06/02/2016
Appello per Il rilancio delle saline di Molentargius, importante motore di sviluppo della Città Metropolitana.
Associazione per il Parco di Molentargius-Saline-Poetto – Legambiente –

CGIL CISL UIL Cagliari – CONFINDUSTRIA Meridionale della Sardegna – Dipartimento Università - Federparchi

Il rilancio delle saline di Molentargius costituisce il perno per fare del parco di Molentargius un grande attrattore naturalistico e turistico ed il motore di sviluppo della Città Metropolitana insieme alla prospettiva del grande
parco delle zone umide Molentargius- Santa Gilla

La costituzione della città metropolitana di Cagliari è una grande occasione per affermare un nuovo modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione del compendio delle zone umide. Cagliari e gli altri centri hanno una grande fortuna ad avere in pochi chilometri quadrati un paesaggio naturale di valore internazionale, saline, storia e cultura. In nome di quella cultura e di quella storia dobbiamo non solo salvare questo ambiente, non è più sufficiente, ma occorre dargli un futuro, uno sviluppo possibilmente moderno. Lo strumento per l’auspicato cambio di passo è dato della corretta programmazione dei 20 milioni di euro stanziamenti dalla Regione con un APQ (Accordo Programma Quadro) tra Regione e Comuni del Consorzio del Parco Molentargius-Saline. Il compendio del Parco deve qualificare il proprio ruolo quale grande attrattore di natura, ambiente, turismo e produzione, centrando l'attenzione proprio sulla fabbrica del sale che può diventare un vero motore di proposte ambientali, turistiche e occupazionali. Un tempo il sale era un bene strategico, come oggi il petrolio e l'acqua, oggi deve diventare il motore di un nuovo sviluppo. Il mondo si muove, è tutto un fiorire di iniziative, a Cervia, Margherita di Savoia, Trapani, legate agli ecosistemi, al turismo naturalistico ma anche al benessere, alla salute.
Pertanto si rivolge un appello alle istituzioni perché i 20 milioni di Euro costituiscano l’apripista di uno scenario innovativo capace di moltiplicare anche altre risorse nazionali e comunitarie. Il progetto sia l’occasione per un grande laboratorio di sperimentazione a livello nazionale di affermazione del valore ecologico delle zone umide e delle saline marittime in particolare, necessario per invertire la rotta dopo il declino della petrolchimica.

Si propone la chiarezza degli obiettivi e la celerità della attuazione:
A) L’asse strategico del programma di interventi connessi con l’APQ abbia come fulcro il restauro del sistema ecologico delle saline, perché attraverso il recupero della realtà produttiva, così radicata nella storia, si potrà arricchire il valore naturalistico ed ecologico dell’ecosistema ambientale.
Chiaramente è necessario garantire il disinquinamento delle aree circostanti e la messa in sicurezza da possibili tracimazioni inquinanti dal bacino imbrifero che insiste sul territorio, anche con opportune ed estese acquisizioni delle aree perimetrali.
Allo stato attuale è chiaro che sarebbero improponibili gli standard produttivi degli anni ’70, dal momento che occorre tener conto dei nuovi criteri di gestione in contesti ambientali e naturalistico così importanti. Nel rispetto delle prescrizioni del PTP e degli altri strumenti di tutela, è necessario proporre una drastica riduzione delle vasche salanti, controbilanciata dalla implementazione di quelle evaporanti con il ripristino di tutte le arginature per accrescere la naturalità dei luoghi. Ciò vuole dire avere un orizzonte produttivo di sale quantitativamente dimezzato rispetto a quello originario, caratterizzato da una alta qualità del prodotto e dal suo valore ambientale intrinseco, garantito con la raccolta annuale.
B) Si attui la riqualificazione unitaria del complesso architettonico oggi costituito da una notevole quantità di edifici abbandonati che potrebbero essere recuperati e inseriti in un nuovo circuito del lavoro, produttivo ma in chiave moderna. La città del sale con i suoi edifici deve essere recuperata a nuova vita puntando anche a creare nuovi circuiti di fruizione non solo culturale. Il valore identitario delle saline può essere rafforzato riconquistando spazi e funzioni a partire dall’assegnare un nuovo importante ruolo al Padiglione Nervi quale porta del Parco, con il ripristino della linea di binari della decauville e del sistema di vie d’acqua dove al posto dei carichi di sale potranno muoversi i visitatori sui vagoncini e sui barconi.
C) Promuovere la valorizzazione della biodiversità della fascia di Is Arenas in modo da realizzare la connessione ecologica tra le Saline ed i diversi ambiti naturali per implementare l’attrazione eco turistica e le Saline nuovamente attive siano capaci di sviluppare, in sinergia con la grande salina Conti Vecchi a Santa Gilla, le filiere connesse come indicato da avanzate esperienze italiane e numerose iniziative a livello locale (sale "di qualità", termalismo, ricerca scientifica, cosmetica, farmaceutica, salina didattica, ecoturismo,...) per sviluppare ulteriormente il turismo culturale e ambientale e il tempo libero sostenibile.

