Nel corso dell'annuale conferenza stampa, quest'anno svoltasi alla UIL, i segretari generali della CISl (Fabrizio Carta), della UIL (Rinaldo Mereu) e della CGIL (Enzo Costa), hanno analizzato la situazione socio economica del territorio, presentando alla stampa anche alcune statistiche riguardanti i tassi di occupazione e di disoccupazione, l'immigrazione e le ore degli ammortizzatori sociali utlizzate in provincia.
Va premesso che, allo stato attuale, non esistono statistiche aggiornate sulla nuova provincia: nello stesso forum sulla progettazione integrata, organizzato dalla Regione Sardegna e svoltosi nel settembre scorso, i dati sono riferiti ad alcuni anni fa.
Tuttavia, i dati appaiono preoccupanti. Infatti, a fronte di un tasso di disoccupazione nazionale del 8% e di quello regionale del 13,9%, la disoccupazione, nel 2004 (Fonte ISTAT) si è mantenuta a livelli superiori nel nostro territorio, rimanendo ancorata al 15,9%. La diminuzione rispetto al 2003 (19,1%) va ascritta, infatti, ai diversi metodi di rilevazione utilizzati. Se si accoppia questo dato a quello del tasso di occupazione (61,8 in provincia, contro il 64,5 della sardegna e il 69,7 dell'Italia) ci si accorge che la vecchia provincia di Cagliari è quella con il maggiore tasso di disoccupazione e con il minore tasso di occupazione, rispetto alle altre province sarde.
Esaminando, inoltre, i dati forniti dalla Direzione regionale del lavoro, si deve constatare intanto che anche in questo caso, i dati sono aggiornati al gennaio del 2005.
Anche qui si evidenziano i difetti del mercato del lavoro cagliaritano: gli iscritti rappresentano il 27% della popolazione attiva, i lavoratori non qualificati sfiorano il 47% del totale, contro il quasi 10% dei qualificati e il restante circa 44% di impiegati. La percentuale dei non qualificati è ancora naggiore tra le donne che rappresentano il 56% degli iscritti al collocamento.
Va inoltre segnalato che, mentre l'indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione di età superiore ai 65 anni rispetto a quella con età tra 0 e 14 anni), nella provincia è molto basso (115% contro il 125% Sardegna e 133% Italia), nella città di Cagliari si attesta sul 190%, a dimostrazione di quanto la città invecchi a causa dello spopolamento e del trasferimento delle nuove famiglie fuori di Cagliari. Questo fenomeno, evidenziatosi negli ultimi 10 anni, significa che il Comune di Cagliari non è risucito a relaizzare una politica abitativa degna di questo nome e non ha saputo attrarre residenti nuovi. Di fatto in città risiedono circa 160000 abitanti, ma ne vivono durante il giorno più del doppio, con problemi evidenti.
In estrema sintesi, è stato evidenziato dai segretari generali CGIL CISL UIL un quadro con molta disoccupazione, poca occupazione qualificata e tanta precarietà: sono iscritti al fondo lavoratori parasubordinati dell'INPS (cococo o lavoratori a progetto) circa 40000 persone.Ciò dimotsra un utilizzo distorto dello strumento e l'alta precarietà di molti lavoratori.
Vi è l'esigenza di migliorare la quantità e la qualità dell'occupazione.
Per quanto riguarda i rapporti con gli Enti locali, le segreterie hanno denunciato la mancanza di un metodo di confronto ragionato e costruttivo sia con la Provincia di Cagliari (che dovrebbe svolgere invece un ruolo di cerniera importante rispetto alle attività dei Comuni, nei vari campi) sia con il Comune di Cagliari: a parte le politiche sociali, per le quali è stato aperto un tavolo di concertazione, per il resto i rapporti sono stati episodici e non produttivi. Basti pensare alla questione appalti, per i quali ancora non si è concordato un percorso di corretta attribuzione di essi e che consenta una tutela dei lavoratori.
Circa il Comune di Quartu vi sono stati confronti sul piano strategico comunale, sulla legge 37 e sulla società di servizi che devono essere però approfonditi.
Vi è quindi una caduta generale del confronto e della concertazione che parte dal livello nazionale, per scendere a quello locale. concertazione che va invece recuperata nell'interesse generale.
Il sistema cagliaritano ha tante potenzialità che vanno però realizzate e concretizzate attraverso un impegno comune generale di enti pubblici e forze sociali, delle quali il sindacato fa parte integrante con le sue progettualità e con le sue proposte.
Il porto canale di Cagliari, il Teatro lirico, il sistema dei trasporti, a partire dall'aeroporto, la valorizzazione dei parchi naturali della provincia e delle sue zone umide, un turismo rispettoso dell'ambiente, la difesa dell'industria e la riqualificazione del commercio, la realizzazione di un efficiente sistema formativo, scolastico e universitario costituiscono, a parere di CGIL CISL UIL, elementi e fattori di sviluppo per il nostro territorio. Essi devono essere però colti, valorizzando appunto la concertazione e non mortificando il ruolo delle forze sociali rappresentative dei lavoratori e delle forze produttive.
nota a cura della CISL di Cagliari