace e utile ricorso al mercato. In tal caso, l'amministrazione, in tempo utile per rispettare i termini di cui al comma 1, predispone un'analisi del mercato e trasmette una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato per l'acquisizione del parere vincolante, da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della relazione.
La Cisl chiede dunque che il sistema degli enti locali (Cagliari e Provincia in primis), ma anche il Consiglio e la Giunta regionale, si interessino, concretamente, di una problematica che investe diverse centinaia di lavoratori, evitando di non fare, salvo poi stracciarsi le vesti, piangendo sul latte versato
Cagliari 18/9/2012
Il Segretario Generale
Fabrizio Carta