Più luci che ombre nella recente radiografia, fatta dall’Istat, del capoluogo Sardo per determinare il livello del benessere equo e sostenibile. Il progetto “urbes 2015”, che ha interessato 29 grandi comuni e aree metropolitane ( Tra cui Roma, Torino, Genova, Milano, Venezia, Verona, Firenze, etc..) passate al setaccio di oltre 60 indicatori, ha sentenziato che, ancora una volta, è l’emergenza lavoro la prima delle piaghe sociali. Risolta questa, Cagliari non diventerà il giardino dell’Eden , ma sicuramente sarà una città a misura d’uomo.
“ Da almeno dieci anni – dice Mimmo Contu, segretario generale della Cisl territoriale – il nostro sindacato richiama l’attenzione degli amministratori locali e della Regione sulla crisi latente della città di Cagliari, che genera profondo malessere tra i cittadini. Abbiamo chiesto ripetutamente alle istituzioni di promuovere e rilanciare tutte le iniziative economiche necessarie a risvegliare la città dal torpore anticamera di una più grave agonia. In campo ambientale ci sono risorse per bonificare decine di siti inquinati, rilanciare le opportunità offerte dallo stagno di Molentargius e dalla laguna di Santa Gilla. In quello industriale l’area di Sarroch ha bisogno di particolari attenzioni, perchè il giorno in cui la Saras staccherà la spina segnerà la fine di 50 anni di storia industriale sarda. C’è tutto il settore dei beni culturali da potenziare, a cominciare da Teatro Lirico, agonizzante per scelte tardive e contrasti tra gli amministratori”.
Il progetto “Urbes- Il benessere equo e sostenibile nelle città. 2015” è stato coordinato dall’Istituto Nazionale di Statistica – che lo ha pubblicato nei giorni scorsi - e promosso dall’ANCI e da “Laboratorio Urbano”.
Una cosa è certa: ai Cagliaritani non manca una buona speranza di vita. A livello provinciale nel 2013 raggiunge quasi 80 anni per gli uomini e oltre 85,3 anni per le donne (85,0 in Sardegna, 84,6 in Italia). Sicuramente alto il tasso di mortalità infantile nella nostra provincia pari a 45,3 morti ogni 10.000 nati vivi ( 28,4 in regione, 30,9 in Italia). Ma forse più preoccupante per i nonni è il tasso standard di mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso che nel Cagliaritano nel 2011 ha interessato 31,4 “penne bianche” su diecimila ultrasessantacinquenni (28,7 in tutta la Sardegna, 26,2 la media nazionale). Vola Cagliari sul piano culturale: pari al 67,8% la percentuale delle persone che nel 2011 avevano il diploma di scuola superiore in tasca ( 53,8% in provincia, 49,7% in regione, 57,6% media nazionale). Con titolo universitario 37,5% dei cagliaritani tra 30-34 anni, di ben 17 punti superiore alla media regionale e di oltre 14 a quella nazionale. La soddisfazione per questi exploit positivi rientra immediatamente appena si scopre che ben 17 ragazzi su cento, di età compresa tra 18-24 anni si ritira dal sistema istruzione e formazione. Non consola il fatto di essere di un punto sotto la media nazionale e di 8 sotto quella regionale. Sempre a livelli stratosferici la percentuale dei giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano: 25,2% a Cagliari, 27,9 in regione, 22,5 in Italia. Ok, invece, per le competenze alfabetiche dei Cagliaritani: punteggio medio 194,2 contro 190,1 nazionale. Crisi nera sulle competenze numeriche degli studenti. Nell’anno scolastico 2013/2014 il punteggio medio degli studenti di Cagliari si è fermato a quota 182,8, quello medio degli studenti sardi a 178,1, rispettivamente lontano di 9 e 13 punti dal valore medio italiano.
Fotografano la crisi i numeri sul lavoro. Il tasso di occupazione nel 2013 in Sardegna è pari al 51,7%. L’Italia è lontana di 8 punti (59,8%). Il tasso di mancata partecipazione al lavoro per le forze di lavoro potenziali tra 15 e 74 anni in regione è pari – nel 2013 – al 30,6% , in Italia si ferma al 21,7%. “Rilevante in campo occupazionale – si legge nel rapporto Urbes – il divario di genere a sfavore della componente femminile, ancora più significativo se si considerano i dati relativi al conseguimento sia del titolo di studio superiore che della laurea, per i quali la popolazione femminile presenta percentuali nettamente migliori di quella maschile”.
Lavoro e benessere economico vanno di pari passo. Nella provincia cagliaritana il reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici nel 2012 è stato di 15.893 euro, in regione pari a 12.774 euro, decisamente molto sotto la media nazionale (€17.307). Dati sardi facilmente spiegabili alla luce del 29,2% dei cagliaritani contribuenti Irpef con meno di 10 mila euro, percentuale che sale al 34,6% in provincia di Cagliari, al 38,3 in regione, mentre si ferma al 32,0% in Italia. Superiore alla media nazionale il numero delle persone che vivono in famiglie dove nessuno ha un lavoro: 8,4% a Cagliari e in Sardegna, 6,7% la media nazionale.
Da occhiali rosa i dati sulle relazioni sociali, sicurezza e patrimonio culturale. Più preoccupanti le rilevazioni su politica e istituzioni. E’ salita nel 2011 la partecipazione al voto nel comune di Cagliari, ma è diminuita nel 2013 la componente femminile dentro il Consiglio comunale: ora è ferma a quota 5%. La presenza di donne in Giunta è pari al 66,7% a Cagliari, al 27,8% in regione (24,0% in Italia). Quasi un’isola felice la Sardegna in fatto di sicurezza: il tasso di omicidi nel 2012 pari a 0,8 per 100 mila abitanti (0,) in Italia). 180,7 furti in abitazione in Provincia di Cagliari ogni 100 mila residenti (398 in Italia), 43, 3 i furti con destrezza in provincia ogni 100 mila abitanti (249,7 in Italia), 30, 5 ogni 100 mila abitanti in provincia contro una media nazionale di 71,6.
Il patrimonio culturale registra 2 biblioteche comunali e provinciali a Cagliari nel 2012 per 100 mila abitanti; una media che sale a 11 biblioteche in Regione, oltre 6 punti in più rispetto al valore medio nazionale. Cagliari possiede 12,7 siti archeologici ogni 100 mila abitanti. Molto alto il numero degli utenti di biblioteche nel capoluogo: 124 ogni cento abitanti (65,7 media italiana). Pochi, invece, i visitatori di musei, gallerie e siti archeologici: 115 a Cagliari ogni 100 abitanti, 96,3 in Sardegna ( 174,8 media nazionale). Nel 2013 la disponibilità di verde urbano a Cagliari era di 56,5 mq per abitante (32,2 la media nazionale dei capoluoghi di provincia). Purtroppo cagliaritani e sardi non hanno molta propensione alla brevettazione: solo 6,1 su un milione di abitanti contro il 44,5 nazionale. Più consolante il fatto che nella sola città di Cagliari, nel 2011, la metà delle famiglie aveva la connessione internet a banda larga.