D) Attuare la forte interconnessione con le aree di pregio ambientale dell’area vasta ed in primis con Poetto, S.Gilla, Capo S.Elia, il sistema dei colli per interessare anche la estesa cintura verde che innerva la conurbazione dal margine rosso a S. Gilla .
E’ maturo l’obiettivo della costituzione del Parco delle Zone Umide dell’area metropolitana Molentargius-Saline- Sella del Diavolo-Santa Gilla.
In sostanza la valorizzazione dell’ambiente e della cultura potrà dare un cuore ambientale alla Città Metropolitana. e generare anche la possibilità concreta di promuovere nuova e qualificata occupazione.
In estrema sintesi l’ecosistema ha una tale presenza e sovrapposizione di valori ambientali, naturalistici, culturali, produttivi e paesaggistici che riconosciuti ed esaltati possono essere parte di un "nuovo modello di sviluppo" per Cagliari.
Insomma la sfida è quella di proiettare il parco a livello mediterraneo


Le ragioni per avviare un nuovo modello di sviluppo per la Città Metropolitana

E’ importante sottolineare l’origine e l’identità stessa di Cagliari e dell’area vasta: una città che nasce in virtù del privilegio di un luogo dove coesistono il mare riparato, il sistema dei colli per difendersi ed abitare, il sistema degli stagni per pescare ed estrarre il sale ed un entroterra fertile, razionalmente abitato e produttivo. Uomo e ambiente hanno costituito così un luogo dove ormai tutto è in un modo o nell’altro artificiale, ma che esprime ancora un miracoloso equilibrio naturalistico. Infatti alcuni luoghi della terra hanno un loro genius così forte che, ogni qualvolta una comunità insediata vi entra in rapporto, si generano relazioni strettissime tra ambiente naturale e ambiente antropizzato, di cui esistono numerosi casi esemplari in positivo o in negativo.
Il percorso costitutivo della Città Metropolitana potrà trovare fecondo alimento dal riconoscimento storico culturale ed ambientale del complesso ecosistema delle zone umide e dalla loro valorizzazione. Il Parco Molentargius- Saline è ormai diventato una realtà istituzionale da alcuni anni ma è il risultato di un lungo e travagliato percorso ed ancora oggi si misura con una complessità dei problemi, costituendo una vera e propria sfida di espressione della naturalità in un contesto fortemente urbanizzato.
Allo stato attuale è possibile e necessario proiettare il Parco Molentargius-saline in una nuova fase, superato il periodo di difesa dall’inquinamento più grave e dall’urbanizzazione selvaggia ed avendo consolidato la sua stessa esistenza, per riverberare nell’area circostante l’effetto parco ed avviare il rapporto con lo stagno di Santa Gilla. Lasciato alle spalle il periodo in cui si teorizzava la crescita inarrestabile dell’urbanizzazione, che avrebbe cancellato l’ambiente delle zone umide e la storia maturata intorno ad esse, è venuto il momento in cui la forza rigeneratrice dell’ecosistema potrà diffondere il proprio effetto riequilibratore sul territorio circostante.

