Monitorare e garantire qualità e trasparenza degli appalti di lavori e servizi pubblici, compresa la tutela del lavoro regolare e sicuro e la garanzia della concorrenza leale tra le imprese: sono questi in sintesi gli obiettivi prioritari del protocollo sul sistema degli appalti che Cgil, Cisl e Uil di Cagliari auspicano di firmare presto con il sindaco Massimo Zedda. I contenuti dell'accordo fanno già parte di un confronto avviato tra sindacati e amministrazione, sul quale occorre ora arrivare alla stesura e approvazione di un testo condiviso definitivo.
Sulla scia di altri protocolli firmati in tutta Italia da città e aree metropolitane, l'accordo richiamerebbe le disposizioni del codice appalti nazionale e potrebbe rappresentare un valore aggiunto verso l'omogeneità e l'efficienza dei servizi svolti dall'amministrazione comunale, che ha già scelto di unificare le procedure attraverso la Stazione unica appaltante.
"Considerato il volume delle gare d'appalto affidate dall'amministrazione, in particolare quelle ad alta intensità di lavoro, e nell'ottica anche dei futuri investimenti legati alla Città metropolitana e, quindi, delle opportunità di lavoro e sviluppo di tutto il territorio — hanno spiegato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Cagliari Carmelo Farci, Mimmo Contu e Gianni Olla — riteniamo importante arrivare a un protocollo che qualifichi ancora di più la qualità dei servizi per i cittadini e le opere pubbliche, con una attenzione particolare al rispetto del lavoro e dei contratti, della sicurezza e della legalità".
I sindacati, ribadisce Mimmo Contu, Segretario Generale della Cisl Cagliaritana, chiedono una conferma dell'impegno che già l'amministrazione ha dimostrato di cogliere, proprio per evitare che gli appalti si caratterizzino per una insostenibile riduzione di costi, origine anche di ritardi nella consegna e realizzazione delle opere. Da qui derivano alcuni punti qualificanti dell'accordo che, secondo Cgil, Cisl e Uil dovrebbe sancire l'impegno all'utilizzo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, al rispetto della clausola sociale e della responsabilità solidale, alla certezza nei tempi di pagamento delle commesse come garanzia per le imprese che, a loro volta, non si fanno trovare in difetto quando si tratta di pagare stipendi e contributi. E ancora, i sindacati chiedono che venga esplicitato nei bandi un riferimento all'applicazione dei contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative del settore merceologico a cui si riferisce l'appalto, così come la definizione del costo del lavoro in base alle tabelle standard nazionali redatte annualmente e, ancora, una premialità per chi, in caso di nuove assunzioni, dia la precedenza al bacino di cassintegrati e disoccupati del territorio.
Si tratta quindi di inserire nei bandi una serie di criteri che possano scongiurare l'utilizzo di manodopera irregolare e precaria, l'evasione contributiva, il dumping sociale che altera la concorrenza con il rischio di mettere fuori dal mercato le imprese in regola.
Non a caso, i sindacati vorrebbero che un capitolo del protocollo fosse dedicato ai subappalti, il cui ricorso dovrebbe essere limitato e in ogni caso, monitorato costantemente, anche attraverso un contatto diretto della committente con tutte le imprese che svolgono lavori o servizi, non solo con la capofila.
Cgil, Cisl e Uil chiedono, infine, che venga assicurata la più ampia informazione sull'andamento degli appalti attraverso un confronto costante, istituendo magari un osservatorio per lo stesso monitoraggio sull'applicazione del protocollo.