08/04/2015
La città metropolitana di Cagliari un’opportunità per tutta la Sardegna. Convegno della Cisl di Cagliari
CAGLIARI – La città metropolitana di Cagliari non è un problema, ma un’opportunità per la Sardegna. Viaggia tra due timori la realizzazione,al sud dell’isola, di una vasta area metropolitana
che dovrebbe comprendere il capoluogo dell’isola e altri 16 comuni contermini per un totale di 560.827 abitanti. Il primo timore è espresso dalle zone di Sassari e Olbia, che temono che l’area metropolitana assorba gran parte delle risorse e dei servizi regionali, nazionali e comunitari. L’altra paura riguarda i comuni “soci” dell’iniziativa metropolitana: paventano il rischio di essere fagocitati da Cagliari o di perdere la propria identità storica e culturale.
Da almeno 20 anni la Cisl Cagliaritana sostiene siano maturi i tempi per lavorare sull’area vasta del capoluogo. Ha iniziato alla fine degli anni ’80 il segretario generale Agrippino Cossu, che ha poi passato il testimone ad Angelo Vargiu e Fabrizio Carta. L’attuale segretario generale Mimmo Contu, si è spinto ancora più avanti: nei giorni scorsi ha riunito – nel corso di un convegno sul tema “Cagliari città metropolitana, proposte opportunità e governance dell'area vasta" - tutti gli attori e i protagonisti di un progetto che dovrebbe concretizzarsi, Consiglio regionale permettendo, entro l’anno: tecnici dell’Anci nazionale (Massimo Allulli), assessorere gionale degli Enti locali, sindaci del capoluogo e dell’hinterland, segretario confederale Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl
Sardegna, Oriana Putzolu.
“Se affrontata con lo spirito giusto e con il dovuto e auspicabile coinvolgimento di chi ha responsabilità nel territorio, in termini di qualità di servizi e di polo attrattivo di investimenti, alla stregua di un incubatore d’impresa, la città metropolitana – dice Contu - può essere un’importante occasione di sviluppo”. Anche perché tutto porta all’integrazione tra la città e i centri limitrofi. I dati parlano chiaro: il 30,2% della popolazione italiana risiede nelle città metropolitane e di questa, il 56% vive nei comuni della corona urbana, cresciuti notevolmente negli ultimi dieci anni. I comuni capoluogo sono anche le realtà dove più che altrove si assiste all’invecchiamento della popolazione: lì infatti troviamo 184 anziani ogni 100 giovani, mentre
nelle corone sono 140. Le città metropolitane, come noto, “sono – come si legge nel «taccuino metropolitano di Cittalia »- il principale vettore della competitività del Paese nell’economia,dove viene prodotto il 34,7% dell’intero PIL nazionale”. Tuttavia tra il reddito medio pro capite delle aree centrali e quello delle periferie esiste una differenza intorno a 6-7000 euro.
Nell’anno fiscale 2012 , in particolare, il reddito medio imponibile per contribuente nel comune
di Cagliari è stato di 23.889 euro mentre nei comuni della corona di 16.632. Altre differenze a vantaggio della città capoluogo si possono registrare nel numero degli sportelli bancari (58 nel comune centrale di Cagliari, esattamente la metà nell’hinterland); nel numero dei posti letto disponibili nelle strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate: 2544 a Cagliari, 295 nei comuni della corona cagliaritana), 16,3 posti letto per mille abitanti in città, 0,7 nel comuni limitrofi.
Parla a vantaggio dei comuni della corona il numero di metri cubi di scuole e laboratori scientifici per100 abitanti: 1069 a Cagliari, 1163 nei comuni del circondario. Con un record nazionale dell’area metropolitana di Cagliari: con 633 metri cubi ha il maggior numero di metri cubi di uffici pubblici per 100 abitanti.
"La costituzione della Città metropolitana di Cagliari deve essere intesa come una opportunità
per l'intera Sardegna e non come competizione tra territori": ha detto l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu. "Non possiamo negare che in Sardegna ci siano ancora resistenze sulla città metropolitana del capoluogo: Cagliari è già la città più "pesante" dal punto di vista demografico e politico, si dice, e un suo ulteriore rafforzamento potrebbe mettere in seria difficoltà i piccoli Comuni". Ma, secondo l’esponente della giunta Pigliaru, "affrontare e risolvere i problemi dell'area vasta di Cagliari significa far crescere in realtà l'intera isola".
“L’area vasta risponde – ha detto il segretario della UST Contu - a un nostro preciso modello di riferimento
territoriale: quello di un tessuto urbano ampio che, superando le logiche campanilistiche, interviene su infrastrutture e servizi efficienti per creare un’unica area urbana integrata all’interno del territorio. I 16 comuni individuati, che potrebbero anche aumentare, devono essere messi in gradodi esprimere le loro potenzialità e mettere in campo le loro ricchezze”. Le aree metropolitane sono sempre più realtà nell’ambito delle quali si concentrano i fenomeni di sviluppo. La competizione si gioca sempre più a livello di città metropolitane europee in termini di capacità di promuovere ed integrare azioni di crescita economica, di avviare nuove imprese e attrarre nuovi capitali.
Le opportunità generate dalla città metropolitana di Cagliari potrebbero favorire lo sviluppo dell’intero territorio regionale con la conseguente creazione di ricchezza e la possibilità di
svolgere un ruolo di collegamento con i principali assi di scambio economico.
La globalizzazione, che sembrava aver cancellato il territorio, e imposto il primato del singolo – impresa, lavoratore – nei processi di sviluppo, sta manifestando i limiti della sua anonimità.
Il mondo vuole riconoscersi e riconoscere «La crisi – scrive il CENSIS - sta portando alla riscoperta del territorio come dimensione strategica di competitività del sistema: una competitività che non si fonda più sull’intraprendenza della singola impresa, ma sulla capacità dei territori di promuovere l’eccellenza dei tanti fattori che lo compongono. Una capacità che rischia di venir meno se non viene riconosciuta, incoraggiata portata alla luce come modello esemplare

* le relazioni di Mimmo Contu e Maurizio Petriccioli nella sezione - documenti-