SINTESI INCONTO DIBATTITO SULLA PORTUALITA’
L’incontro dibattito, tenutosi a Cagliari il 16 febbraio, dal titolo “Il porto: una ricchezza per Cagliari e per la Sardegna”, dopo le relazioni introduttive del segretario nazionale FIT settore porti, Gianni Ursotti, e del segretario della Cisl di Cagliari, fabrizio Carta, (che trovate su www.cislcagliari.it sezione documenti) ha visto i qualificati interventi degli ospiti:
Il Sindaco di Cagliari, Emilio Floris, ha posto l’accento sul contesto cagliaritano, mettendo in chiaro l’esigenza di accelerare l’infrastrutturazione del territorio, nonché quella di rendere effettivo un tavolo di concertazione a livello comunale. Cagliari, in questo senso, deve diventare una città inserita nel contesto regionale e deve essere capace di diventare una capitale (non la capitale) nel Mediterraneo per intercettare traffici e movimenti che in quest’area si svilupperanno nei prossimi anni.
Successivamente, l’ingegner Alessandro Becce, amministratore delegato della CICT di Cagliari, terminalista del porto, ha messo in risalto i progressi compiuti dal terminal: in due anni i traffici sono aumentati in maniera esponenziale e vi sono concrete possibilità di ulteriore sviluppo. La CICT, ad oggi, dà lavoro a circa 400 persone e il dato non è da disprezzare. Anche i volumi di import export, attraverso il lavoro del porto canale, sono aumentati fino al 5,5% del 2005 e nel 2006 nel primo mese si è fatto quanto nell’intero 2003. Becce ha anche detto che il terminalista è disposto ad ulteriori investimenti, in presenza di certezze e di uno snellimento dei tempi burocratici. Il dragaggio del fondale a 16 metri, che dovrebbe essere pronto per giugno, consentirà l’attracco di navi più grandi ed un aumento dell’occupazione, stimabile in circa 600 lavoratori.
Il presidente della provincia Graziano Milia, dopo aver apprezzato la presenza di Savino Pezzotta a testimoniare l’importanza dell’iniziativa, ha sottolineato il ruolo del porto di Cagliari che è un patrimonio del sistema economico sardo e la necessità di collegarlo con l’entroterra. In questo senso, la provincia si vuole proporre come un luogo di confronto e di concertazione assolutamente necessari, per rilanciare la sua attività che può essere determinante per l’economia della “nuova” provincia.
Il presidente dell’autorità portuale di Cagliari, Nino Granara, dopo aver esposto, con la proiezione dei lucidi, i lavori fatti dall’autorità portuale, in questi anni, ha criticato il Governo nazionale e ha manifestato l’opportunità di concedere l’utilizzo delle aree a tutti gli operatori. Per quanto riguarda la zona franca, istituita nel 2001, ma gestita da una società, il cui capitale è al 50% tra autorità portuale e CASIC, ha annunciato il cambio del regolamento con la cessione delle quote alle istituzioni. Ha anche messo in evidenza che, mentre nel porto container i traffici aumentano, tuttavia in quello storico vi è un rilevante calo di lavoro, con preoccupazioni anche per l’occupazione (il saldo è comunque positivo di 110 unità nell’ultimo anno).
L’avvocato Usai, presidente del CASIC, ha respinto le tante critiche mosse al CASIC, in questi anni, ed ha rivendicato all’ente da lui presieduto il merito di essere stato lungimirante, attrezzando un’area quale il porto canale che, oggi sia pure a distanza di tanti anni, comincia a produrre ed a generare utili. Il porto canale è però un’infrastruttura industriale della zona industriale e perciò per la questione delle aree vi sono dei vincoli giuridici. La nuova occupazione, a parere di Usai, si avrà solo se si farà il secondo lotto funzionale: la mancata realizzazione della piattaforma logistica, non realizzata a causa dell’autorità portuale (gestione precedente, precisa l’avvocato) frena lo sviluppo: mentre a Barcellona lavorano circa 25000 lavoratori, a Cagliari non superiamo per ora le 400 unità. E’ quindi necessario dar luogo all’intermodalità, perché il porto di Cagliari rappresenta una ricchezza per Cagliari e la Sardegna. Il problema è sulle scelte ma una parte delle aree deve essere gestita dal CASIC e perciò occorre delimitare le aree destinate al porto e lasciare le altre alle industrie.
Infine, dopo alcuni interventi di ospiti qualificati come l’on. Gian Mario Selis che ha auspicato l’abbandono delle polemiche e che il porto non sia una cattedrale del deserto, e del dr. Giancarlo Deidda, presidente della Confcommercio, le conclusioni di Savino Pezzotta.
Il segretario generale della CISL ha precisato che il sindacato chiederà conto di quanto affermato nel convegno ed ha chiarito che la funzionalità dei porti e di quello cagliaritano è fondamentale per lo sviluppo e per l’occupazione della Sardegna. Una Sardegna troppo spesso dimenticata nei programmi elettorali. Va rilanciato il porto non solo per i traffici transhipment ma anche per il turismo. E’ pero importante che le opere siano realizzate con il consenso delle popolazioni, vedasi il caso della TAV o della centrale a carbone di Civitavecchia. Non ci può essere decisionismo né a Roma né a Cagliari o in Sardegna e la giunta regionale, a fronte delle vertenze in corso (tra le quali quella della formazione professionale) deve incontrare e confrontarsi con la CISL e con il sindacato in genere, e con le sue proposte, pena uno scontro che alla CISL non piace ma che, se è necessario, essa porterà avanti.
La Sardegna, a parere di Savino Pezzotta, deve stare in Europa e per questo ci vogliono strategie di ampio respiro; bisogna che siano realizzate le autostrade del mare e riuscire a reggere la concorrenza che oggi esiste. I porti italiani perdono competitività a favore di altri, nel Mediterraneo, anche a causa dei provvedimenti del Governo e della burocrazia: Pezzotta auspica una maggiore elasticità in questo senso.
In conclusione, nell’apprezzare il convegno organizzato dalla Cisl di Cagliari e dalla FIT nazionale, Pezzotta crede necessario aprire un serio tavolo di concertazione a livello provinciale e regionale perché il porto di Cagliari può essere polmone dell’economa sarda. Ma per questo ci vuole anche l’unità dei parlamentari sardi, a prescindere dagli schieramenti.
Le conclusioni di Mario Medde hanno posto l’accento sul risultato del convegno che può essere un buon viatico per la costruzione di un tavolo di concertazione che tutti i partecipanti si sono impegnati a realizzare.
Nota a cura della CISL di Cagliari