L'esecutivo della UST di Cagliari, riunito in data 16 gennaio, ha discusso della situazione politico sindacale del territorio (di seguito la traccia della relazione della segreteria), del tesseramento, che ha registrato una lieve flessione rispetto al 2004 pari a circa l'1,5% e delle circolari sulla canalizzazione dei contributi.
L'esecutivo ha inoltre approvato l'indicazione a componenti della Camera di Commercio, in conto rappresentanza dei lavoratori, di Fabrizio Carta e per i consumatori del responsabile dell'ADICONSUM, Simone Girau.
E' stato inoltre nominato responsabile dell'ETSI territoriale di Cagliari Giuseppe Vargiu, già segretario della FIBA.
L'ETSI comincerà pertanto ad operare nelle prossime settimane. Verrà segnalato quanto prima la dislocazione e il recapito telefonico.
traccia della relazione della segreteria:
Situazione politico sindacale.
Traccia intervento
·Primo esecutivo del 2006: scopo: riepilogo attività svolta nel 2005 – anno di congresso – e previsione linee generali dell’attività da svolgere nel 2006, sia rispetto alle politiche sindacali, sia rispetto all’attività interna organizzativa della nostra UST.
·Nel secondo punto all’ordine del giorno, non a caso, sono stati posti alcuni punti importanti per l’organizzazione, quali il tesseramento, le regole per la contribuzione, l’anagrafe degli iscritti. Temi sui quali parlerà il segretario organizzativo.
·Livello nazionale:
·Situazione stagnante dal punto di vista economico/sociale: aumento del PIL vicino allo zero (in Europa e Stati Uniti si registrano tassi molto più alti). Un rapporto deficit/PIL ben superiore al 3% stabilito dall’Unione Europea, un debito pubblico che si aggira sul 107/108% rispetto al PIL
·Inflazione, pur ufficialmente limitata (ma delle statistiche ISTAT…. Forse non c’è tanto da fidarsi), che colpisce gravemente e pesantemente i redditi dei lavoratori e dei pensionati.
·Aumento delle povertà e tagli delle politiche sociali, effettuati dal Governo, ma anche dalla Regione e, in conseguenza anche dai Comuni.
·La promessa del Governo, fatta nel 2004, che sarebbero state tagliate le tasse (ai ricchi) e che da qui si sarebbero liberate risorse per lo sviluppo, è miseramente fallita: i dati sono lì a dimostrarlo.
·Difficoltà in molti casi nel rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, senza che sia stata fatta la riforma del sistema contrattuale, fermo all’accordo di luglio del 1993 che, pur valido, mostra i suoi limiti anche a causa della mancanza di concertazione, per la difesa del salario dei lavoratori. (vedasi contratto metalmeccanici)
·Tutto ciò è avvenuto pur in presenza di grandi mobilitazioni sindacali del sindacato confederale e di quello di categoria, a partire da quello dei pensionati.
·Come non ricordare le manifestazioni nazionali fatte dai meccanici o dai pensionati o quelle di novembre scorso della FNP (con mille bandiere CISL a sventolare in via Roma a Cagliari) ma anche quella del 25 novembre con il coro del teatro lirico in testa, come motivo originale e vivace dal punto di vista cromatico. Forse non troppo numerosa anche per motivi organizzativi, ma comunque alla fine riuscita al di là delle speranze.
·O ancora la manifestazione bellissima di Roma del 1 dicembre: 5000 sardi a Roma per richiedere quanto ci spetta in termini di restituzione della quota IRPEF e Iva dovutaci dal Governo centrale.
·Questi fatti dimostrano che il sindacato è vivo: protesta ma fa anche proposte serie, nell’interesse dei lavoratori ma della cittadinanza intera.
·Certo a volte viene lo scoramento perché magari i risultati non sono proporzionali all’impegno di lotta e di proposta: non ci dobbiamo mai demoralizzare perché :
·1) se non ci fosse l’azione sindacale, chissà dove saremmo finiti. 2) quanto proponiamo oggi, dovrà essere anche la piattaforma di domani, a prescindere da quale Governo che verrà eletto.
·Tutto ciò avviene mentre si riaffaccia con prepotenza una questione morale: non voglio qui ricordare solo il conflitto o meglio il groviglio di interessi che avviluppa l’azione del Governo con gli affari e con il mondo della finanza o della comunicazione che hanno determinato una legislazione ad hoc degli interessi del Presidente del consiglio. Ciò è ben noto a tutti noi. Il problema è indubbiamente più generale e attiene a ciascuna organizzazione politica, partitica ma anche sindacale ed attiene anche alla coscienza di ognuno di noi: perché i vizi pubblici sono sempre, a mio avviso, la somma dei vizi privati.
·E’ intollerabile che, proprio mentre vi è una compressione dei redditi del lavoro dipendente e dei pensionati, vi sono guadagni spropositati per gli speculatori, per le banche, per le assicurazioni, anche grazie ad una tassazione diversa: il lavoro dipendente ha aliquote alte ed entrate certe, perché non si evade. Le rendite hanno una tassazione inferiore. E’ chiaro che il problema è complesso, ma una qualche iniziativa sul lavoro nero e sull’evasione bisognerebbe pur metterla in campo.
