Legge Stabilità. Cisl: "Misure anticrisi ancora insufficienti a sostenere il Paese"
Poche luci e molte ombre nella nuove legge di bilancio. Il Parlamento ha vanificato le proposte del Governo sulla riduzione dell'Irpef. Nessun guadagno per famiglie, lavoratori e pensionati
Roma, 21 dicembre 2012. "La legge di stabilità approvata oggi definitivamente, passata da 210 a 544 commi, è lo specchio fedele di un Parlamento italiano più propenso a difendere i propri interessi corporativi e localistici piuttosto che affrontare in maniera seria e responsabile i problemi del paese". E' quanto sottolinea la Segreteria Confederale della Cisl in una nota diffusa dopo il sì definitivo oggi alla Camera della legge di stabilità.
"Nella legge stabilità ci sono poche luci e molte ombre, come in tutte le leggi di bilancio approvate dal Parlamento negli ultime anni. Purtroppo le misure anti crisi risultano ancora insufficienti a sostenere il paese nella difficile congiuntura economica e finanziaria, considerata l'esiguità delle risorse stanziate (meno di mezzo punto percentuale di Pil). E' certamente un fatto positivo l'introduzione della Tobin Tax e la detassazione del salario di secondo livello, due provvedimenti coerenti con le richieste della Cisl, che sono stati fortemente osteggiati durante l'iter parlamentare, da destra e da sinistra. Sono state anche recuperate le risorse per gli ammortizzatori in deroga e per i contratti di solidarietà, sui quali la Cisl ha fortemente spinto per una soluzione che tranquillizza migliaia di lavoratori a rischio di licenziamento. L'aspetto più negativo della legge stabilità sono i provvedimenti in materia fiscale perché le risorse inizialmente previste dal Governo per ridurre il carico fiscale dei lavoratori dipendenti e pensionati sono state modificate dal Parlamento, producendo al contrario una riduzione dei benefici per le famiglie senza figli, gli incapienti ed i pensionati. Sono state del tutto vanificate le proposte del Governo sulla riduzione dell'Irpef. Una vera beffa per i cittadini italiani di cui il Parlamento si è reso responsabile per puro calcolo elettorale".