17/07/2015
Roma - Sabato 18 Luglio 2015 - Manifestazione unitaria dei lavoratori delle costruzioni
Riduzione dell’età pensionabile, rafforzamento della sicurezza sul lavoro, lotta al lavoro nero e precario, rilancio degli investimenti: sono i temi legati al settore dell’edilizia che saranno al centro degli interventi dei segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, Panzarella, Pesenti e Schiavella, alla manifestazione nazionale in programma sabato prossimo a Roma. Con lo slogan “Oggi X domani” sono attesi in piazza SS. Apostoli migliaia di edili provenienti da tutta Italia; a partire dalle 10:00 si alterneranno sul palco i tre segretari generali di categoria e quelli di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo. “Manifestiamo per chiedere che il governo trasformi i ripetuti proclami in azioni”, spiegano i leader delle organizzazioni sindacali degli edili.
“Nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture Delrio e lo stesso premier Renzi hanno affermato che ci sono circa 20 miliardi di euro a disposizione per sbloccare le infrastrutture. Cosa aspettano a passare dalle parole ai fatti? L’edilizia non può più aspettare: dall’inizio della crisi sono andati in fumo 800mila posti di lavoro, e far ripartire il settore, che contribuisce per circa l’11% al Pil nazionale, vuol dire rimettere in moto l’intera economia del Paese”. Una richiesta che arriverà fortissima da piazza SS. Apostoli sarà la riduzione dell’età pensionabile per i lavori gravosi: “L’età per andare in pensione – osservano Panzarella, Pesenti e Schiavella – non può essere uguale per tutti. Chi svolge mansioni pesanti, come gli edili e i cavatori, deve poter andare in pensione prima, e l’uscita flessibile non deve comportare penalizzazioni di sorta”.
Tra i temi della mobilitazione c’è anche quello della legalità nel settore: “I recenti rapporti di Legambiente e di Bankitalia – proseguono i tre sindacalisti – dimostrano che l’edilizia è terra di conquista per le organizzazioni criminali. Oggi più che mai è necessario rafforzare la lotta alla corruzione ed al lavoro irregolare e nero, e per farlo occorrono una nuova legge sugli appalti e la revisione della norma sul Durc on-line. Inoltre serve un rafforzamento delle regole e dei controlli, a partire da quelli sulla sicurezza: nei cantieri italiani si continua a morire tutti i giorni”. Infine, ma non da ultimo, le infrastrutture: “Il Paese ha bisogno che l’edilizia si rimetta in moto, e per fare questo sono necessarie opere utili, scelte strategiche e risorse per far partire i cantieri utili. Se si vorrà percorrere questa strada non ci saranno benefici solo per il settore e per l’economia nazionale ma per tutta la collettività, che ha diritto ad avere infrastrutture moderne, un territorio in sicurezza e scuole, ospedali, strade in condizioni dignitose”, hanno aggiunto i tre segretari generali.
“Il settore continua a subire la crisi e le sue conseguenze – proseguono – con il crollo devastante dell’occupazione, del lavoro regolare e sicuro, dei redditi e dei consumi e la perdita di legalità e trasparenza. I dati parlano chiaro: in sette anni, dal 2008 al 2014, il settore ha perso il 32% degli investimenti e si colloca sui livelli di attività più bassi degli ultimi 50 anni”.
Se c’è ripresa “nei nostri settori serve una lente di ingrandimento per trovarla. Lo vediamo dai dati delle Casse Edili” raccontano i segretari: “dopo l’ennesima caduta del trimestre ottobre – dicembre 2014 (- 8% ore lavorate – 7% operai – 6% monte salario), nei primi mesi di quest’anno l’emorragia di posti di lavoro segna una lieve frenata, ma di contro scendono ancora le ore lavorate ed il monte salario (- 5% e -4%). Un dato che fa pensare ad una qualità del lavoro sempre più al ribasso e ricattato”.
Rispetto a sei anni fa “siamo quasi al dimezzamento del numero degli operai e delle imprese, addirittura oltre per la massa salari” ed i provvedimenti sul mercato del lavoro del governo “nel nostro settore si confermano inutili perché, proprio per le caratteristiche contrattuali del lavoro di cantiere, i posti di lavoro recuperati in questi ultimi mesi non dipendono da quel provvedimento ma piuttosto da una parziale emersione del lavoro grigio, dovuta ad adempimenti minimi introdotti a livello contrattuale, ed alla ripresa in attività di lavoratori che hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali, presumibilmente impiegati in medie imprese”.
Ai pochi investimenti e al poco lavoro si aggiunge il troppo tempo, quello per la pensione, che per gli edili è un miraggio: “i lavori non sono tutti uguali, perché allora l’età per andare in pensione lo è?”. I leader sindacali chiedono di “ridurre l’età pensionabile, consentendo uscite flessibili e senza penalizzazioni a chi svolge mansioni pesanti, come gli edili e i cavatori, che per poter avere uno straccio di pensione sono costretti a stare sulle impalcature o in cava fino a 67 anni, con rischi per la vita, come confermano i dati in crescita di infortuni gravi e mortali tra gli over 60. Non solo, ma a questi lavoratori, caratterizzati dalla discontinuità lavorativa, occorre garantire anche ammortizzatori sociali adeguati, con l’aumento di periodi di copertura contributiva”.
“Non possiamo più aspettare, il governo deve passare dagli annunci ai fatti. Il Paese ha bisogno di lavoro e di opere utili, di scelte strategiche e risorse per far partire i cantieri utili, di lavoro buono, imprese regolari. Per questo occorre rafforzare la lotta ad irregolarità, lavoro nero, corruzione” proseguono Panzarella, Pesenti, Schiavella “per questo serve una nuova legge sugli appalti e la revisione della norma sul Durc on-line. Per questo serve rafforzare le regole ed i controlli, a partire da quelli sulla sicurezza, in un settore che drammaticamente sta pagando un tributo di sangue e morti intollerabile”.