·Insomma la questione morale, gli intrecci perversi tra mondo della politica e mondo economico devono essere tenuti sempre sotto osservazione.
·Un accenno al problema dell’occupazione: siamo al paradosso. Il Governo ci dice che la disoccupazione diminuisce e che il tasso di occupazione aumenta, ma il prodotto interno lordo, la ricchezza non è aumentata. Né c’è stata una diversa distribuzione della ricchezza, anzi il solco tra poveri e ricchi si allargato ! Lo diciamo da qualche anno, pensionati in testa. Allora c’è qualcosa che non va ! Specie nei metodi di rilevazione dei dati. Si dice che la precarietà non è aumentata, ma che sia solo una sensazione. Non penso che la precarietà sia stata determinata da alcune leggi, come la 30 e il decreto 276. Ma penso che la crisi economica e il modello di società dominante abbiano intaccato la qualità del lavoro, senza che sia stato costruito un sistema di protezione sociale, per contenere gli effetti della flessibilità del lavoro..
·Sono state approvate due riforme delle pensioni: una sull’aumento dei requisiti anagrafici e contributivi per il conseguimento della pensione: inutile perché parte dal 2008 – a babbo morto – e iniqua perché discriminatoria. La seconda sulla previdenza complementare: ebbene: l’unica riforma di un certo rilievo, concertata con tutte le parti sociali, è stata spostata anch’essa al 2008, per compiacere agli interessi delle compagnie di assicurazione.
·Insomma il giudizio sulla legislatura infine non può che essere negativo e per motivi esclusivamente sindacali. Anche perché si è abolita la concertazione.
·Per il futuro, dobbiamo ricordarci delle nostre rivendicazioni: dovranno essere quelle anche con i futuri governi. Altrimenti, ci sarà la tentazione di far pagare per l’ennesima volta il risanamento, che sarà necessario, ai lavoratori. No, bisognerà incidere sulla distribuzione equa della ricchezza e sulla costruzione di un sistema di welfare moderno ed efficiente per gli anziani, per i non autosufficienti, per gli immigrati, per i disoccupati.
Regione
·I rapporti tra la Regione e il sindacato, specie la CISL, sono stati da subito abbastanza burrascosi. E’ una Giunta, eletta nel modo che sappiamo, con un sistema presidenzialista e da qui nasce la difficoltà ad instaurare una politica concertativa degna di tal nome. Mi sembra che apparentemente vi sia una grande apertura alla società attraverso forum , mail, osservazioni da inviare alle Istituzioni (questo metodo è stato usato per tutto: dalla progettazione integrata, al piano sanitario, al piano paesaggistico: un metodo assembleare dove il parere del sindacato o della CONFINDUSTRIA vale quello del primo passante…..
·In più il problema dell’indebitamento ha caratterizzato l’azione della Giunta con tagli e riforme, spesso non discusse né concertate con le parti sociali. Ciò ha portato a numerose vertenze, in cui la CISL è stata in prima fila: la questione del gestore unico dell’acqua, la riforma della Regione, la riforma delle formazione professionale, i lavori socialmente utili ( e cito solo i titoli).
·A questo si aggiungano le sensibilità eccessive rispetto a qualsiasi critica, con reazione al limite degli insulti, condite da campagne di stampa ben orchestrate.
·In più vi è la tendenza a introdurre norme intruse nella finanziaria, mentre il decentramento, voluto a parole, in realtà non è stato reso effettivo: basti vedere l’articolo di oggi sull’Unione sarda, nel quale le province lamentano mancanza di uomini, risorse e competenze
·Il giudizio sulla Finanziaria della Cisl regionale è sufficientemente critico: nel metodo per le ragioni già dette, ma anche nel merito. La CISL sarda giudica comunque importanti le risposte che bisogna dare sulle politiche dello sviluppo, sugli interventi sulle povertà, (reddito di cittadinanza), sulle risorse finanziarie per la legge regionale 36/98 che prevede l’abbattimento degli oneri previdenziali, una programmazione più adeguata sull’offerta formativa e sulla pluralità dell’offerta formativa e pari dignità tra formazione e istruzione.
PROVINCIA
Nel corso del 2005 abbiamo cercato di attivare una rete di rapporti con tutti le istituzioni e le forze sociali ed economiche della nuova Provincia: Con la Provincia di Cagliari, Comune di Cagliari, Comune di Quartu, Autorità portuale, CICT, CTM, ASL 8, CONFINDUSTRIA – Progetto di governance – Università. Stiamo attivando una serie di incontri con gli attori sociali e con le istituzioni locali. Per mettere in piedi una reale concertazione mancata anche a livello locale. Per rilanciare lo sviluppo.
Attività svolte nel 2005
Dopo Congresso: esecutivo e consiglio riuniti regolarmente anche in riunioni tematiche.
Nel consiglio generale del 29 giugno avevamo tracciato, a grandi linee, quanto avremmo fatto nel semestre successivo: mi sembra, riguardando quella relazione che abbiamo realizzato quanto proposto in quell’occasione (almeno quasi tutto):
·Assemblea delegati Medio Campidano: 100 delegati e ritorno mediatico.
