26/01/2017
Cisl sarda. Le politiche del lavoro e della formazione devono rimanere centrali nella manovra finanziaria 2017. Rilanciare una vertenza di popolo nei confronti dello Stato.
Le politiche del lavoro e della formazione, finalizzate all’innalzamento del capitale umano regionale, devono rimanere centrali nella manovra finanziaria 2017. E’, questo, uno dei punti fermi della Cisl illustrato questa mattina alla Commissione Finanze del Consiglio regionale nell’audizione sulla Finanziaria 2017. Per la Cisl sarda, inoltre, sono ormai maturi i tempi pe rilanciare una vertenza di popolo nei confronti di uno Stato che, nonostante il superamento dei limiti del Patto di Stabilità continua a gnerare criticità in ordine alle spettanze di competenza regionale. La Cisl ha evidenziato, tra l’altro, i seguenti punti: 1. Sugli Enti locali non va sottovalutata – alla luce degli esiti referendari - la questione del costo delle province che nel frattempo hanno subito da parte dello Stato un furto con destrezza di oltre 80 milioni di euro. Questo aspetto dovrà es-sere necessariamente recuperato nel confronto con lo Stato, pena continuare a sollecitare il fondo unico per gli enti locali. 2. Balza sempre agli occhi il peso della sanità: un costo o un investimento? Per la CISL prevale la seconda opzione, contribuendo il sistema a generare PIL per la nostra Isola e a dare lavoro a 22.000 operatori diretti più l’indotto, nonostante un turnover bloccato da molti anni. Va detto, peraltro, che per la prima volta quest’anno cediamo la metà del bilancio della Regione sarda alle cure di un manager che dovrà centrare l’obiettivo della quadratura dei conti della sanità: una sfida inedita da monitorare con grande attenzione nei prossimi mesi anche dalla componente politica e sociale di quest‘Isola. 3. Ancora una volta, è poi necessario rilevare che, anche per il fardello della sanità, le spese per investimenti con risorse regionali sono sempre più limitate e la CISL non concorda che queste debbano essere totalmente sostituite dai fondi comunitari o nazionali, che rischiano di assumere il carattere di ordinarietà perdendo la funzione di massa finanziaria volta a intervenire sugli indicatori economici e sociali in maniera aggiuntiva rispetto alle risorse ordinarie, sulla base di una programmazione settennale. 4. La Cisl è preoccupata per il protrarsi dell’esercizio provvisorio e per le conseguenze che i ritardi potranno avere sulla qualità e l’efficacia degli obiettivi di spesa