La provincia di Cagliari, nell'ambito dell'animazione sulla progettazione integrata, ha convocato un incontro per la valorizzazione del settore culturale.
Vi è la concreta possibilità di costruire sinergie nel territorio per rendere la cultura volano anche di sviluppo economico e sociale, oltreché di promozione umana.
Tanto più che le elaborazioni varranno sia per i 700 milioni previsti per il 2006, ma anche per i prossimi fondi europei. In questo ambito, da sempre la Cisl e la FISTEL cagliaritana ritengono fondamentale, per Cagliari e per la Sardegna, il ruolo del Teatro Lirico, che è tra le 11 fondazioni italiane, finanziata dal F.U.S. La Cisl pensa che sia importante quindi che il Teatro, mettendosi in sinergia con le istituzioni locali e con le forze economiche e sociali, diventi promotore di iniziative sul territorio.
Su questo argomento, pubblichiamo una breve nota di Angelo Cocco, segretario della Fistel/Cisl di Cagliari e componente del consiglio generale della UST:
Il Teatro lirico di Cagliari con i suoi 260 dipendenti stabili e 60 a termine, la più importante impresa culturale della Sardegna, ha attuato in questi ultimi anni un progetto culturale sempre più apprezzato dalla critica internazionale, dai politici e soprattutto dal pubblico. Con i suoi 12.000 abbonati risulta al primo posto in Italia in rapporto al bacino d’utenza; supera di gran lunga gli abbonati della Scala (8.000) e del Cagliari Calcio.
Nonostante questi risultati, le risorse pubbliche statali, regionali e comunali si sono progressivamente ridotte e oggi risultano pari a 24 milioni di euro contro i 27 del 2005 col rischio di rientrare nell’anonimato del decennio precedente.
Se il sostegno pubblico deve continuare ad essere fondamentale per le attività culturali è tuttavia necessario suscitare e incoraggiare, anche con misure fiscali, l’apporto dei privati sia con la loro presenza nel consiglio d’amm.ne sia con interventi legati a rassegne, festival ed eventi musicali.
Uno studio condotto a Glasgow, facilmente estendibile a Verona, Torino, Genova..., ha mostrato che a fronte di uno stanziamento pubblico 2 milioni di sterline, si è avuto un beneficio complessivo per la città pari a 32-37 milioni di sterline con effetti positivi sull’aumento dei posti di lavoro, sul turismo, sulla qualità della vita. Quegli investimenti in cultura si sono rivelati il mezzo più efficace per riqualificare il territorio.
L’Università e il Comune di Torino hanno promosso una ricerca sul rapporto spesa in cultura e ritorno in termini di ricaduta sull’economia cittadina, dalla quale risulta che ogni euro investito in cultura ha una ricaduta sulla città di 21 euro. Si tratta di un’ulteriore prova che la cultura può essere fattore importante di sviluppo di una città e di un territorio, soprattutto quando si riesca ad accrescere i consumi culturali: libri, spettacoli, cinema, audiovisivi e musica.
Ricordiamo che il festival internazionale di Sant’Efisio, i precedenti festival del Mediterraneo svolti all’Anfiteatro, costituiscono, se supportati da progetti sostenibili, un forte incentivo per il binomio musica-cultura-turismo.
Ricordiamo che il Teatro, ospitando per tutto l’anno compagnie di canto, orchestre sinfoniche, e complessi di musica da camera, incentiva in modo sensibile l’industria alberghiera e i ristoranti.
Occorre dunque una visione della cultura e delle arti che finalmente incida non solo nello sviluppo di Cagliari e della Sardegna ma costituisca un polo di riferimento culturale al centro del Mediterraneo.
In questo contesto nello sviluppo urbanistico di Cagliari può trovare collocazione “La cittadella della Musica” un parco integrato comprendente il Conservatorio di musica, il Teatro lirico comunale, i laboratori di scenotecnica e di sartoria, le infrastrutture alberghiere (THotel) e di ristorazione, i parcheggi sotterranei, il tutto in un parco immerso nel verde.
Sembra un sogno, ma nel futuro di una città moderna e turistica questo può diventare realtà.
In questo devono credere i politici e i privati.