10/12/2012
Rapporto INAIL 2011: gli infortuni calano. Sempre troppi, rispetto al calare dell'occupazione.
INFORTUNI SUL LAVORO. I NUMERI DEL 2011.

Infortuni sul lavoro, tutti i numeri della provincia di Cagliari dal rapporto Inail 2011.
Gli incidenti sul lavoro continuano diminuire e calano ai minimi termini . Aumentano e gli infortuni in itinere (incidenti sulla strada) che restano la principale causa di morte per i lavoratori. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel Rapporto annuale 2011 dell'Inail presentato il 4 Dicembre 2012 nella sala Cineteca Nanni Loy a Cagliari.

Infortuni sul lavoro - Infortuni denunciati: 5.464 contro i 5536 del 2010
- Ripartizione per gestione: 4757 nell'industria e servizi ; 359 nell'agricoltura ; 348 fra i dipendenti dello Stato
Il dato Regionale : 1.366 Nuoro, 1.533 Oristano, 2.791 Sassari, 1.781 Olbia Tempio, 55° Ogliastra, 780 Medio Campidano, 1.175 Carbonia Iglesias per un totale di 15.440 infortuni, un dato che se rapportato alla forte crisi occupazionale, continua a destare grande preoccupazione.

Infortuni mortali sul lavoro - Casi mortali nel 2011 : 5 ( uno in meno rispetto al 2010 ). Record storico: per la prima volta dal 1951 (anno a partire dal quale si dispone di statistiche attendibili e strutturate) il numero dei morti per infortunio sul lavoro in Sardegna sono 27, due in meno del 2010 e in Italia è sceso al di sotto dei 1.000 ( 853 per l’esattezza contro i 973 del 2010casi/anno
- Ripartizione dei casi mortali per gestione: 3 nell'agricoltura/ industria 1 circolazione stradale e 2 in itinere.
In Sardegna 16 Agricoltura /industria, 5 circolazione stradale, 6 in itinere (percorso casa- lavoro).
Il maggior numero degli gli incidenti mortali rimane sempre nel settore dell’agricoltura e nei percorsi casa – Lavoro-

Malattie professionali - Nel 2011 sono 1.785 le denunce presentate all'Inail , la maggior parte riguardano l'industria e i servizi, 380 nell’agricoltura, 1.396 Industria e Servizi, 9 conto stato.
Il dato Regionale Sardegna: 712 Agricoltura, 2.514 Industria e servizi, 23 conto Stato per un totale di 46.558 denunce per malattie professionali.
In una situazione di economia florida questi dati sarebbero da valutare positivamente, in particolare quelli relativi agli infortuni mortali, perché, per quanto riguarda le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro, considerato che in Sardegna abbiamo perso quasi 30.00 posti di lavoro e che abbiamo quasi tutti i settori paralizzati dalla crisi industriale, a partire dall’industria primaria, dall’edilizia e dall’agricoltura, significa invece che non si deve abbassare la guardia, soprattutto nella situazione attuale di grave crisi.
La prosecuzione della crisi economica ci impone di valutare con piu attenzione le iniziative da intraprendere e per quanto sia da riconoscere il grande impegno dell’Inail, sul fronte della prevenzione e della diffusione delle buone pratiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, anche stanziando risorse significative per il finanziamento dei progetti, non dobbiamo assolutamente sottovalutare il fenomeno legato alle migliaia di lavoratori che sono in ammortizzatori sociali in Sardegna, solo in ammortizzatori in deroga abbiamo raggiunto i 25.000 e hanno superato i 100.000 le domande di disoccupazione nel 2012.
Se vogliamo veramente fare della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro l'obiettivo primo e diffuso dell'azione sindacale, dobbiamo impegnare noi stessi e costringere gli imprenditori ed il governo a fare delle strategie di prevenzione il centro di un progetto di partecipazione condiviso, esigibile e fondato sulla formazione dei lavoratori e degli RLS, anche in periodo di Crisi come quello attuale.

Il quesito più grande che ci dobbiamo porre è il seguente: quando ci sarà la tanto attesa ripresa quanti lavoratori saremmo in grado di reinserire nei cicli produttivi e soprattutto con quali condizioni economiche e formative, anche sul fronte della sicurezza?
Dobbiamo investire in formazione e competenze , perché la prevenzione sui posti di lavoro è: conoscenza dell'organizzazione del lavoro e delle tecnologie, informazione sui rischi legati agli agenti chimici, fisici e biologici, formazione sull'uso dei dispositivi di protezione e prevenzione. Ma non solo, perché fare prevenzione vuol dire anche: saper comunicare la cultura della prevenzione, avere chiaro l'organigramma delle figure e delle responsabilità aziendali, affrontare il tema degli appalti, arginando la questione del massimo ribasso , ed il problema della precarietà, sapere a chi potersi rivolgere in caso di necessità. Ed altro...
Se la bilateralità è uno strumento della partecipazione: facciamolo funzionare. Prepariamo i nostri rappresentanti, formiamoli, facciamone dei "comunicatori".
La prevenzione degli infortuni e delle malattie da lavoro puo' essere un terreno ideale per un sistema moderno di relazioni industriali basato sul riconoscimento della rappresentanza, la contrattazione di secondo livello e la partecipazione.
Sappiamo che spesso avviene il contrario e siccome l’urgenza mangia l’importanza, la questione sicurezza passa in secondo piano.
Le basi giuridiche -anche grazie alle direttive europee- le abbiamo.
I numeri hanno sempre la loro importanza ma quello che non deve essere mai dimenticato riguarda la conoscenza e la gestione dei problemi sul territorio e nei luoghi di lavoro e la capacità di incoraggiare, sempre e in qualsiasi circostanza, di crisi o di sviluppo, che la sicurezza va esercitata sempre e non come spesso accade, sull’onda emotiva di situazioni tragiche.

Cagliari, 06-12-2012
Nota a cura di Mimmo Contu.