21/02/2014
Chi ha paura dell’area metropolitana di Cagliari? Il Segretario della Cisl di Cagliari interviene sull'argomento.
Chi ha paura dell’area metropolitana di Cagliari?
Meno annunci, più fronte comune, soprattutto chiarezza di obiettivi e velocità nei provvedimenti. Sono queste le quattro condizioni indispensabili per realizzare la tanto auspicata area metropolitana. Soprattutto adesso che i recenti provvedimenti del governo nazionale stanno delineando condizioni ottimali per il riconoscimento di Cagliari " Città Metropolitana".
Il capoluogo e i comuni limitrofi più importanti - Quartu S.E., Monserrato, Selargius - hanno il compito di coordinare gli interventi e mettere in campo, sfruttando tutte le risorse disponibili regionali, nazionali e comunitarie, azioni per impiegare giovani e precari in iniziative di lavoro , se pur di carattere temporaneo.
I dati sulla disoccupazione, sulla crisi del settore commercio( comparto storico e trainante dell'economia cagliaritana), l'alta percentuale di imprese e lavoratori che utilizzano gli ammortizzatori sociali in deroga ( il 40 per cento dei trentamila a livello regionale riguarda la provincia di Cagliari), impongono la costruzione di percorsi che diano risposte sul piano dell'occupazione, senza tentennamenti.
Nell'ultimo incontro tenuto con il Sindaco Massimo Zedda si è discusso di questa importante tematica, ma la responsabilità di una decennale paralisi su questa problematica è stata ricondotta alla non volontà della Giunta Regionale ( soggetto che poteva deliberare in tal senso) a riconoscere alla città di Cagliari ( non al sindaco...) questo status.
Oggi, queste condizioni dovrebbero venire meno almeno per tre motivi validi: primo perché circa due settimane fa il disegno di legge “Delrio”, approvato dalla Camera e in discussione al Senato, oltre a trasformare le attuali Province in enti di secondo livello e in prospettiva in pure agenzie a supporto dei Comuni e delle Unioni di Comuni, stabilisce l’organizzazione, le funzioni e le modalità di elezione degli organi delle Città Metropolitane, previste dal Titolo V della Costituzione. Il Sindaco del comune capoluogo diverrebbe anche il Sindaco metropolitano, e il nuovo ente, che sostituirebbe alla Provincia sul suo territorio, sarebbe governato da un consiglio, eletto da e fra - gli attuali sindaci e consiglieri comunali, e da una conferenza in cui siederebbero tutti gli attuali sindaci.
Secondo motivo, e non meno importante, la nuova compagine di governo Regionale, dovrebbe aiutare e favorire questo percorso avendolo dichiarato in campagna elettorale e a maggior ragione trattandosi di una giunta cosiddetta " amica".
Terzo: se le riforme istituzionale dovessero sancire l'abolizione definitiva delle province ( fermo restando le garanzie e le salvaguardie lavorative ai dipendenti) dovrebbero individuare i nuovo cosiddetti “enti intermedi".
La Cisl territoriale crede in Cagliari città metropolitana, forse però questo fatto disturba qualcuno, in quanto la città capoluogo assumerebbe un’ importanza sul piano del riconoscimento di ulteriori risorse europee e quindi un ruolo e una visibilità quasi pari alla regioni.
Cagliari, 21 febbraio 2014
Mimmo Contu
Segretario Generale Cisl Cagliari