15/11/2013
Sciopero Generale di 4 ore a Cagliari – Oltre mille persone al presidio organizzato da Cgil, Cisl, Uil, le conclusioni del segretario Generale di Cagliari Mimmo Contu
Nessuno si aspettava una giornata tanto fredda nella piazza del Carmine a Cagliari, sono stati i numerosi partecipanti a riscaldarla con i colori delle bandiere sindacali di Cgil, Cisl,Uil e soprattutto i diversi interventi dei delegati, rappresentanti dei diversi settori che con passione e determinazione hanno esposto il disagio sociale del territorio.
La manifestazione è stata aperta dall’intervento del Segretario della Cgil di Cagliari, Carmelo Farci che ha spaziato, con un ampia relazione, nelle ragioni che hanno portato il sindacato alla proclamazione dello sciopero generale con articolazione territoriale.
La legge di stabilità presentata dal governo va profondamente cambiata, è urgente garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, potenziare la lotta all’evasione fiscale, ridurre la pressione fiscale sui redditi dei lavoratori dipendenti, recuperare il meccanismo di indicizzazione delle pensioni.
Diversi gli interventi dei delegati, il primo quello di Angius dei Pensionati, siamo 18 milioni ed è come se non esistessimo, la politica, il governo si sono dimenticati di Noi, ci sentiamo senza diritti.
Non meno tenero Claudio Deplano, da anni nei progetti di reimpiego in un comune dell’interland,
Veniamo considerati un peso", ha urlato dal palco , lavoriamo ma siamo sempre in assistenza e senza diritti e in cassa integrazione e non intravediamo un percorso di stabilizzazione.
Sono seguiti gli interventi di Nicola Cabras, della Funzione Pubblica, di Mariano Soro della Sindyal di Assemini e del rappresentante del settore del commercio, anch’esso martoriato.
La legge di stabilità nazionale non ricrea un volano economico e se cala il potere d'acquisto delle famiglie non viene generata nuova economia". E’ quanto sostiene Il segretario della Uil Gianni Olla che punta anche il dito sulla Finanziaria regionale sostenendo che "gli sgravi fiscali vanno bene, ma devono essere effettuati in conto occupazione, altrimenti non producono effetti per le famiglie.

Infine le conclusioni di Mimmo Contu – Segretario Generale della Cisl Cagliaritana:

Abbiamo appena sentito le testimonianze dei rappresentanti di diversi settori del PUBBLICO Impiego, del settore edile, dei pensionati, del commercio della Chimica e del disagio sociale dei precari e dei cassa integrati, ma la crisi che stiamo vivendo si estende e coinvolge tutti i settori del nostro paese.
Aumentano le persone e le imprese che fanno ricorso agli ammortizzatori sociali e il dato regionale sugli ammortizzatori sociali in deroga è allarmante.
A Livello Nazionale sono oltre 350.000 le richieste e mancano all’appello circa 800 milioni di euro per garantire la copertura finanziaria del 2013.
In campo regionale, le richieste sono oltre 30.000 , tra cig e mobilità e a fronte di una disponibilità finanziaria di 91 milioni, per garantire la copertura del 2013, mancano dai 130/150 milioni.
Altro che Cagliari città dai redditi piu alti del meridione , dato di fonte governativa, il 40 % dei citati dati degli ammortizzatori in deroga è rappresentato dalla Provincia di Cagliari e se non dovesse bastare, lo specchio della crisi e nei report della Caritas di quante persone non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, la stessa Caritas ha grandi difficoltà a soddisfare le innumerevoli richieste di aiuto.
I redditi dei lavoratori e dei pensionati , per via di una miscela esplosiva, causata da salari moderati, imposte più alte, e tasse locali, hanno subito un calo di oltre 1000 euro.
Siamo consapevoli che la nostra economia sta attraversando un periodo di difficoltà senza precedenti, ma proprio per questo, gli interventi del governo non vanno nella direzione di abbattere gli sprechi della spesa pubblica.
L’unica cosa del settore pubblico dove sono capaci di intervenire consiste nel bloccare, per un’altra vigenza contrattuale, il contratto nazionale di lavoro e bloccare gli straordinari con tagli lineari che mettono a rischio l’effettivo indebolimento dei servizi ai cittadini.
Quindi nessuna stabilizzazione del personale precario con il blocco del tourn over, qui è bene ricordare che nel pubblico impiego sono mancati 380.OOO posti di lavoro, per via dei patti di stabilità e della revisione della spesa, ma nel frattempo la spesa pubblica è raddoppiata, quindi, evidentemente, le cause non sono da ricercare in questa direzione ma negli sprechi, nelle 30.000 stazioni appaltanti esistenti in italia e dalle migliaia di consulenze di persone che nel sistema di sottogoverno, escono dalla porta e rientrano dalla finestra.
Intanto, i giovani, i disoccupati, i precari attendono opportunità che non arrivano.
Siamo convinti che solo un Paese che si sviluppa, che investe nell’istruzione, nella scuola, che cerca di far riprendere la crescita , che fa una seria e costante lotta all’evasione e all’elusione fiscale, può candidarsi per garantire un futuro ai giovani.
L’anno scorso, oltre 60.000 giovani laureati e diplomati sono andati in giro per l’Europa e per il mondo in cerca di occupazione.
L’equivalente di una grande città.
Su queste emergenze il governo, ma tutta la classe politica, l’economia si deve interrogare, di quante persone vivono ormai al di sotto della soglia di povertà relativa ( in Sardegna sono oltre 400.000) .
Ma siamo di fronte anche dei paradossi: spesso abbiamo le risorse finanziarie, penso a quelle di provenienza UE, e la regione e gli enti locali non riescono a spenderle in quanto manca una seria e attenta programmazione.
Questo aspetto è inotollerabile, in un momento cosi delicato e complesso non possiamo permetterci di perdere risorse importanti.
Bisogna indirizzare la spesa nei filoni che determinano nuova occupazione, e qui le responsabilità non sono solo dello stato e della Regione.
Da questo governo ci aspettavamo uno scatto di orgoglio capace di mettere in campo politiche economiche ed industriali capaci di generare un clima di fiducia e di forte coesione sociale, invece abbiamo dovuto registrare, ancora una volta, un punto molto basso di relazioni ma soprattutto di poco ascolto delle istanze del lavoro e delle fasce più povere e colpite del paese.
Ha vinto, ancora una volta, il partito dei tagli lineari e della spesa pubblica, ma siamo ancora fiduciosi che la legge di stabilità, nel percorso parlamentare possa essere migliorata con il recepimento delle proposte sindacali.
E’ evidente la volontà di far pagare, per l’ennesima volta, alle lavoratrici e lavoratori e pensionati, i costi di una politica economica, di sviluppo e di controllo della spesa pubblica, inefficace , scaricando interamente l’onere sugli unici soggetti che pagano le tasse alla fonte.
Anche gli enti locali devono convincersi che è necessario il confronto con le organizzazioni sindacali, nel territorio si giocano sfide e scelte importante.
Bisogna sviluppare sinergie tra le autority locali, porto, aeroporto, camera di commercio, e associazioni datoriali -comune di Cagliari nell’ottica dell’area vasta di Cagliari, meglio definita come area metropolitana.
Oggi, con l’abolizione delle provincie, ancora di più è richiesto alla città capoluogo, un ruolo importante di guida e di coinvolgimento di tutti i comuni, della vera e unica area vasta della Sardegna.