Non si è parlato solo di previdenza e di pensioni all’assemblea della Cisl sarda che ha richiamato questa mattina nei locali della Fiera campionaria della Sardegna oltre 500 delegati. Il segretario generale, Ignazio Ganga ha fermato l’attenzione anche su politiche giovanili, lotta alla povertà, conciliazione tra vita e lavoro, finanziaria regionale. Il segretario confederale Andrea Cuccello ha ricostruito la storia degli ultimi dieci anni, caratterizzati da una forte crisi che ha messo in discussione alcuni pilastri esistenziali dei lavoratori ( stipendio sicuro, casa, progetto di vita, tempo della quiescenza) e dal bisogno di ripartire che la Cisl confederale ha colto al volo rilanciando da un anno la trattativa sulla previdenza e quindi scalfire il muro elevato dalla Fornero 6 anni fa.
“La recente intesa sulla previdenza - ha detto Ganga - è il proseguo del rapporto tra politica e corpi intermedi dopo un lungo tempo di disintermediazione e di ostracismi sulla contrattazione. Un percorso tracciato dal protocollo del settembre dello scorso anno che vide nella legge di stabilità 2017 il primo importante intervento sul blocco pensionistico del valore di 7 miliardi spalmati in tre anni e quest’anno, nella cosiddetta fase 2, un ulteriore passo in avanti, da non sottovalutare nella sua importanza, con un incremento di ulteriori 300 milioni di euro, insieme a 4,7 miliardi di euro su lavoro, giovani, imprese e Mezzogior-no”.
“Il negoziato non deve interrompersi con la legge di stabilità 2018, perché non si tratta – ha aggiunto il segretario generale - di interventi assistenziali, come sostiene qualcuno, ma di un percorso, passo dopo passo,, di giustizia sociale che intende mitigare la perdita del potere d’acquisto subita in questi ultimi 15 anni dai trattamenti pensionistici e rivedere le regole per l’accesso al pensiona-mento”. L’impegno per dare lavoro ai giovani non coinvolge solo il destino sociale e la felicità di una generazione, ma anche la tenuta previdenziale e la ricchezza futura del nostro paese.
Anche favorire il riscatto della laurea, rendere gratuito il cumulo dei contributi versati presso gestioni pensionisti-che diverse “ era un atto dovuto per alleggerire un iter previdenziale altrimenti accidentato e indebolito da un percorso di guerra fra le regole delle diverse gestioni pen-sionistiche Diciamo tutto questo – ha spiegato Ganga - consapevoli che c’è troppa speculazione sui giovani e non solo da parte della politica, ma anche da qualche organizzazione sindacale. Mettere al centro i giovani significa occuparsi del loro lavoro perché senza occupazione sarà complicato il loro futuro previdenziale”.
Ganga e il segretario confederale Andrea Cuccello che ha chiuso i lavori dell’assemblea sono soddisfatti. “Stavolta si è riusciti a toccare l’intoccabile.: il meccanismo perver-so dell’aspettativa di vita, individuando le 15 categorie che in modo macroscopico non possono continuare ad allungare la permanenza nel lavoro””.
In qualche passaggio della sua relazione Ganga ha puntato i riflet-tori sulla Finanziaria della Sardegna 2018, da valutare in termini di risultati ottenuti sul fronte dello sviluppo, del lavoro e del so-ciale.
“Su quella regionale proponiamo - ha detto il numero uno della Cisl sarda - la lettura del nostro documento consegnato a Giunta e Consiglio in tempi non sospetti. Con le nostre rivendicazioni. Sono proposte che sostanziano la nostra volontà di continuare, con lo stile c costruttivo sempre, a perseguire politiche vere per il lavoro e per il rilancio della nostra economia. Noi siamo per il funzionamento delle misure ordinarie, non per quelle straordinarie, concordate con il sindacato e fondate sulla tempestività delle procedure di attuazione e sulla velocità della spendita delle risorse a disposizione, che ci sono già e che sono tante. Non ci servono più promesse non esigibili e false illusioni, noi siamo per il lavoro vero e non per gli spot mediatici giocati a suon di esperienze occasionali e sul doping assistenziale. Siamo, invece, dell’idea che debbano essere recuperate risorse per lo sviluppo regionale dal pericoloso sistema degli accantonamenti da parte dello Stato: 684 milioni di tagli, parte dei quali si sarebbero potuti suddividere fra lavoro, scuola, formazione e sociale”.