25/06/2006
Bosa, la FNP regionale a convegno: i pensionati e il loro salario
Convegno a Bosa della FNP: I pensionati e il loro salario.

L’anziano ha un futuro biologico, non deve considerare la vecchiaia una malattia e deve coltivare la speranza perché è parte attiva e consapevole, in una società percorsa da grandi mutamenti.
Al di là dei dati tecnici, questo è l’elemento essenziale emerso nel Convegno del 23 giugno, organizzato a Bosa dalla segreteria regionale della FNP sarda.
Il Convegno, coordinato da Luigi Merolla (responsabile dell’ufficio studi della FNP/CISL) e aperto dal segretario regionale, Alberto Bottoni, ha visto una nutrita e qualificata partecipazione di esperti: dal segretario nazionale FNP Minardi, al prof. Pietro Rutelli dell’università di Cagliari da Maurizio Benetti, esperto previdenziale, a Valeria Maione dell’Università di Genova.
Ma, naturalmente, i momenti più importanti sono stati l’intervento del segretario generale della Cisl sarda, Mario Medde e le conclusioni di Antonio Uda, segretario generale FNP.
I pensionati della CISL, quindi, si organizzano, consci del loro numero e della loro rilevanza nella società moderna, e propongono, con l’ausilio degli esperti della psicologia, della previdenza e dell’università, una piattaforma da porre all’attenzione e da contrattare con il nuovo Governo, ma anche un modello da affermare, in una società che spesso tende a trascurare e sottovalutare il ruolo dell’anziano e del pensionato.
E’ stata una riflessione a largo raggio quella fatta dalla FNP, a Bosa, perché anzitutto viene lanciata una sfida culturale e poi politica, ha detto Antonio Uda nelle sue conclusioni, anche all’interno del sindacato e della CISL confederale in particolare.
La FNP vuole essere un’autorità salariale, al pari delle altre Federazioni di lavoratori, e vuole essere protagonista insieme alla confederazione, perché, come si insegnava una volta, la pensione è salario differito del lavoratore e va quindi contrattata: da qui discende la competenza della FNP.
Gli obiettivi della FNP sono dunque:
- rivalutare le pensioni che, negli ultimi anni, hanno perso potere d’acqusito fino al 30% del loro valore, con una penalizzazione crescente per quelle più basse, erose dal caro vita e dal fenomeno dell’EURO.
- rivedere il paniere ISTAT per il calcolo dell’inflazione perché oggi non è più aderente alle esigenze delle fasce deboli e, in specie, dei pensionati e degli anziani in genere. Sono ben 500 le voci che compongono il paniere, ma di queste solo 100 riguardano i pensionati. Ma che ci si dimentichi degli anziani, nonostante il loro contributo di esperienza e di aiuto alle famiglie (vedi affidamento minori), è dimostrato anche dal fatto che il paniere ISTAT viene definito “degli operai e degli impiegati”!! Ma c’è anche un fattore interno all’organizzazione sindacale: lo Statuto della CISL all’articolo 1 parla solo di lavoratori, ma non di pensionati.
- costituire il fondo per i non autosufficienti, richiesto attraverso la raccolta di firme nella scorsa legislatura e che va ripreso e attuato in questa.
- attuare una politica socio sanitaria che riduca l’ospedalizzazione, fonte di sprechi, e punti sull’assistenza domiciliare integrata efficiente e di qualità che va rivendicata nei confronti del sistema degli enti locali e delle ASL, a livello periferico.

In questo senso, la FNP non può dunque accettare la politica dei tagli o dei due tempi che sembra profilarsi a livello nazionale, anche a causa del deficit di bilancio accumulato negli anni scorsi, né è condivisibile la proposta di aumento dell’età pensionabile. Vi è una contraddizione: da un lato si espellono prematuramente dal ciclo produttivo migliaia di lavoratori, dall’altro si vuole aumentare l’età pensionabile , il che rappresenta una contraddizione.

Ma le problematiche dei pensionati e degli anziani hanno anche una peculiarità tutta sarda. I dati forniti dall’INPS della Sardegna e commentati durante il convegno da Mario Medde, rappresentano un campanello d’allarme. In Sardegna i redditi da pensione sono bassissimi, insufficienti a garantire un tenore di vita accettabile e sono al di sotto della media nazionale. Di fatto, la generalità dei pensionati va ad ingrossare le fila di coloro che hanno un reddito al di sotto della soglia di povertà assoluta e relativa, con l’aggravante di vivere in una regione dove i servizi socio sanitari non raggiungono certo la qualità delle altre regioni italiane e la disoccupazione raggiunge punte elevatissime.
Bisogna quindi intervenire per invertire questa spirale, perché il rilancio dell’economia passa anche attraverso una ripresa dei consumi e quindi attraverso un aumento dei redditi dei pensionati e dei lavoratori, con un necessario riequilibrio della distribuzione della ricchezza, minata dall’evasione fiscale e dagli sprechi.
Insomma, da un Convegno di anziani e pensionati, traspare invece tutta la freschezza e la vitalità di un’organizzazione viva, combattiva, pronta a riprendere la strada delle rivendicazioni e, se necessario, della lotta nei confronti di Governo, Regioni, sistema degli enti locali. Tutto ciò nella logica del rilancio del rapporto intergenerazionale tra giovani ed anziani, che costituisce il tratto più qualificante del sindacato CISL dei pensionati.
Il pensionato, per dirla con il prof. Rutelli, rappresenta una miniera di esperienza e professionalità accumulata negli anni che non può e non deve essere dispersa, ma valorizzata nell’interesse della società tutta e quindi anche della CISL.
Nei prossimi mesi, dunque, ci si dovrà attendere una FNP ancora protagonista a favore dei pensionati.
Nota a cura della UST/CISL di Cagliari