Lavori socialmente utili in provincia di Cagliari: al palo in attesa delle elezioni.
Sono ancora 258 in provincia di Cagliari, 266 nel Sulcis e 84 nel Medio Campidano, i lavoratori socialmente utili, ai quali ancora non si riesce a dare risposte.
E’ tutto fermo e non da oggi. Nessun esito è scaturito dagli incontri con il Presidente Soru: da quando si è insediata la Giunta regionale, nonostante la mobilitazione regionale e territoriale, ancora nessuna stabilizzazione.
Nel Medio Campidano, un’iniziativa di grande spessore ha portato i lavoratori a manifestare in tutti i comuni della nuova Provincia e i Sindaci e anche il presidente della Provincia hanno firmato dei protocolli di intesa per arrivare alle stabilizzazioni nelle varie forme previste.
Atteso che vi è il blocco delle assunzioni nelle P.A., a causa della normativa nazionale, si è richiesto di addivenire alla costituzione di un’unica società mista o interamente pubblica che possa essere lo strumento per la Provincia e per tutti i comuni che devono agire in modo sinergico. Per questo le amministrazioni vanno tallonate costantemente, per evitare le solite promesse.
La scintilla per l’avvio delle manifestazioni è nata a Villacidro, comune nel quale vi sono 18 LSU per i quali l’amministrazione non ha mai dato corso a nessun provvedimento di stabilizzazione.
Per quanto riguarda la provincia di Cagliari, CGIL CISL UIL hanno organizzato un’animata assemblea alla quale hanno partecipato circa cento lavoratori ed è stato diramato un comunicato, a firma di Contu (CISL), Marongiu (CGIL), Calledda (UIL)
Nel comunicato, tra l’altro si è fatto il punto della situazione rispetto alle prospettive di stabilizzazione in relazione alle evoluzioni che si sono succedute nell’ultimo anno e mezzo con particolare riferimento agli incontri, dei mesi di novembre e febbraio scorsi, con la Presidenza della Giunta Regionale.
E’ emersa una preoccupazione forte e diffusa per la fase di sostanziale stallo che interessa sia l’ambito di confronto con la Regione – sui progetti di stabilizzazione che erano stati annunciati e che non hanno avuto una conseguente concretizzazione neanche di carattere progettuale – che per l’immobilità delle Amministrazioni Comunali che utilizzano il lavoro dei L.S.U. senza porsi nella prospettiva di una organizzazione e strutturazione delle attività e di stabilizzazione occupazionale delle/dei lavoratrici/tori.
Come se questa situazione fosse data per sempre, per un tempo che oramai dura da più di un decennio, quando invece l’obiettivo che dovrebbe essere perseguito – da tutte le parti – è lo svuotamento del bacino in una ottica di progressiva – e utile per tutti – stabilizzazione.
Per questo occorre rilanciare una fase d’iniziativa sindacale, articolata nelle azioni e che si rivolga a più interlocutori, e che parta da una esplorazione, stringente, delle disponibilità al confronto con gli Enti Utilizzatori e con gli altri soggetti del territorio.
Iniziativa sindacale da far vivere in un clima di progressiva mobilitazione e che abbia come finalità anche la introduzione di una “progressiva rigidità” nel rapporto con i Comuni: abbiamo denunciato più volte che - dopo anni e anni - le Amministrazioni, la parte politica, non possono non porsi nella prospettiva di una strutturazione delle attività che oggi – senza un costo per l’Amministrazione e nella maggior parte dei casi senza neanche l’integrazione oraria a carico del Comune – sono affidati ai L.S.U.
Se gli L.S.U. ai Comuni servono, e servono, occorrono risposte per dare stabilità e per fare uscire da questa situazione di precarietà le persone, ma anche la stessa organizzazione delle attività, evitando le “scorciatoie” praticate anche di recente da diverse Amministrazioni.
Parallelamente, CGIL CISL UIL sollecitano la convocazione del tavolo tecnico in sede di Assessorato al Lavoro che faccia il punto sulla situazione, anche in ragione di alcuni processi che sono in corso di realizzazione.
Occorre evitare che l’obiettivo, concretamente esigibile sia, annualmente, la proroga del finanziamento anche per gli effetti – questa volta si strutturali – che produce questa condizione che più dura e più genera difficoltà per una sua positiva e soddisfacente soluzione.
L’azione di sensibilizzazione si indirizzerà, naturalmente, non soltanto verso i Comuni, direttamente interessati, ma anche verso gli altri soggetti del territorio con l’obiettivo di allargare, il più possibile, il ventaglio della iniziative
Infine si è tenuto un incontro in Regione, durante il quale si è discusso delle problematiche dei lavoratori socialmente utili della Provincia, in considerazione della costituzione delle due nuove, in particolare quella del Sulcis.
I rappresentanti della Provincia di Cagliari (Dr. Marco Cabras e ing. Abramo Garau) hanno dichiarato che la provincia intende assumere all’interno della PROSERVICE il maggior numero di LSU, in considerazione dell’entità delle risorse disponibili, il cui inventario ancora non è stato fatto.
Come sindacato noi siamo fermi alle dichiarazioni del presidente Milia che affermò: “tutti i lavoratori socialmente utili della provincia verranno assunti dentro la PROSERVICE”.
Per quanto riguarda quelli operanti nella provincia del Sulcis, è stato prospettato un percorso che porti al loro trasferimento alle dipendenze della nuova provincia e alla stabilizzazione in una nuova società mista per quel territorio. I funzionari dell’INSAR e della Regione si incontreranno con i vertici della provincia per avviare la sua costituzione.
Come CISL, abbiamo auspicato una sinergia nell’attività delle due Province, con il coordinamento della Regione che ha dichiarato di avere a disposizione ulteriori 8 milioni di EURO, provenienti dal Ministero, per progetti speciali.
Abbiamo ancora raccomandato che i LSU della Comunità Montana 23, in fase di estinzione, possano proseguire l’attività presso la Provincia.
Dopo la pausa elettorale, già da lunedì si riprende con un’assemblea a Villacidro.
Una soluzione appare infatti a portata di mano, se tutti faranno la loro parte.