CHIUSURE FERRAGOSTANE: una nota del Segretario Generale Cisl Cagliari.
Cagliari 17/8/2006
Che la recente legge regionale sul commercio abbia bisogno di correzioni è certamente vero, anche perché è stata approvata dopo anni di carenza legislativa, durante la quale tutti i comuni sardi sono diventati turistici potendo così aprire indisturbati tutti gli esercizi commerciali di domenica e in ogni festività: senza regole e favorendo la proliferazione del lavoro atipico e nero.
Al di là dei divieti previsti dalla legge, che secondo la Cisl vanno rispettati, tra i punti nodali vi è l’articolo che prevede la concertazione tra le parti sociali (enti locali, associazioni dei commercianti e sindacati dei lavoratori) per le deroghe all’obbligo di tenere chiusi gli esercizi commerciali (non i bar o ristoranti, si badi bene) nelle giornate festive.
Questo principio è una “rara avis” nel panorama legislativo regionale (ma anche nazionale) perché introduce per legge la concertazione in un settore dove il far west ha sempre prevalso, e dà quindi ruolo ai rappresentanti dei lavoratori che, da anni, reclamano migliori condizioni di lavoro, minore sfruttamento, contratti di lavoro standard e combattono il lavoro grigio o nero, ben diffuso nel “commercio”.
La CISL ritiene fondamentale che questo principio sopravviva a qualunque correzione, che temiamo possa essere fatta, viste le polemiche spesso strumentali di sindaci di ogni schieramento (sempre pronti in altre sedi a concionare contro il lavoro atipico, salvo poi favorirlo nei fatti).
I diritti e le conquiste dei lavoratori vanno difesi ed incrementati, perché da troppo anni vi è una dilatazione sproporzionata degli orari di apertura anche festiva, specie in Sardegna, terra di supermarket.
Ma soprattutto il dibattito di questi giorni appare riduttivo e semplicistico: una città un paese sarebbe turistico solo se, per ferragosto, si può comprare un capo d’abito o una salsisiccia. Noi pensiamo che il dibattito vada allargato: il turismo si favorisce con trasporti che funzionano, a partire dal sistema aeroportuale e marittimo, con città aperte ai residenti e ai turisti, con la possibile fruizione dei beni culturali, ma anche degli stessi servizi pubblici, in genere, delle banche, delle poste, nel rispetto dei contratti e degli accordi sindacali.
Insomma, l’onorevole Capezzone, ben noto per voler abolire lo Statuto dei lavoratori ( e non solo l’articolo 18), si scandalizza perché a Ferragosto in Sardegna si chiude, ma non si preoccupa che tutti gli altri fattori che incidono sulla qualità del turismo funzionino meglio!! O che magari tanti uffici pubblici, a cominciare dagli uffici comunali, abbiano chiuso non il 15 agosto (che sarebbe naturale), ma il 14, giorno feriale.
Meno scandalismo e più impegno collettivo per migliorare la qualità della vita delle città, per i turisti, per i consumatori, ma anche per i lavoratori e per i residenti.
Altrimenti, dopo l’abbuffata di discussioni di questi giorni, la cultura turistica sarà ferma al banale sondaggio sul market chiuso o aperto e questo non favorirà né lo sviluppo né l’aumento dell’occupazione.
Il Segretario Generale
Fabrizio Carta