30/01/2006
Cagliari 27 gennaio : convegno mobbing, ampia partecipazione.
DATI SUL MOBBING IN SARDEGNA
Il 27 gennaio si è svolto a Cagliari un convegno organizzato dalla UST di Cagliari sul problema “Mobbing”.
Il convegno è stato aperto dalla relazione della coordinatrice dello sportello, Marilla Baire (la relazione integrale si trova nella sezione documenti).
In particolare la relazione, dopo aver affrontato alcuni aspetti generali del fenomeno dal punto di vista giuridico e legislativo, ha illustrato le attività dello sportello. A parere della coordinatrice, pur avendo notizia che il fenomeno del mobbing in Sardegna stia avanzando nei luoghi di lavoro, sia del pubblico che del privato, non si è ancora nella condizione di poter monitorare il fenomeno in termini statistici completi. E’ molto importante al proposito sottolineare che la precarizzazione del mondo del lavoro non agevola la denuncia. La conoscenza del fenomeno risulta in difetto rispetto alla sua reale portata. Il dato rimanda ad una denuncia più frequente da parte degli uomini ma anche in questo caso, se prestiamo attenzione al fatto che circa il 30 % presta la propria opera nel settore industria che è appannaggio degli uomini, potremo comprendere il perchè della percentuale. I casi si concentrano nella fascia d’età che va dai 46 ai 55 anni per gli stessi motivi, evidentemente, sopra menzionati.
Il segretario della UST, Edoardo Bizzarro, presentando l'iniziativa ha sottolineato come lo sportello mobbing sia il frutto dell'impegno di un gruppo qualificato di persone che, con grande competenza e professionalità, ha dato vita all'iniziativa. Anche la relazione è stata il frutto di un lavoro comune.

DATI SUL MOBBING A CAGLIARI

Dai dati a nostra disposizione risulta che gli uomini denuncino poco meno delle donne, che chi denuncia ha un livello di scolarizzazione più alto e spesso occupa posti di rilievo all’interno del proprio luogo di lavoro. La maggior parte delle denuncie provengono da dipendenti della Pubblica Amministrazione, dove, evidentemente, le forme di tutela sono ancora percepite come valide. Dei 104 casi il 58% è rappresentato da donne, il 42% da uomini.
Dopo la relazione, vi sono stati gli interventi programmati di Michele Pintus, direttore dell’INAIL, dell’avvocato Chiesa, del dr. Marracini, della ASL 8 della CONFINDUSTRIA con il dr. Alberto Ricci, della USR con Oriana Putzolu.
Infine vi è stato l’intervento della coordinatrice nazionale degli sportelli Mobbing, Cinzia Frascheri che, nella sua completa relazione, ha sottolineato la necessità di collegare l’attività dello sportello Mobbing, con il più generale problema di tutela della salute e della sicurezza, agendo in via preventiva sugli ambienti di lavoro. In questo senso è fondamentale l’attività delle rappresentanze sindacali aziendali e dei responsabili dei lavoratori per la sicurezza, perché il mobbing è figlio di ambienti lavorativi nei quali non è rispettata la sicurezza e la salute dei lavoratori. Il mobbing è spesso causa anche di infortuni sul lavoro, proprio perché il lavoratore è in stato di stress e “si trova male negli ambienti di lavoro”.
E’ quindi necessario, a parere della Frascheri, un collegamento stretto con l’operatività dello sportello 626 e con l’attività dell’INAS, con il quale occorre mettere in campo sinergie concrete.
La Frascheri ha anche contestato l’atteggiamento della CONFINDUSTRIA italiana che ha firmato, insieme alle organizzazioni sindacali, un protocollo relativo al mobbing, solo a causa delle pressioni della CONFINDUSTRIA europea, evidentemente più avanzata.
In generale è dunque fondamentale prevenire il mobbing, attraverso azioni tese a migliorare la qualità del lavoro. Spesso infatti, a detta della Frascheri, solo alcuni lavoratori possono “permettersi il lusso di adire le vie legali per denunciare il mobbing”.
Infine le conclusioni del segretario generale della CISL Fabrizio Carta: se è vero che il mobbing deriva in larga parte dall’allungamento dei tempi per la pensione e dalla precarietà crescente - come dichiarato da Cecchini nella presentazione del suo manuale – e se è vero che questo Governo ha cambiato le regole dell’accesso alle pensioni e, di fatto, vi è stato un incremento della precarietà, allora sicuramente ci sarà tanto da fare in questo ambito. Occorre perciò l’impegno di tutti nella fase preventiva e in quella ovviamente di sportello vero e proprio. Il putno mobbing si deve comunque inserire nella più ampia gamma dei servizi della Cisl, a partire dallo sportello 626, presente a Cagliari da oltre 3 anni, con il contributo del responsabile, Sergio Melis.
Nella sezione documenti la relazione della Baire