03/07/2015
Contu (CISL) Sulla città Metropolitana di Cagliari ennesimo rinvio: continuiamo a farci del male.
La voglia di farsi male ancora una volta si impadronisce dei Sardi, questa volta del Sud dell’isola, e rischia di rinviare alle calende greche l’attuazione della Città metropolitana di Cagliari . Solamente qualche mese fa sembrava che il Consiglio regionale fosse al penultimo adempimento prima di portare in aula l’approvazione della legge sulla città metropolitana. Il fuoco di fila, inizialmente di altri capoluoghi di Provincia Sardi –preoccupati che i finanziamenti soprattutto europei venissero in gran parte convogliati verso il Golfo degli Angeli – poi lo sbarramento dei centri immediatamente extra cinta metropolitana, stanno creando le premesse per fermare un processo destinato a risolvere in maniera organica e integrata dell’area vasta cagliaritana.
E’ in atto il tentativo di trasformare la città metropolitana in provincia metropolitana, con 4 ambiti omogenei – Cagliari, Sulcis Iglesiente, medio Campidano e Sarrabus, che dovrebbe contenere tutta la provincia storica di Cagliari.
Sembra che siano numerose le pressioni politiche in tal senso. “L’assalto alla diligenza” delle risorse possibili per la città metropolitana rischia di snaturarne ruolo e obiettivi. I finanziamenti, infatti, sono esclusivamente destinati a risolvere in modo funzionale i problemi di trasporto pubblico locale, nettezza urbana, portualità, smaltimento dei rifiuti, manutenzione delle strade, polizia locale, etc che l’inurbamento quotidiano determina sulla città e sugli altri 16 centri immediatamente limitrofi.
Pur avendo ben presenti le difficoltà per far decollare una riforma istituzionale, che implica percorsi seri sul piano delle garanzie del personale, aspetto sacrosanto, del patrimonio e delle competenze/funzioni, rimane l’amaro in bocca per la scarsa determinazione impressa dalla Regione per il raggiungimento di questo importante obiettivo, non solo per Cagliari, che viene considerata, sbagliando, come l’asso pigliatutto, ma per l’intera Sardegna.
Può essere un’importante occasione di sviluppo e bisognerebbe capire, tutti insieme, comuni, sindacati, imprese e associazioni, il perché, sostiene Mimmo Contu Segretario Generale della Cisl Provinciale di Cagliari , Anche perché tutto porta all’integrazione tra la città e i centri limitrofi. I dati parlano chiaro: il 30,2% della popolazione italiana risiede nelle città metropolitane e di questa, il 56% vive nei comuni della corona urbana, cresciuti notevolmente negli ultimi dieci anni. I comuni capoluogo sono anche le realtà dove più che altrove si assiste all’invecchiamento della popolazione: lì infatti troviamo 184 anziani ogni 100 giovani, mentre nelle corone sono 140.
Le città metropolitane, come noto, “sono – come si legge nel «taccuino metropolitano di Cittalia »- il principale vettore della competitività del Paese nell’economia, dove viene prodotto il 34,7% dell’intero PIL nazionale”. Tuttavia tra il reddito medio pro capite delle aree centrali e quello delle periferie esiste una differenza intorno a 6-7000 euro.
Nell’anno fiscale 2012 , in particolare, il reddito medio imponibile per contribuente nel comune di Cagliari è stato di 23.889 euro mentre nei comuni della corona di 16.632. Altre differenze a vantaggio della città capoluogo si possono registrare nel numero degli sportelli bancari (58 nel comune centrale di Cagliari, esattamente la metà nell’hinterland); nel numero dei posti letto disponibili nelle strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate: 2544 a Cagliari, 295 nei comuni della corona cagliaritana), 16,3 posti letto per mille abitanti in città, 0,7 nel comuni limitrofi.
Parla a vantaggio dei comuni della corona il numero di metri cubi di scuole e laboratori scientifici per100 abitanti: 1069 a Cagliari, 1163 nei comuni del circondario. Con un record nazionale dell’area metropolitana di Cagliari: con 633 metri cubi ha il maggior numero di metri cubi di uffici pubblici per 100 abitanti.
"La costituzione della Città metropolitana di Cagliari deve essere intesa come una opportunità per tutti, non come un limite.
Sino ad una settimana fa, l’Assessore Erriu " sosteneva che, affrontare e risolvere i problemi dell'area vasta di Cagliari significa far crescere in realtà l'intera isola".
Oggi le cose sono improvvisamente cambiate riportando le lancette dell’orologio, indietro di un anno!