COMUNICATO
Il punto sui lavori socialmente utili
La recente delibera approvata dalla Regione Sardegna sui lavori socialmente utili, recepisce sostanzialmente il lavoro del tavolo tecnico, cui hanno partecipato anche le OO.SS., e rappresenta un tassello fondamentale per realizzare la stabilizzazione dei lavoratori.
L’aumento degli incentivi per le assunzioni nella Pubblica Amministrazione (100% del costo lavoro per i primi tre anni e il 75% per altri due) e per le esternalizzazioni (in aggiunta agli incentivi esistenti, è previsto un contributo di 5000 euro per tre anni, per ogni lavoratore assunto) apre delle possibilità nuove.
Tuttavia per utilizzare le risorse derivanti dalla Convenzione aggiuntiva Regione/Ministero del lavoro (oltre otto milioni di euro), è necessario che tutto il sistema degli enti locali faccia la sua parte in modo rapido e intelligente, perché i tempi sono stretti.
La Cisl di Cagliari e del medio Campidano, insieme alle altre organizzazioni, si sono attivate per aprire un confronto sia con le province di Cagliari e del Medio Campidano, sia con le ALS 6, 8 e azienda ospedaliera Brotzu), in relazione al fatto che l’assessore al lavoro aveva annunziato la disponibilità di un centinaio di assunzioni tra ASL, più un altro centinaio nelle province(in questo caso attraverso esternalizzazioni).
Nel nostro territorio di competenza, 15 assunzioni erano state ipotizzate nella ASL 6, ed una quarantina tra Brotzu e ASL 8.
Nei giorni scorsi, si è tenuta una riunione con la ASL n° 6 che è stata illuminante. Da un lato è emerso, infatti, l’interesse e la volontà della ASL 6 di procedere ad assunzioni a costo praticamente zero, dall’altro è però saltata fuori la debolezza dell’impianto predisposto dalla Regione, perché manca finora il presupposto fondamentale per le assunzioni e cioè un ampliamento delle piante organiche, finalizzato all’inserimento dei lavoratori socialmente utili, che è di esclusiva competenza dell’assessorato alla sanità.
In realtà, lo stesso assessore Dirindin, appena due giorni dopo la delibera sui LSU, ha diramato una circolare piuttosto restrittiva che sancisce l’impossibilità per le ASL di procedere anche eventualmente con la copertura di posti ad esaurimento. Mancano infatti tra i lavoratori quelle figure specializzate di cui avrebbe bisogno la ASL, né sono partiti i corsi della Regione, più volte annunciati, per qualificare in anticipo i lavoratori.
Poiché è presumibile che la risposta delle altre ASL sia identica, sembra naufragare, se non si attuerà qualche correzione, il progetto di stabilizzazione della Regione, almeno su questo aspetto: è emersa la mancanza di coordinamento tra i due assessorati (lavoro e sanità) e le stabilizzazioni rimangono sulla carta.
E’ stato fatto il punto della situazione anche con la Provincia di Cagliari. C’è l’impegno di rivedersi a settembre, ma al momento appare una mancanza di chiara progettualità della Provincia di Cagliari e le promesse di stabilizzazione, fatte già oltre un anno fa, di assumere tutti i LSU all’interno della PROSERVICE sembrano ancora teoriche. Le segreterie CGIL CISL UIL hanno invitato la Provincia a realizzare quanto deciso, predisponendo un piano di impresa serio, facendo coordinare gli interventi dei vari assessorati direttamente dal Presidente Milia. Anche in questo caso, vi è il rischio che non si utilizzino a dovere i fondi stanziati e si arrivi stancamente all’ennesima proroga, nonostante i proclami di buona volontà dell’assessore al lavoro, Carla Floris.
Come Cisl abbiamo anche ribadito la necessità che i lavoratori già in forza alla Comunità montana 23 (prossima alla chiusura) siano trasferiti in carico alla provincia e che siano ricompresi, nell’ambito del progetto di stabilizzazione generale, anche i lavoratori della Biblioteca provinciale, da sempre fucina di lavoro precario( LSU e non solo).
Sul fronte dei Comuni, sembra esserci qualche interesse alle stabilizzazioni ma si tratta di verificare le volontà concrete, nelle prossime settimane.
Come si può notare, non ci può essere grande ottimismo, ma occorre passare ad una fase di pressione e mobilitazione nei confronti della Regione perché chiarisca meglio la questione delle assunzioni nelle ASL e stabilisca un coordinamento tra gli assessorati e verso gli enti locali, in genere (le due province in primis) perché la finiscano una volta per tutte di utilizzare gratis i lavoratori, dando spazio ad una creatività che produca soluzioni concrete.
Il rischio è l’ennesima beffa per i lavoratori, “il vorrei ma non posso” di molte amministrazioni che utilizzano questo alibi per andare di proroga in proroga.
Per evitare questo, ci vorrà il massimo impegno e la massima determinazione del sindacato e dei lavoratori.
Cagliari 9/8/2006
Nota a cura della Segreteria.