24/03/2013
Mozione conclusiva IX Congresso della UST Cisl di Cagliari
Mozione conclusiva IX Congresso della UST Cisl di Cagliari
Hotel Califfo – Quartu S.Elena 15-16 Marzo 2013


Il 9° Congresso della UST/CISL di Cagliari, riunito presso l’Hotel Califfo di Quartu S.E. nei giorni 15/16 marzo 2013 approva la relazione, letta a nome della segreteria, dal Segretario Generale Uscente Fabrizio Carta, e sentiti gli interventi del Segretario Generale della USR Sardegna Mario Medde, e del Segretario Confederale Paolo Mezzio, e dei delegati, formula la seguente:

MOZIONE FINALE

Il Congresso ribadisce l’attualità dei valori dell’autonomia, del pluralismo della concertazione, della contrattazione, della sussidiarietà, della partecipazione che, da sempre, caratterizzano l’azione della CISL.

In questi anni, in Sardegna, il sindacato e la CISL sono stati un punto di riferimento importante per tanti lavoratori, pensionati, disoccupati, giovani, donne e studenti, mettendo in campo azioni di mobilitazione e di protesta, unitarie, che hanno favorito la coesione sociale, in un momento di gravissima crisi sociale, economica e morale che non vede mai termine,

Negli ultimi 4 anni, non solo la povertà non è scomparsa, ma vi è stato un aumento delle percentuali dei poveri assoluti e relativi, nonostante l’ingente quantità di risorse stanziate dalla Regione Sardegna.

L’esperienza della CARTA DI ZURI appare sempre più importante, ma le risposte devono avvenire più sul piano della qualità, che della quantità.

Non si può condividere la politica, puramente assistenziale e risarcitoria, attuata dal Governo regionale, che non riesce a dare risposte concrete, mentre sarebbe opportuno fornire servizi strutturali alle migliaia di persone che oggi soffrono i fenomeni della disoccupazione, dello scoraggiamento, del forte indebitamento.

A questo proposito, il Congresso condivide la proposta di battersi per creare un fondo di garanzia per i lavoratori dipendenti, che spesso cadono nelle grinfie dell’usura, a causa del mancato merito di credito.

I delegati valutano negativamente l’azione del Governo Monti che, pur obbligato ad attuare una politica di risanamento per evitare il fallimento del nostro Paese, non è riuscito ad approvare leggi importanti quali la riforma elettorale e la riduzione dei costi della politica, con le conseguenze negative che oggi si sono determinate.

Alcuni provvedimenti presi dal Governo tecnico sono assolutamente negativi, specie per quanto riguarda gli interventi sui requisiti per il pensionamento, che ha creato il fenomeno degli esodati, e per i tetti imposti all’aumento degli importi delle pensioni. Anche l’imposizione non selettiva dell’IMU sulla prima casa e la riforma del mercato del lavoro appaiono normative penalizzanti, che devono essere riviste dal nuovo Governo e dal Nuovo Parlamento.

Dopo una campagna elettorale, fatta di slogan e promesse, è ora il tempo di affrontare i problemi gravissimi che affliggono l’Italia e la Sardegna. Il rischio è che si realizzi una ingovernabilità drammatica che non dà soluzione alle esigenze della popolazione, a partire dalla fasce più deboli.

In particolare, il Congresso auspica:

 Una revisione delle tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni che alimenti i consumi e che consenta i lavoratori italiani di uscire dalla condizione di maglia nera in Europa per quanto riguarda gli importi dei salari lordi ed ancora di più i netti
 Un sistema di ammortizzatori sociali efficace, che sia accompagnato da serie politiche attive del lavoro e da servizi per il lavoro, diffusi nel territorio e collegati con percorsi formativi e con l’azione delle parti sociali. Solo in questa logica si possono condividere le proposte di reddito di cittadinanza, lanciate, un po’ demagogicamente in campagna elettorale.
 A questo proposito, desta fortissima preoccupazione la sorte degli oltre 25000 lavoratori nel sistema degli ammortizzatori sociali in deroga che hanno un orizzonte drammatico, con risorse per pochissimi mesi, senza che ci siano politiche di reimpiego. Ed è paradossale che, proprio in un momento come questo, i lavoratori dei servizi dei CSL e dei CESIL e di Sviluppo Italia siano stati licenziati, nel primo caso e trasferiti nel secondo, contribuendo ad aggravare la situazione di difficoltà delle tante persone in cerca di lavoro.
 Appare anche intollerabile la lentezza con la quale, vengono erogate le prestazioni ai lavoratori che vivono già di sussidi al limite della sopravvivenza.
 Recuperare le risorse dalla lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, al lavoro, combattere l’illegalità e reinvestire quanto recuperato in politiche di sviluppo, altrimenti improbabili, a fronte della stazionarietà, se non della diminuzione della ricchezza prodotta e distribuita in modo iniquo e illegale.
 Ridurre gli sprechi della politica e della pubblica amministrazione che deve essere più efficiente, anche attraverso la valorizzazione della produttività del lavoratore pubblico, da anni privo di qualsiasi copertura contrattuale.
 Far crescere le adesioni alla previdenza complementare nel privato e nel pubblico, unica garanzia di un’equa pensione per i nostri giovani.

