Oltre seicento delegati e militanti di CGIL CISL UIL di Cagliari hanno affollato la sala conferenze dell'Hotel Mediterraneo di Cagliari per discutere della riforma della Costituzione, approvata dal parlamento su proposta del Governo Berlusconi, e per dire NO al voto referendario del 25 26 giugno prossimi.
I lavori sono aperti dal segretario della CGIL, Enzo Costa che, all'apertura dei lavori, ha ricordato l'apporto determinante dei lavoratori, durante la guerra e con la lotta partigiana. Dalle lotte e dai sacrifici dei lavoratori è nata una Costituzione che, nell'articolo 1, afferma "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro", frutto dell'assemblea costitutente, eletta il 2 giugno 1946, che elaborò una Costituzione alla cui stesura contribuirono insigni figure della politica, del sindacato e della società civile.
La relazione introduttiva è stata svolta dal segretario generale della Cisl cagliaritana, Fabrizio Carta che ha spiegato le motivazioni che hanno portato CGIL CISL UIL ad aderire, immediatamente, al comitato "Salviamo la Costituzione". Nella relazione un forte appello a tutti i lavoratori e gli iscritti ai sindacati confderali a votare in modo deciso e convinto NO al refeendum del 25. Ha anche annunciato che nei prossimi giorni si terranno nelle fabbriche, negli uffici e nelle leghe dei pensionati altre assemblee informative sull'argomento, ché la vittoria del NO non può essere considerata scontata, ma ogni voto sarà necessario in un referendum che non ha bisogno di raggiungere il quorum del 50%.
La devolution, l'accentramento dei poteri nelle mani di un premier assoluto che può anche sciogliere il Parlamento, lo svuotamento dei poteri del Presidente della Repubblica, che perderebbe il suo ruolo di garante della Costituzione, la farraginosità del sistema di approvazione delle leggi, la forma di senato federale indicata, sono tutti elementi negativi che CGIL CISL UIL contestano radicalmente. Insomma, con la scusa di modificare la seconda parte della Costituzione, si vuol mettere mano a principi che il sindacato ritiene inviolabili: quelli della prima parte della carta costituzionale.
Tutto ciò, ha spiegato Carta, ha una valenza anche sui lavoratori, sui pensionati, sui disoccupati, sulle fasce deboli della popolazione. Si rischia di dividere in due le Regioni: quelle povere e quelle ricche e di non consentire a tutti di avere gli stessi standard dei servizi sociali, nel campo della scuola, della sanità, della sicurezza.
C'è il rischio che un premierato così forte metta ancora una volta in un cantuccio la concertazione, come avvenuto di recente a livello nazionale e anche regionale, con l'aggravante di una riforma che darebbe poteri assoluti o quasi al presidente del Consiglio.
CGIL CISL UIL vogliono invece rilanciare un federalismo cooperativo e solidale e una concertazione seria e concreta.
Anche rispetto ai problemi sardi, è stata sottolineata l'esigenza di un approfondimento dei problemi relativi alla carta statutaria della Sardegna e di una correzione dell'attuale sistema elettorale che, in Sardegna, ha costituito di fatto un governatore con poteri fortissimi: ciò, sia a livello centrale che regionale, non può essere accattato da un sindacato che mette al primo posto la partecipazione e la concertazione.
Sulla stessa lunghezza d'onda, l'intervento del prof. Francesco Sitzia, presidente del comitato propmotore del referendum, al cui impegno si deve anche la raccolta di firme di tanti cittadini, lavoratori, pensionati.
Il prof. Sitiza ha messo in rilievo il forte impegno unitario del sindacato ed ha auspicato ulteriori momenti di partecipazione e discussione anche dopo il 25 giugno, dopo l'auspicata vittoria del NO.
Poi sono intervenuti Fabio Mannu ed Elisabetta Sorgia della UIL, Enrico Frau della Cisl scuola, che ha messo in evidenza le conseguenze di una simile riforma sulle problematiche dell'istruzione e della scuola, specie in una Regione come la Sardegna. Toccante è stata la testimonianza di una pensionata della CGIL, Pina Brizzi, che ha raccontato in modo efficace e lucidissimo la sua esperienza diretta nelle vicende della guerra e della lotta partigiana, con un intervento applauditissimo.
Infine, le conclusioni del segretario confederale Carlo Ghezzi della CGIL che ha invitato i militanti ad un impegno forte e diretto nella campagna referendaria.
N.B.
La relazione introduttiva nella sezione documenti.