Per il Segretario regionale della Cisl "bisogna reagire creando le condizioni politiche, istituzionali, economiche e sociali per un rapido e profondo cambiamento di questa insopportabile situazione".
Cagliari, 12 aprile 2013. Numeri da capogiro che riguardano più di 400.000 persone al di sotto della soglia di povertà e un processo di impoverimento che ha portato l'Isola a registrare un'incidenza della povertà delle famiglie dal 13,35 al 22,7% in otto anni". Così il Segretario regionale della Cisl sarda in una nota descrive la difficile situazione di crisi in cui versa l'isola. "Suicidi, fallimenti e chiusure di aziende, emarginazione sociale e quotidiani drammi della povertà. È la fotografia di un più vasto dramma sociale".
"La situazione del lavoro in Sardegna è ad un punto di non ritorno; prosegue Medde -si lavora più per lo Stato che per se stessi, e quando manca si vive nella povertà e nell'indigenza. In tutti i casi è un dramma che produce disperazione, perché è una crisi che uccide. Non cambia solo la società e l'economia, quel che c'è intorno all'uomo, ma la persona stessa"
È in atto una mutazione antropologica - osserva il Segretario regionale -poiché viene profondamente intaccata la persona su aspetti decisivi della vita quotidiana, ad iniziare dalla dimensione identitaria strettamente connessa alla realizzazione di se e, dunque, al lavoro. Bisogna reagire creando le condizioni politiche, istituzionali, economiche e sociali per un rapido e profondo cambiamento di questa insopportabile situazione".
"È necessario il contributo di tutti, ma prima di tutti da chi ha la responsabilità di go-vernare la cosa pubblica e di rappresentare l'Isola nella massima istituzione dell'autonomia e della specialità. Perché il dramma della povertà, della disoccupazione e della compromessa libertà e possibilità di fare impresa, è il fallimento della politica, sia essa rappresentata nello Stato che nella Regione.
Abbiamo invece bisogno di istituzioni efficienti e forti e di una rappresentanza politi-ca e di governo che incida positivamente nelle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini.
Si tratta di rendere evidente questa necessità con una pubblica e pacifica manifestazione per promuovere, anche così, maggiore solidarietà e condivisione". |