·Serate formative INAS (50 partecipanti e grande successo)
·Seminario su previdenza complementare
·Rilancio attività ANOLF, DONNE, ADICONSUM, SICET, VERTENZE E CAF, MOBBING
·Grande impegno nella raccolta firme per la legge sulla non autosufficienza, (FNP in testa, ma anche la segreteria della UST e le Federazioni si sono impegnate)
·La questione della sede.
Per il 2006.
·Medio Campidano: costruzione di un vero coordinamento e avvio di un abbozzo di autonomia organizzativa e finanziaria, previa crescita e valorizzazione del quadro dirigente della zona: qui ci vorrà un grande impegno del coordinatore che deve essere impegnato a tempo pieno in questo progetto, se vogliamo recuperare il gap con la CGIL che dichiara , pur con il distacco della Trexenta, almeno 13000 iscritti.
·Progetto Formazione: l’idea, forse ambiziosa ma secondo noi necessaria, è quella di costruire un progetto formativo di alta qualità nei prossimi due anni (2006/2007). Si parte dal presupposto che dobbiamo costruire o contribuire a costruire, come UST, un quadro dirigente nuovo, tecnicamente preparato e motivato. Non che corsi di formazione non ne abbiamo mai fatto, anzi ne sono stati fatti diversi sia a livello di UST che a livello di Federazioni. Quel che vogliamo proporvi è però un filo conduttore, attraverso il quale si possano formare, culturalmente e tecnicamente, una ventina di dirigenti sindacali, uomini e donne, che possano costituire il nerbo della classe dirigente della Cisl cagliaritana, del Medio Campidano e anche della Sardegna.
·Quindi noi prevediamo di proporvi, a breve, un progetto fatto di almeno 5 corsi residenziali di due giorni, in aggiunta a seminari formativi e informativi come stiamo già facendo ora e a serate formative, per esempio le serate INAS.
·Naturalmente si dovrà essere molto rigorosi nella scelta dei partecipanti che devono essere gli stessi e devono poter essere una garanzia per il futuro della nostra organizzazione.
·Rilancio presenza organizzativa della UST e quindi anche della FNP nella città di Cagliari (vedi Sant’Elia) (indice di vecchiaia molto alto in città), ma anche nelle zone nuove vedi Isili e Senorbì
·Progetto di ETSI, Orientamento lavoro – punto di connettività, rilancio ufficio vertenze, CAF e ALAI.
·Tutto ciò però in un’ottica sinergica tra UST – servizi – Federazioni, in considerazione del limite sempre più tenue nei comparti merceologici e della presenza di grossi attrattori come Comuni, Province, grandi fabbriche, attorno ai quali si addensano molti lavoratori, spesso con contratti diversi, spesso precari o atipici. Per questo è necessario un forte collegamento per le tutele e per il proselitismo.(es. Società di servizi). Noi vorremmo, inoltre, costruire una rete tra la UST, la FNP e le federazioni degli attivi: rinsaldare il vincolo generazionale deve essere un obiettivo primario e per questo noi daremo priorità alle iniziative che vedano coinvolte tutte le Federazioni.
E’ infine, nostra intenzione, con la vostra collaborazione, costruire una sorta di piattaforma confederale territoriale, per il rilancio dello sviluppo socio economica delle due province che deve nascere attraverso un confronto con le categorie. Per questo abbiamo inserito in cartella una proposta di calendario di riunioni con le segreterie (intere) delle Federazioni, proprio per affrontare insieme le questioni specifiche di ognuno, in un’ottica di reciproca conoscenza e partecipazione e riportarle a sintesi.
Ma tutto questo dovrà essere supportato dalla nostra rappresentatività. E’ importante uscire sui giornali, scrivere, fare convegni, ma è più importante rinsaldare il rapporto con i lavoratori, con gli iscritti. Per questo è fondamentale dare priorità agli impegni in fabbrica, nelle aziende, nel territorio, nelle leghe dei Pensionati.
A inizio anno, si fanno le previsioni e i sondaggi. Ebbene un recente sondaggio alla domanda: quanta fiducia prova nei confronti di associazioni, organizzazioni, gruppi sociali, istituzioni,, nel dicembre del 2004 la CISL (messa insieme alla UIL), registrava un indice favorevole di 23,9, mentre nel 2005 l’indice saliva al 30,1: ciò significa che nel 2005 siamo percepiti meglio dall’opinione pubblica e dai lavoratori, siamo cresciuti.
Ma davanti a noi ci sono il Presidente della repubblica ( e va bene! Gradimento del 80), ma anche la Chiesa, la scuola, il comune, la magistratura, l’Unione europea, la magistratura, la Regione, lo Stato e anche la CGIL (sia pure di poco).
Ma dopo di noi solo: gli imprenditori, le banche ( e vorrei vedere), il Parlamento, il Governo, la borsa, i partiti.
Insomma dobbiamo fare ancora tanto per recuperare consensi e questo dipende dalla nostra capacità, dalla nostra serietà ed impegno.