SINTESI INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CISL SARDA MARIO MEDDE
Oggi, 30 giugno 2006, la CISL SARDA e la CISL del SULCIS IGLESIENTE hanno promosso una manifestazione qui a MASUA, nell’Iglesiente, per protestare nei confronti della Regione sarda, che ha deciso la vendita degli ex siti minerari di MASUA, MONTE AGRUXAU, INGURTOSU, PITZINURRI e NARACAULI.
La Regione ha infatti emanato un bando che prevede la cessione di aree che insistono su due compendi che assommano a 647 ettari, per un importo totale assunto a base d’asta di Euro 43.520.000 (32.520.000 + 11.000.000).
La CISL, con l’iniziativa di oggi, chiede invece una valorizzazione del territorio, degli ex siti minerari, del PARCO GEOMINERARIO e un futuro di-gnitoso per i lavoratori, nel rispetto degli impegni assunti con le orga-nizzazioni sindacali, con le rappresentanze economiche e con gli enti locali. Dunque la CISL è per uno sviluppo che rispetti e valorizzi l’ambiente, e con esso i siti che hanno anche valenza di beni culturali e storici e che rappresentano una grande testimonianza di archeologia industriale. Si tratta infatti di partire dall’idea presente nell’accordo Governo-Sindacati-Regione, contestuale alla dismissione delle miniere, di presidi minerari che presupponevano la bonifica e una programma-zione condivisa degli interventi; uno sviluppo, dunque, sia turistico che produttivo e artigianale.
Insieme alle miniere dismesse, però, è aperta e ancora irrisolta una vertenza fondamentale per il futuro del territorio, quella energetica, che coinvolge tutto il polo industriale di PORTOVESME e il rilancio della MINIERA CARBOSULCIS, della quale è azionista unico la Regione Sarda. In Carbosulcis sono presenti 580 lavoratori che attendono il rilancio della produzione e la ripresa dell’attività estrattiva del carbone.
Per la definizione di questa vertenza è necessaria inoltre la costruzione della centrale nell’ambito della più generale vertenza energetica.
Nella risoluzione di questi problemi si è in attesa di capire quale sarà l’impegno progettuale e finanziario della Regione.
La CISL è però contraria alla vendita e propone un progetto da condivi-dere per lo sviluppo del territorio, una revisione del bando e l’avvio di un confronto con i sindacati, gli Enti Locali e le associazioni imprendi-toriali.
Siamo qui a MASUA non solo per apprezzare la bellezza dei luoghi e del mare, cosa peraltro da tutti riconosciuta, e certamente per questo og-getto di attenzione, ma soprattutto perché, ricordando emblematica-mente tutte le miniere e i minatori, non si dimentichi il sudore e il san-gue versati tra i solfuri e gli ossidati di piombo e zinco, e non si rimuo-vano uomini e luoghi che hanno fatto la storia del lavoro e del sindaca-to nel territorio e in Sardegna.
Qualcosa di importante dunque, nella valorizzazione di questo territo-rio, deve pur restare della memoria di questa lunga vicenda che ha ca-ratterizzato il lavoro minerario.
Non vorremmo che si sovrapponesse, a tutto ciò, solo il sudore dei golfisti, che pure si è disposti ad ospitare senza farne, però, un mo-dello unico di sviluppo.
Ma non è semplicemente il filo della memoria che bisogna riannodare. La CISL, da tempo, chiede a chi ne ha la responsabilità di garantire una fruizione di questi luoghi con un progetto integrato, fatto di turismo, di cultura, di ambiente, di produzione artigiana e di attività produttive compatibili. La politica e le istituzioni debbono creare le condizioni perché questo possa accadere e realizzarsi, attraverso la promozione e il sostegno normativo e finanziario.
Nella storia del sindacato non c’è mai stata infatti inclinazione verso la sola conservazione, ma vivendo nei bisogni e nelle aspettative di coloro che abitano e vivono il territorio, abbiamo evidenziato la necessità della filiera, della conservazione, della valorizzazione e della fruizione in una dimensione eco-compatibile e di sviluppo sostenibile.
Per tutti questi motivi abbiamo pensato a un gesto simbolico di alcuni bambini e di alcuni protagonisti e testimoni dell’esperienza mineraria che liberano dei palloncini con un messaggio a testimoniare la libertà delle scelte, presente e futura, i vincoli che ci vengono dal passato, la proprietà e la disponibilità dei territori dell’Isola nella programmazione dello sviluppo della Sardegna.
Infatti la CISL SARDA e la CISL del SULCIS IGLESIENTE hanno promosso quest’iniziativa odierna non solo per i molti o pochi ettari di terra in di-scussione, ma per riaffermare i diritti dei lavoratori e che la proprietà dei territori dell’Isola appartiene ai sardi e per ribadire una superiore idea di giustizia, di sviluppo e di concreta autonomia.