Nella mattinata del 7 febbraio, il Presidente della Giunta Regionale, Renato Soru, ha incontrato i sindacati regionali, accompagnati da quelli territoriali e da una delegazione di lavoratori. Insieme a Soru, erano presenti gli assessori al lavoro, Salerno, e al personale, Dadea.
Giovanni Matta, segretario della Cisl sarda, ha manifestato le preoccupazioni rispetto alla situazione vissuta dai L.S.U., da anni privi di un adeguato salario e di qualsiasi copertura previdenziale. Una precarietà drammatica che perdura da ormai 11 anni ed è diventata intollerabile. A fronte di ciò, vi è l'inerzia del Governo Nazionale che, pur avendo disposto la proroga degli stanziamenti per la prosecuzione del lavoro socialmente utile nel 2006, tuttavia ha omesso di approvare alcuni provvedimenti richiesti dal sindacato: la possibilità di riaprire il prepensionamento, la deroga nelle assunzioni nei comuni al di sotto dei 10000 abitanti.
Dal canto suo, la Giunta regionale, da quando è stata insediata, nonostante i tavoli tecnici aperti con le OO.SS., l'INSAR e gli enti locali, non ha di fatto stabilizzato alcun lavoratore.
E' stato fatto osservare al Presidente che la Finanziaria regionale ha tagliato della metà il contributo per l'autoimpiego (da 70000 euro a 35000).
Si è chiesta perciò un'azione incisiva della Regione che si attui, fin dai primi mesi dell'anno, per evitare di giungere alla solita proroga dell'ultim'ora. Naturalmente in questo quadro non vanno dimenticate le responsabilità del sistema Enti locali che, sfruttando i lavoratori praticamente a costo zero, si adagia, scaricando le colpe della mancata stabilizzazione sugli "altri".
Il presidente Soru, al quale evidentemente l'assessore Salerno non "aveva passato" utili informazioni sull'argomento, dopo aver chiesto chi erano i lavoratori socialmente utili (età, qualifiche e altro !! evidentemente la salerno non gli aveva fatto conoscere il monitoraggio dell'INSAR !!!) si è limitato a ribadire:
- La Regione non ha intenzione di procedere ad assunzioni dirette di LSU nè nella Regione né negli Enti locali (province, comuni). Anche perché la normativa attualmente impedisce questo percorso.
-Il Presidente trasmetterà input alle province di procedere sulla strada delle stabilizzazioni attraverso il sistema delle società miste o a totale partecipazione pubblica, nelle quali potrebbero trovare posto circa 250/300 lavoratori.
- Il progetto "Sardegna si fa bella" non è dedicato ai LSU, perché, come da lui stesso riconosciuto, è un progetto a carattere transitorio. Tuttavia alcuni lavoratori "forti e volenterosi" (dichiarazioni testuali del Presidente) potrebbero trovare posto in questo progetto o in altri progetti di sviluppo (bonifiche, ambiente o altro) che si stanno concretizzando in queste settimane.
- Per quanto riguarda gli incentivi per l'autoimpiego, il Presidente ha dichiarato che 70000 euro erano troppi e che i lavoratori, potendosi mettere in cooperativa, possono comunque cumularli e, in ogni caso, esiste un altro pacchetto di agevolazioni in altre leggi regionali approvate.
- Ha infine prospettato qualche possibilità di incentivare l'esodo per i più anziani, senza però specificare nel dettaglio.
L'assessore Salerno, della quale sono evidenti le responsabilità e l'inerzia, si è limitata a ribadire la necessità di riaprire il tavolo tecnico in assessorato.
L'assessore Dadea è stata una comparsa immobile e silenziosa e, su comando di Soru, ha abbandonato il tavolo dopo un'oretta.
Questo il quadro. Le prospettive non appaiono rosee.
Dei progetti regionali, tanto decantati, non appare traccia. Il progetto "Sardegna si fa bella" non è rivolta alla stabilizzazione dei LSU. Le assunzioni nella P.A. sono di fatto impossibili, per responsabilità del Governo.
Come unica possibilità rimane quella di spingere sugli enti locali per costituire società miste o pubbliche per la gestione dei servizi: ma per questo appare fondamentale la logica del consorzio tra comuni e il ruolo delle province (vecchie e nuove).
A parere della CISL occorre continuare nella mobilitazione verso Regione e sistema enti locali per farle uscire dall'ambiguità e dal rimpallo di responsabilità.
Uniche notizie buone sono quelle che, a parte quelli per l'autoimpiego, gli incentivi a favore delle stabilizzazioni, rimangono invariati nelle modalità e negli importi.
Occorre quindi riprendere l'iniziativa a livello territoriale, per portare a compimento quanto è stato già richiesto dal sindacato: la stabilizzazzione non può che essere frutto di un lavoro certosino per creare occasioni di lavoro vero e non carrozzoni, come spesso è avvenuto in passato.
Nota a cura della CISL di Cagliari.