27/09/2017
Emergenza fumi Molentargius-Saline: Solidarietà a tutte le forze impegnate a spegnere con celerità le esalazioni. Ristabilita la normalità sarà l'occasione per il rilancio delle prospettive del Parco.
Ieri mattina una delegazione di rappresentanti di Legambiente con Carla Varese e Toni Corona, della Associazione per il Parco Molentargius Saline Poetto con Vincenzo Tiana , dei Segretari provinciali della CGIL con Carmelo Farci, della CISL con Mimmo Contu e della Uil con Ninni Angius ha svolto un sopralluogo in Via Bizet in prossimità dell'area del cantiere allestito per fronteggiare l'emergenza della esalazione di fumi nell'area del Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline. La zona, allo sbocco del rio Is Cungiaus su Bellarosa Minore, era stata interessata nel mese di luglio da due incendi che hanno evidentemente innescato la combustione della grande massa di sedimenti e rifiuti di ogni genere che si era accumulata nei decenni scorsi. Una vasta zona è interessata da oltre 15 giorni dai miasmi provenienti dalla zona dove avviene la combustione. Abbiamo ricevuto tante segnalazioni di persone per i disagi delle giornate di aria maleodorante e preoccupate dell'avvenire del Parco.
Si è potuto prendere atto che è in corso una frenetica attività di cantiere, per tamponare l'emergenza ed eliminare i fumi, che vede impegnati: l'impresa incaricata con celerità dal Parco, i Vigili del Fuoco, gli agenti del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale Regionale la Polizia Municipale, il personale del Parco, i tecnici dell'ARPAS e della ASL. Attività coordinata dagli organi dirigenti del Parco, nell'ambito della attività di protezione civile in capo al Sindaco di Quartu S.Elena. Nell'esprimere il ringraziamento a tutto il personale impegnato, si esprime l'auspicio che nel più breve tempo sia tamponata l'emergenza per
restituire il parco alla piena espressione dei suoi valori ambientali e paesaggistici. Le nostre
Organizzazioni che hanno contribuito alla nascita del Parco, da anni seguono la sua evoluzione consapevoli che il parco di Molentargius costituisca un grande attrattore naturalistico e turistico e motore di sviluppo della Città Metropolitana
L'episodio che stiamo vivendo, speriamo possa essere tra qualche tempo un brutto ricordo, ma anche un forte richiamo sulla estrema vulnerabilità delle zone umide, un ecosistema molto fragile sottoposto a tante compromissioni. Quanto sta avvenendo costringe tutti a ricordare che per un buon numero di cagliaritani, il Molentargius è stato negli anni '60 e '70 il grande buco della ciambella-città: un vuoto dai confini incerti, dalla funzione dubbia, con molti aspetti inquietanti (il degrado, l'inquinamento), altri fastidiosi (le zanzare), altri francamente "perversi" (è un intralcio alle comunicazioni e all'espansione urbana). La logica della città di cemento che invade il territorio disponibile tutt'intorno con le sue colate ed i suoi rifiuti di ogni genere, rimuovevano dalla memoria dei più le tracce dell'origine e dell'identità stessa di Cagliari e della sua conurbazione: una città che nasce proprio in virtù del privilegio di un luogo dove coesistono il mare riparato, il sistema dei colli per difendersi ed abitare, il sistema degli stagni per pescare ed estrarre il sale. Uomo e ambiente hanno costituito così un luogo dove ormai tutto è in un modo o nell'altro artificiale, ma che conserva ancora un miracoloso equilibrio naturalistico. Infatti alcuni luoghi della terra hanno un loro genius così forte che, ogni qualvolta una comunità insediata vi entra in rapporto, si generano relazioni strettissime tra ambiente naturale e ambiente antropizzato, casi esemplari in positivo o in negativo.

I problemi tipici delle zone umide, nel caso di Molentargius sono esaltati dal fatto che la fascia orientale del Parco che dai Pontis Paris si sviluppa fino al margine Rosso è caratterizzato dalla mancanza di zone di transizione tra il sistema urbano e quello naturale che genera frequenti criticità. Infatti allo stato attuale il Parco subisce una continua pressione compromissoria in aree di importanza naturalistica, con discariche nelle aree marginali, svernamenti incontrollati, incendi e quindi alterazione dei caratteri ambientali, vandalismo a danno di impianti ed attrezzature, bracconaggio. Il Parco ha cercato di far fronte a queste continue minacce con la sistemazione di sbarre, varchi chiusi con il lucchetto e la collaborazione preziosa della stazione del CFVA ma ciò comporta un impegno notevole e non riconosciuto abbastanza dalla cittadinanza.
Ci auguriamo che l'attuale momento di crisi possa costituire l'occasione per intraprendere un esteso intervento di riqualificazione naturale nell'area di Bellarosa Minore interessata dalla emergenza, nell'ambito della messa in sicurezza di tutta la fascia orientale. Nel contempo occorre avviare una intensa riflessione sulle possibilità di rilancio delle prospettive di sviluppo del Parco nel rafforzamento dei suoi caratteri ambientali e naturalistici e di riavvio dell'attività saliniera che costituisce il grande motore ecologico dell'ecosistema.
In estrema sintesi, l'ecosistema ha una straordinaria presenza e integrazione sistemica di valori ambientali, naturalistici, culturali, produttivi e paesaggistici che riconosciuti ed esaltati possono essere parte di un "nuovo modello di sviluppo" della città metropolitana. E' maturo l'obiettivo della costituzione del Parco delle Zone Umide dell'area metropolitana Molentargius-Saline- Sella del Diavolo-Santa Gilla. La sfida è quella di proiettare il parco a livello mediterraneo e internazionale, facendone un motore fondamentale dell'immagine e dello sviluppo e rafforzare il senso di appartenenza delle popolazioni.
Associazione del Parco Molentargius-Saline Poetto - Lega Ambiente
CGIL-CISL-UIL Prov.li CAGLIARI