09/05/2014
La CISL Sarda ritiene non più rinviabile il ricorso alla mobilitazione sugli ammortizzatori sociali in deroga.
DOCUMENTO SU AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA
Si sono riuniti a Cagliari, la segreteria regionale della CISL sarda, le segreterie territoriali
confederali e regionali di categoria, per esaminare la delicata situazione dei lavoratori ammessi ad usufruire della CIG e della mobilità in deroga.
In particolare è stata espressa la preoccupazione per il ritardo accumulato nell'erogazione
del sussidio di mobilità per il 2013 che interessa 10.700 lavoratori. Ad oggi infatti, nonostante ripetuti annunci, nessuna risposta è stata fornita ai lavoratori in attesa, mentre la preoccupazione di tante famiglie si sta trasformando in disagio ed il malumore rischia di tradursi in incontrollate forme di protesta.
Il mancato trasferimento delle risorse nazionali, 120milioni di euro per l'anno 2013, costituisce
la principale causa del malessere, a cui si somma l'incertezza relativa agli stanziamenti necessari
per coprire il primo semestre del 2014 pari a circa 200 milioni di euro e sui quali sinora il governo nazionale non ha assunto i necessari orientamenti.
Occorrono risposte adeguate da parte delle istituzioni sia regionali che nazionali.
La CISL sarda chiede alla giunta regionale provvedimenti forti ed immediati per favorire il ritorno al lavoro di circa 30 mila lavoratori, oggi collocati negli ammortizzatori in deroga, unitamente ad un piano straordinario per fronteggiare la richiesta di lavoro che viene dal mondo dei
disoccupati. Occorre un piano straordinario per rilanciare sviluppo e occupazione ed in questo contesto diviene essenziale sbloccare l'impiego delle risorse, regionali e comunitarie, per favorire
nuovi investimenti per realizzare insediamenti produttivi ed opere pubbliche.
La CISL evidenzia l'urgenza di definire, in un apposito tavolo di confronto, la costruzione di
un progetto di politiche attive di lavoro in cui la formazione deve risultare pienamente aderente
all'obiettivo di riqualificare i lavoratori, in coerenza, dunque, con le loro attitudini e capacità professionali, interrompendo così la spirale perversa del lavoro nero e quello della formazione fine a
se stessa.
La CISL chiede alla Regione di adoperarsi fattivamente nei confronti del governo per
sbloccare il trasferimento delle risorse in misura adeguata a coprire il costo dei sussidi per l'anno
2014.
A sostegno di ciò la CISL ritiene non più rinviabile il ricorso alla mobilitazione in tutte le realtà
territoriali della Sardegna.
Per queste ragioni proporrà alla CGIL ed alla UIL la convocazione di una segreteria unitaria
per stabilire e definire in forma unitaria le eventuali azioni di protesta.
La Segreteria Cisl Sardegna