La programmazione dei 20 milioni di euro stanziamenti dalla Regione con un APQ (Accordo Programma Quadro) tra Regione e Comuni dell’area Parco è una grande opportunità. L’APQ indica già gli obiettivi: “L’elevato valore del compendio Molentargius, Saline, Litorali con particolare riferimento agli aspetti ecologico-ambientali e storico-culturali, evidenzia oggi una forte esigenza, ovvero la messa a sistema delle differenti risorse, al fine di restituire un bene identitario alla comunità locale, anche ai fini di una fruizione turistica integrata all’interno del contesto urbano dell’area vasta cagliaritana. Si Tratta di realizzare interventi fondati sulla sostenibilità che consentano alle istituzioni coinvolte di trasformarlo in reale attrattore per l’area urbana:
- La valorizzazione e la tutela del sistema ambientale e paesaggistico ;
- La valorizzazione del compendio Molentargius-Saline-Litorali a fini didattici e turistici;
- La valorizzazione delle saline, mediante il loro recupero produttivo e la sistemazione dell’edificato attualmente in disuso per finalità produttive (termalismo, ricettività diffusa, attività sportive e culturali); La sistemazione degli spazi verdi; Il miglioramento della accessibilità”

Si consideri che tale stanziamento allo stato attuale costituisce, nel sistema delle aree protette italiane, il più cospicuo intervento su una zona umida e pertanto può costituire un laboratorio di sperimentazione a livello nazionale.

E’ necessario sottolineare che le Saline marittime attive esprimono una pluralità di valori a cominciare da quelli paesaggistici come certificato dal PTP del 1979 e gli studi più aggiornati dimostrano che non sono solo luoghi per produrre il sale, ma anche ed essenzialmente dei bio-reattori ecologici del funzionamento dell’ecosistema, in cui entrambi i valori economico ed ecologico si intrecciano. Infatti le saline marittime, costituite da zone umide che si estendono su vasti bacini costieri, attraverso i quali l'acqua marina circola con crescenti livelli di salinità, fornendo habitat favorevoli per un gran numero di fauna e flora halophile, rispondono alle sfide legate alla protezione di diverse specie e dei loro habitat naturali. Ma la biodiversità non si limita alla fauna e flora che vive intorno alle saline. Le saline hanno il loro sistema biologico composto da vari microrganismi che svolgono un ruolo importante nella qualità e purezza dei cristalli di sale. In sintesi le saline solari, che si rivelano essere realizzate attraverso gli interventi umani, generano degli ecosistemi che accrescono la biodiversità del territorio e possono essere impostati allo stesso livello come zone umide naturali. In sostanza le Saline solari portano una dimensione economica intrinseca con la tutela dell'ambiente o come aveva già intuito Helmar Schenk nel anni’70 “le saline sono il motore ecologico dell’ecosistema”.

In questa prospettiva è di grande importanza che il programma predisposto dalla RAS con l’accordo quadro per il compendio del Molentargius, Saline e Litorali costituisca l’avvio di una rinnovata pianificazione e progettazione urbana innestata su reali strategie e filosofie ecologiche in grado di esaltare le straordinarie potenzialità degli ecosistemi naturali e delle millenarie stratificazioni del sistema antropico. A questo primo passo pertanto si deve chiedere non solo di determinare le condizioni per mantenere e valorizzare le componenti naturali ed antropiche dell’ambito individuato, ma altresì di costituire un esempio concreto di visione unitaria di area vasta delle interrelazioni e integrazioni di sistema tra natura e città prospettando anzitutto le proiezioni e la diffusione del parco nell’area urbana. E contemporaneamente, da parte delle Amministrazioni Comunali, si proceda al coordinamento degli adeguamenti al PAI e al PPR per pervenire quanto prima al riconoscimento condiviso della matrice ecologica e paesaggistica di grande scala da porre alla base della rigenerazione insediativa metropolitana.