Lavori socialmente utili: c'è solo la proroga per 2006. Segnano il passo le stabilizzazioni. Nel 2005, in Sardegna, fino ad oggi, non se ne registra neanche una.
Per quanto riguarda i lavoratori socialmente utili, in Sardegna, buone notizie solo a metà.La notizia buona è quella che, nella finanziaria nazionale, sono state inserite le risorse necessarie per la proroga dell'attività. E che la Sardegna è una delle cinque regioni che ha siglato la convenzione con il Ministero del lavoro, precisamente con il sottosegretario Viespoli.Ma di stabilizzazioni reali nel 2005, non se ne registrano: neanche una durante il 2005. I lavoratori socialmente utili nel 2006 rimangono gli stessi.Le responsabilità vanno equamente divise:Il Governo, infatti, ha si stanziato 152 milioni di EURO, sufficienti a garantire i sussidi, ma non ha previsto né deroghe alle assunzioni nei comuni al di sotto dei 10000 abitanti, né ha previsto forme di pensionamento anticipato che, tenuto conto dell’elevata età media dei lavoratori, appaiono assolutamente necessarie.Si è limitato a vaghe promesse di modifica del decreto detto “milleproroghe” o quello di aprire un tavolo presso l’INPS.La Regione, dopo le recenti manifestazioni dei lavoratori, ha ventilato una proposta di stabilizzazione che è ancora poco chiara e non dà certezze. Infine l’atteggiamento di alcuni enti utilizzatori appare più quello di “vorrei ma non posso”, piuttosto che rappresentare un impegno serio e fattivo per risolvere una situazione che si perpetua di anno in anno.Le premesse erano diverse perché, attraverso i tavoli tecnici regionale (Assessorato, Enti, Sindacati), si sperava in qualche risultato concreto. Anziché attivarsi per stabilizzazioni reali, si è preferito aspettare, in modo fatalista, che i provvedimenti romani rendessero possibili le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Tali norme non sono state approvate, come era facile prevedere, e le promesse di molti sindaci e amministratori si sono rivelate pie illusioni.Non solo, le mancate deroghe nazionali, rendono inutili anche le modifiche apportate dalla Regione sarda. Il previsto superamento della percentuale del 30%, nelle assunzioni delle fasce basse da parte delle pubbliche amministrazioni, in realtà, senza le deroghe della finanziaria nazionale, è praticamente inapplicabile.Ancora per un anno, quindi, i lavoratori socialmente utili saranno tali: occorre ora riprendere la mobilitazione e le pressioni su Regione ed Enti locali perché si possa definitivamente superare un sistema, che crea solo precarietà e incertezza e che è ormai diventato insopportabile da parte dei lavoratori. Nel frattempo l'assessorato regionale al lavoro, sulla base della Convenzione firmata con il Ministero il 14 dicembre scorso che garantisce le risorse per la prosecuzione delle attività socialmente utili per il 2006. ha invitato gli Enti utilizzatori a predisporre gli atti deliberativi, prevedendo percorsi di stabilizzazione occupazionale, nel quadro degli interventi normativi e finanziari di sostegno attualmente disponibili, a valere sulla legislazione nazionale e regionale.
Cagliari 23/12/2005
a cura della Cisl di Cagliari