 Chiedere alle Istituzioni, a partire dalla Regione, un maggiore impegno non solo nell’affrontare le emergenze, ma ponendo anche le basi per lo sviluppo futuro, promovendo una nuova politica industriale rispettosa dell’ambiente, evitando l’urbanizzazione e la cementificazione selvaggia, favorendo l'agricoltura e l'agro industria, investendo nel sapere, nell’università, nella scuola, nella formazione e nella ricerca. E’ determinante per la soluzione dei problemi, sciogliere i nodi storici che strozzano la Sardegna: la scarsezza delle infrastrutture, la mancata continuità territoriale, il costo dell'energia e dei trasporti, l'inefficienza della P.A., i tempi della giustizia civile e del lavoro, la mancanza di credito per chi vuole creare impresa.

Il Congresso ha messo in evidenza che la crisi colpisce duramente anche la provincia di Cagliari. Ne sono state messe in risalto le difficoltà, nella recente seduta del Consiglio provinciale che ha certificato la condizione drammatica vissuta da tanti lavoratori invisibili, dei servizi e dal commercio, dei call center, dell’edilizia, delle piccole imprese, per i quali si deve esercitare la massima solidarietà, proprio perché lavoratori deboli e quasi sconosciuti ai media.

E’ necessario fare fronte comune ed intrecciare una grande alleanza capace di rivendicare, senza provincialismo, la strategicità, anche regionale, di alcuni investimenti nell'area e nel territorio, predisponendo una piattaforma comune, da presentare a Regione e Governo, anche per rendere concreti e produttivi gli interessanti accordi di concertazione siglati con la Provincia.

Ma per rilanciare lo sviluppo e l’occupazione, oltrechè puntare sull’economia sociale e sull’occupazione femminile, si devono difendere i siti produttivi della provincia di Cagliari, a partire dalle zone di Sarroch e di Macchiareddu che vedono, anch’esse, profilarsi situazioni di crisi a causa della mancanza di prospettive di politiche industriali.

In questo contesto, il Congresso ritiene indispensabile coniugare il lavoro con la sicurezza sul lavoro, la produzione, con la salute e la tutela dell’ambiente. Non si può accettare che o si muore per mancanza di lavoro o si muore di infortunio. Occorre il massimo impegno per eliminare il fenomeno degli infortuni sul lavoro, nella grande come nella piccola impresa, perché i morti sono tutti uguali.

Sono molti gli ambiti dove si può incrementare lo sviluppo: dal porto industriale di Cagliari, valorizzando le aree adiacenti e facendo funzionare la zona franca pur già esistente, alla costruzione di un bacino di carenaggio, dal completamento e miglioramento degli assi stradali dove si registrano incidenti sempre più drammatici e quindi della viabilità, al potenziamento del trasporto pubblico locale, dal rilancio dell’edilizia, specie nei rifacimenti dei centri storici, alla stabilizzazione del lavoro nei call center, che vanno potenziati con politiche di agevolazioni fiscali e contributive, messe in campo dalla regione sarda. Anche l’attuazione della zone franche urbane potrebbe consentire lo sviluppo di nuova occupazione, nelle aree più degradate delle città sarde.

Il Congresso ritiene importante che si attivino dei tavoli di confronto sulle politiche sociali e tariffarie con i comuni della provincia cagliaritana e si rafforzino e migliorino i tavoli di concertazione già esistenti con il Comune di Cagliari, di Quartu, la stessa provincia e la ASL, nella convinzione che i problemi si possano risolvere, solo con la concertazione e la partecipazione delle forze sociali.

