29/03/2013
Detassazione salario produttività
detassazione salario produttività


Ad oltre due mesi dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri,
il Decreto sulla detassazione del salario di produttività non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il Decreto è, infatti, ancora all’esame della Corte dei Conti che ha rilevato alcune incongruenze legate, in particolare, alla natura del secondo gruppo di aree di intervento individuato dal Decreto stesso.

Il primo gruppo contempla, infatti, voci retributive legate ad indicatori di produttività/redditività/qualità/efficienza/innovazione ed identifica, quindi, elementi quantificabili e verificabili riferendosi, inoltre, ad una pratica contrattuale già sperimentata attraverso migliaia di accordi variamente denominati: premi di risultato, premi legati ad obiettivi, premi di rendimento ecc.

Il secondo gruppo (sistemi di orario, distribuzione ferie, nuove tecnologie, fungibilità mansioni) si configura in termini più aleatori, difficilmente quantificabili e verificabili. A ciò si aggiunge l’insolito vincolo del “tre su quattro” e l’approccio forzato a temi delicati come le nuove tecnologie e la fungibilità delle funzioni. Temi, questi ultimi, che il patto sulla produttività del novembre scorso aveva affrontato in termini programmatici e di percorso da approfondire nell’ambito di un recupero del ruolo delle parti sociali e della contrattazione rispetto alla legge.

Queste caratteristiche del secondo gruppo di aree tematiche creano perplessità nella Corte dei Conti sulla praticabilità di destinare agevolazioni fiscali (e quindi risorse pubbliche) a fronte di una non quantificabilità di risultati.

La nostra organizzazione, insieme alle altre Parti Sociali (CGIL compresa), si è fatta promotrice di un’iniziativa presso il Ministero del Lavoro tesa a sbloccare il Decreto e a fornire chiarimenti interpretativi rispetto alla sua corretta ed efficace attuazione.

Si è tenuto a questo fine nella giornata di oggi un incontro informale presso il Ministero del Lavoro teso ad individuare una serie di punti che potrebbero essere contenuti in una circolare congiunta Ministero del Lavoro – Agenzia delle Entrate, finalizzata, in prima battuta a fornire chiarimenti alla stessa Corte dei Conti.
Punto principale di questo chiarimento attuativo sta nel tentativo di “trasferire” il punto più rilevante del secondo gruppo di aree tematiche (i sistemi di orario) nel primo gruppo.
A titolo di esempio potrebbero essere considerati come indicatori quantitativi di produttività, efficienza ecc. anche i seguenti: a) lavorazione di periodi di riposo di origine contrattuale (es. ROL) b) prestazioni lavorative aggiuntive rispetto a quanto previsto dai ccnl; c) maggiorazioni retributive legate a particolari sistemi di orario (ciclo continuo, banca ore, indennità reperibilità-turno-presenza; domenicale, festivo, modifiche sistemi orario).

In questo modo si renderebbe più facile l’applicabilità del Decreto dal punto di vista contrattuale e si amplierebbe l’area di intervento della detassazione con vantaggi estesi per i salari netti dei lavoratori e per il recupero di produttività/competitività del nostro sistema di imprese.
Questa impostazione interpretativa ed attuativa focalizza maggiormente il primo gruppo come area di intervento contrattuale (sulla quale non esiste il vincolo del “tre su quattro”) e rende possibile l’intervento su uno o più dei temi individuati consentendo un’articolazione del salario in modo meno rigido e più legato alle priorità su cui intervenire.

La nostra Organizzazione considera di rilevanza strategica l’attuazione del Decreto sulla detassazione del salario di produttività, in quanto strumento fondamentale per qualificare ed estendere la contrattazione di secondo livello come fattore di competitività, di valorizzazione del lavoro e di irrobustimento dei salari.
La CISL è stata, infatti, il soggetto trainante del Patto per la Produttività e dell’iniziativa verso il Governo perché aumentasse in modo significativo nella Legge di Stabilità le risorse per la detassazione del salario di produttività (950 milioni per il 2013, 400 per il 2014, 200 per il 2015).