23/04/2014
Decreto lavoro - Bonanni: "Solo pasticci quando la politica si intromette sulle questioni del lavoro"
"Sono le ideologie a prevalere quando la politica affronta i temi del lavoro", ha sottolineato il Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni ai microfoni di Tgcom24 alla luce dei problemi emersi all’interno della maggioranza sul decreto lavoro. "Il Governo si occupi delle vere precarietà e dei fattori per favorire gli investimenti".


Roma, 22 aprile 2014. "Ogni volta che la politica si intromette sui temi del lavoro, ci sono sempre dei pasticci. E' un film già visto. Non avendo responsabilità diretta sulle questioni del lavoro, non prevale mai il merito, ma solo l'ideologia". Lo ha dichiarato il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervistato dal TgCom24 (AUDIO) in merito ai problemi emersi all'interno della maggioranza sul decreto jobs act e dopo il via libera alla richiesta di fiducia. "Continuo a non capire perché il Governo non abbia affidato alle parti sociali le modifiche sui contratti. Noi avremmo trovato un punto di equilibrio giusto anche sul contratto a termine che è già, tra le forme flessibili, la più garantista per i lavoratori sul piano dei diritti e delle tutele. Aprire un putiferio per una serie di modifiche ai contratti a termine, al punto da farne una questione tale da far traballare la maggioranza, è solo la dimostrazione concreta che la politica dovrebbe restare lontana dalle norme sul lavoro. Dicono che vogliono affrontare il tema della precarietà ma non si occupano dei veri precari che sono le false partite iva, i co.co.pro, i collaboratori della pubblica amministrazione, gli associati in partecipazione sui quali la Cisl sta portando avanti una campagna di mobilitazione. Invece sono due mesi che la politica sta discutendo solo dei contratti a termine, sapendo bene che queste modifiche non porteranno un posto di lavoro in più, se prima non si affrontano i veri nodi irrisolti dell'economia, favorendo gli investimenti e sbloccando i fattori dello sviluppo, come i costi dell'energia, le tasse troppo alte, le infrastrutture, i servizi, la giustizia civile, la riforma degli assetti istituzionali centrali e locali".

E stamani ospite di Radio Anch'io su Radio 1 (AUDIO) il Segretario generale della Cisl, si è anche espresso sui contenuti del Dl Irpef ed il bonus da 80 euro annunciato dal Governo "Sono anni che ci battiamo perche' ci siano delle restituzioni ai lavoratori - ha osservato - e quindi vediamo positivamente questo primo passo. Avremmo voluto un intervento strutturale e che non venissero esclusi pensionati e incapienti, ma la strada che si sta seguendo è comunque la piu' giusta e utile per la nostra economia, senza consumi il nostro Paese non decolla, non va avanti". Bonanni auspica inoltre che "si continui sui tagli qualificati, sugli acquisti"che "si apra il capitolo municipalizzate" e che "tutta la partita dello sviluppo si apra finalmente, perche' e' la vera incognita che abbiamo davanti a noi".

"Purtroppo nel 2014 gli 80 euro promessi come strutturali sono solo un bonus per quei 10 mln di lavoratori pero' potranno diventarlo nel 2015. Vedremo se Renzi manterra' la parola, fino ad ora l'ha mantenuta a metà. A preoccuparci è però il rinvio annunciato per gli incapienti, le partite Iva e d i pensionati a basso reddito perché gli annunci hanno deluso le aspettative" spiega dicendosi però fiducioso "visto che "per anni siamo stati inascoltati. E' vero che siamo in campagna elettorale - ha aggiunto - ma anche gli altri governi erano in campagna elettorale e non hanno mai restituito niente. Sono dunque contento anche se aspettiamo un'altra operazione per la strutturalita'", ha osservato soddisfatto anche delle coperture individuate dal governo per fronteggiare l'aumento di spesa.

"Positivo che non si tagli sulla sanità ma che si intervenga sul trattamento dei dirigenti pubblici, compresi i magistrati, società partecipate, le municipalizzate. La battaglia nostra è di lunga lena su questo, compresa la vicenda che ci interessava moltissimo sulla spending review del recupero dei costi standard e finalmente ci si arriva perchè lì si annidava gran parte della corruzione della politica. "Quindi - ha concluso - va benissimo che sulla spending review si sia voluto colpire questo aspetto. Sulle coperture voglio dire solo questo. Vediamo le carte, vedremo il testo" conclude.