Un discorso a parte meritano la valorizzazione dei beni culturali e della cultura in genere e dell’ambiente. Occorre investire nell’edilizia scolastica, nella scuola, nella ricerca e nella formazione, così come indicato nei programmi per la spesa dei fondi europei 2014 - 2020. In questa logica, si ritiene indispensabile che vengano messi a profitto gli ingenti investimenti, previsti per il Parco della Musica e per quello di Molentargius.

Il Congresso ritiene grave che il Teatro Lirico che oggi finalmente, dopo le tante battaglie dei lavoratori, sembra avere i finanziamenti in ordine, sia però paralizzato da vicende relative alla nomina del sovrintendente. La CISL chiede al Sindaco e a tutti gli attori in campo di mettere da parte sterili polemiche e l’amor proprio e lavorare insieme alle altre Istituzioni ed alle forze sociali per un rilancio del Teatro, possibile volano anche di occupazione e richiamo anche turistico.

In merito alla questione province, la CISL di Cagliari sostiene, da tempo, la creazione dell’Area metropolitana di Cagliari, nella convinzione che le problematiche dei trasporti, dei servizi sociali, del Poetto ed altri ancora, possano essere risolti solo con uno strumento di Governo unico nell’area vasta. Un’area che poi si colleghi, armonicamente, con le zone interne della Provincia caratterizzate da spopolamento, abbandono della campagna, chiusura dei servizi pubblici (poste, pubblica amministrazione, sicurezza etc.) e nelle quali è necessario intervenire in modo adeguato.

E’ anche assolutamente necessario ribellarsi, con forza, alla violenza contro le donne, siamo dinanzi ad una vera emergenza sociale che richiede l' impegno straordinario delle forze sane del Paese, perché sono oltre cento all’anno le donne uccise e la società civile non può e non deve arrendersi dinanzi a questo fenomeno che colpisce, spesso anche minori e anziani
Per eliminare questo fenomeno di inciviltà, tutta la CISL si deve sentire impegnata in uno sforzo quotidiano di sensibilizzazione e di affermazione della cultura del rispetto verso le donne, gli anziani e i bambini, con un percorso che deve partire dalla scuola e dall’educazione.

Il Congresso condivide lo spirito della riforma organizzativa della CISL che cerca di rendere l’azione sindacale più aderente alle esigenze dettate dai mutamenti nella società e nel mondo del lavoro. La precarietà diffusa ed i processi di mobilità da un lavoro all’altro, l’invecchiamento della popolazione, la necessità di offrire, sempre più, servizi diversi alle fasce deboli della popolazione, impongono un’attenta riflessione.
Spesso siamo visti come quell’organizzazione che difende solo i pensionati o i lavoratori stabili. Sfuggono alla nostra rappresentanza molti lavoratori delle piccole aziende, tanti collaboratori e lavoratori atipici, tanti giovani che non sanno neanche cos’è il sindacato.

Inoltre, le risorse provenienti dagli iscritti sono sempre meno, a causa proprio dell’espandersi degli ammortizzatori sociali e di salari sempre più ridotti. Fatti che non possono non incidere anche sul sindacato.

E’ però imprescindibile puntare sulla presenza nel territorio: da questo punto di vista sia gli accorpamenti tra le categorie, che la confluenza di più UST in un’unica struttura non possono e non debbono pregiudicare la presenza sul territorio e nelle aziende.
Se si vuole sviluppare la contrattazione territoriale e aziendale non si può sacrificare la periferia. Occorre invece ridistribuire le risorse dal centro al territorio, proprio per garantire l’agibilità dei delegati a livello capillare.

Il Congresso auspica che il prossimo consiglio e la segreteria continuino, in un quadro sinergico tra confederazione, federazioni ed enti a promuovere un sindacato aperto, inclusivo, rispondente il più possibile alle nuove e vecchie esigenze, per dare risposte sempre più efficienti alle centinaia di persone che si rivolgono al sindacato, dove devono trovare risposte trasparenti e professionali e accoglienza.

In questa logica, sarà fondamentale lo spirito di volontariato e di sacrificio di tutto il quadro dirigente che si metta al servizio dei lavoratori e degli iscritti.



Approvato all’unanimità