29/04/2019
Convegno CISL Sardegna : quale sviluppo e autonomia per la Regione Sardegna - Le proposte della Cisl Sarda
Un settimo delle famiglie sarde vive, “sopravvive”, senza reddito da lavoro. Il 40% della popolazione attiva sarda è formata da giovani (fino a 29 anni di età) senza lavoro. L’importo medio delle pensioni di vecchiaia in Sardegna è pari a 1.090,34 euro ( calcolato lordo): soglia di reddito che coincide con quella individuata per la povertà relativa (1.085 euro per un nucleo composto da due persone).
“ O sarà Europa del lavoro, delle persone e della solidarietà, o non sarà Europa”. Grande attualità al convegno della Cisl regionale su “ Quale sviluppo e autonomia per la Sardegna” ,organizzato questa mattina dalla Cisl regionale ( presenti anche il Presidente della Regione, Christian Solinas, parlamentari europei, consiglieri regionali,, i docenti universitari Beniamino Moro e Giorgio Garau, il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu)). Il segretario generale della Cisl sarda, Gavino Carta ha puntato i riflettori sulla situazione dell’isola, mentre il segretario confederale Ignazio Ganga ha richiamato l’attenzione degli oltre 200 partecipanti sull’Europa.

«Crisi economica, disoccupazione di massa, desertificazione produttiva ed industriale, pressione fiscale senza precedenti per famiglie e imprese: una situazione drammatica che annuncia – dice Carta - stagioni ancora più difficili per la Sardegna qualora non si corra ai ripari con interventi utili a contrastare le povertà ( + 3% nel 2017 la povertà relativa), promuovendo lavoro e occupazione».
In Sardegna, sulla base di alcuni indicatori quali tasso di disoccupazione, ammortizzatori sociali straordinari e in deroga, e di una valutazione empirica, il numero di famiglie senza reddito da lavoro supera il numero di 120 mila su un totale di circa 700 mila ( 726.348) famiglie. Da tenere in considerazione che l'incidenza della povertà relativa delle famiglie nell’isola riguarda un numero di circa 124.205 unità (17,1% nel 2017) e circa 630 mila sono considerati a rischio povertà (38.1%)
Deficit di Competenze
Permane pure un grave deficit (o povertà) di competenze. La popolazione 15- 29 anni, né occupata né inserita in un percorso formativo o di istruzione, è in Sardegna al 27,6%. | giovani che lasciano la scuola senza un adeguato titolo di studio sono il 25,1%, in Italia il 18,1%. Il tasso di partecipazione al sistema di formazione e istruzione, nella fascia di età 15 29 anni, è in Sardegna all'80,1%, in quella 20-29 anni al 18,9%. Ecco perché l'obiettivo di ridurre entro la fine del decennio il tasso di abbandono scolastico al 10% è stato riproposto nell'ambito della strategia europea 2020. Per completare lo scenario del disagio sociale e giovanile nell'isola, è indispensabile sottolineare il tasso di disoccupazione nella fascia di età fino ai 29 anni ormai oltre il 40% degli attivi.
Le difficoltà della terza età
La povertà relativa e assoluta è un fenomeno che coinvolge un numero importante di anziani. In Sardegna un indicatore che ne rileva la dimensione è il reddito previdenziale. Sulle pensioni di vecchiaia l'importo medio mensile regionale è di 1.090,34 euro (importo calcolato lordo); una soglia di reddito che coincide con quella individuata per la povertà relativa (1.085 euro per un nucleo composto da due persone). Per quel che riguarda invece le pensioni assistenziali, il dato medio mensile degli assegni sociali è di 408,97 euro, mentre per gli invalidi civili è di 426,44 euro.
«La Sardegna resta tra le regioni più povere della Unione Europea, con un PIL al di sotto della media UE, e con una forza lavoro in costante diminuzione, soprattutto negli ultimi tre anni (problema che segnala la dimensione anche del numero degli inattivi), con una occupazione fortemente caratterizzata da lavoro precario e stagionale».
Riflettori del segretario confederale Ignazio Ganga soprattutto sull’Europa, in questo momento sotto attacco dei grandi colossi economici – Usa e Cina soprattutto - che cercano di “spappolare” un mercato di 500 milioni di persone e farne terra di conquista. Ganga non ha dimenticato un problema che preoccupa la Sardegna, la richiesta di maggiori spazi di autonomia fatta dalle regioni del centro e nord Italia. “Vero problema della Sardegna in questo momento non è tanto l’autonomia delle altre regioni quanto che i sardi sappiano valorizzare la loro autonomia. Fino a oggi non l’hanno fatto e in Sardegna circola un autonomismo inferiore a quello di 30 anni fa”.