16/10/2012
Comunità europea: dopo il Nobel per la pace, adesso un contratto sociale per l'Europa.
DA CONQUISTE DEL LAVORO

Bruxelles (nostro servizio). "Il Nobel è meritato, perché l'integrazione ha rappresentato certamente un fattore di pace e prosperità". Adesso però, dice Bernadette Ségol, "l'Europa deve dimostrare di meritarselo anche in ambito sociale". Per esempio con una nuova politica industriale che ripari i danni degli ultimi 5 anni: quasi 4 milioni di posti di lavoro persi dal 2007 (oltre 700mila in Spagna, maglia nerissima, 550mila in Romania, 470mila in Italia) pari a un collasso vero e proprio del 9,8%. Alla vigilia del Consiglio Ue del 18 e 19 ottobre, Ces e IndustriAll Europe invocano una nuova politica industriale per invertire la tendenza di un'emorragia occupazionale drammatica e ridare sostegno vero alla crescita. In un documento inviato a Josè Manuel Barroso e a Herman Van Rompuy, i sindacati chiedono di abbandonare le politiche di austerità che hanno messo in ginocchio l'Europa mediterranea e che potranno avere effetti collaterali seri anche nelle economie in surplus. A Commissione e Consiglio, l'Etuc propone un nuovo contratto sociale per l'Europa, per promuovere migliori condizioni di lavoro, occupazione di qualità, salari equi, dialogo sociale e servizi pubblici, e invoca una serie di investimenti in educazione, formazione, ricerca, sviluppo e infrastrutture. Al contempo, la Ces annuncia per metà novembre una giornata (forse addirittura una settimana) di mobilitazione europea, anche con astensioni da lavoro. "Non siamo fanatici dello sciopero - precisa Ségol - ma il debito sociale si sta acutizzando sempre di più, e la rabbia dei cittadini europei aumenta ogni giorno".

(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste del Lavoro)