03/11/2014
Aumenta la povertà tra gli anziani sardi.
La Regione non può ignorare l’emergenza povertà. “La prossima Finanziaria 2015 – dicono Oriana Putzolu, segretario generale Cisl sarda, e Piero Agus, segretario regionale dei pensionati Cisl - deve riservare speciale attenzione al socio sanitario, comin-ciando col monitorare le modalità di spesa, a livello comunale, delle risorse che, desti-nate al socioassistenziale, finiscono, molte volte, per sostenere altre tipologie di spese. E soprattutto non ridurre le attuali poste in bilancio riservate a non autosufficienza, povertà e sostegno al reddito. La soluzione migliore sarebbe mettere in Finanziaria ri-sorse destinate all’inclusione sociale”. La povertà in Sardegna colpisce soprattutto giovani, famiglie, improvvisamente finite nel baratro della disoccupazione, e anziani. “ Benché il più delle volte inascoltati i primi due riescono a farsi sentire, gli anziani – dicono Putzolu e Agus - sono praticamente ignorati”. Eppure, nell’isola, si contano 138.588 mila pensionati sicuramente in situazione di po-vertà assoluta. Lo stabiliscono i tabulati INPS che, all’inizio del 2014, registrano 107.366 ultrasessantenni con un assegno mensile integrato al minimo in media non su-periore a 507,95 euro, 13 euro al di sotto della soglia di povertà assoluta che - secondo i calcoli Istat – per i piccoli comuni del Mezzogiorno corrisponde a 520,90€. Altri 31.222 over 60 ricevono un assegno sociale medio mensile non superiore a 392 euro. “ “Se non intervengono i parenti – aggiungono Putzolu e Agus - molti di costoro rinunciano anche alle medicine e alle visite specialistiche. Nonostante ciò, si tolgono il pane di bocca per condividerlo con i figli disoccupati o per sostenere le piccole spese dei ni-poti”. Sono oltre 350 mila le persone al di sotto della soglia di povertà relativa. Secondo i calcoli dell’Ufficio studi della Fnp Cisl, la fetta più consistente delle “pensioni di sopravvivenza” - al di sotto della povertà assoluta - è destinata all’ex provincia di Cagliari (42.546), seguono Sassari (28.726), Nuoro (20.447) e Oristano (15.647). “ Neppure a questi pensionati – aggiunge Oriana Putzolu - si è rivolta l’attenzione del Presidente Renzi per metterli sotto l’ombrello di 80 euro elargiti, giustamente, ai lavora-tori in attività. Il blocco della rivalutazione delle pensioni dura da 16 anni, in questo lasso di tempo il potere d’acquisto delle pensioni è diminuito del 30%”. Un quinto del-la popolazione sarda rischia di andare in default. Sono 350.131, infatti, i sardi ultrasessantacinquenni (21,04%della popolazione), gran parte dei 470.765 pensionati INPS, con una pensione media mensile pari a 700,32€, quindi tutti sotto la soglia di povertà rela-tiva che – secondo i dati ISTAT - corrisponde a 972,52 € per una famiglia di due per-sone. Antonello Podda, ricercatore di sociologia nell’Università di Cagliari, al convegno sulla povertà, organizzato nei giorni scorsi dai pensionati Cisl del Medio Campidano, ha calcolato che il 47% delle famiglie povere è formata da una sola persona: vedove e anziani soli. Sulla base della dichiarazione dei redditi la provincia del Medio Campidano regi-stra il 14,91% di famiglie povere, seguita , sorprendentemente, da quella di Olbia-Tempio (14,64%): “ Non esiste – spiega Podda - una zona reddituale intermedia: molti ricchi e molti poveri”. Oristano 14,64 di famiglie povere.