17/10/2006
Consiglio Generale Cisl Cagliari: il documento conclusivo
Di seguito il testo del documento conclusivo approvato dal Consiglio Generale della Cisl di Cagliari
La relazione introduttiva nella sezione documenti

Consiglio Generale UST/CISL Cagliari del 16 ottobre 2006.

Documento conclusivo


Il Consiglio Generale della Cisl Cagliaritana, riunito il 16 ottobre, sentita la relazione della Segreteria, gli interventi dei consiglieri e quello della segreteria regionale USR, la approva e formula il seguente documento conclusivo:

Il Consiglio condivide il giudizio dato dalla Cisl confederale nazionale sulla Finanziaria, ma auspica che essa, pur introducendo elementi di rigore per il risanamento dei conti pubblici, necessari per rientrare nei parametri della Comunità europea, inneschi, nel contempo, meccanismi di redistribuzione della ricchezza, a fronte di fenomeni, avvenuti in questi anni, da un lato di arricchimento di alcune fasce sociali e dall’altro di impoverimento di larghe fasce di lavoratori e pensionati. E’ su questo che i lavoratori e il sindacato devono misurare la validità della Finanziaria, al di là delle singole misure, perché se, per le riforme e per il risanamento della finanza pubblica ci vogliono tante risorse, bisogna reperirle attraverso una tassazione maggiore verso i ceti realmente più abbienti, una lotta seria all’evasione e al lavoro nero e sommerso, ed un’adeguata tassazione delle rendite finanziarie
All’introduzione delle nuove aliquote fiscali, non deve, invece, fare da contrappeso l’aumento dell’imposizione locale (addizionali, ICI, tariffe) che di fatto vanificherebbe il beneficio per lavoratori e pensionati. Per questo è necessario che i tagli agli enti locali siano ridotti il più possibile, pena un tagli dei servizi sociali.

Il Consiglio esprime la sua contrarietà al fatto che nella Finanziaria non si diano risposte alla vertenza dei Pensionati (equiparazione no tax area, insufficiente finanziamento del Fondo per i non autosufficienti, mancanza di misure per gli incapienti e per la rivalutazione delle pensioni) e si rinvii tutto ad un successivo confronto.

Preoccupazione è stata espressa anche riguardo alla manovra sulla devoluzione del TFR inoptato al Fondo dell’INPS, perché può mettere a rischio tutta la partita del decollo della previdenza complementare, che si ritiene invece assolutamente prioritaria per la salvaguardia del livello delle pensioni dei giovani.

A giudizio del Consiglio, sembrano muoversi nella logica della posizione CISL i primi interventi sul precariato (aumento contributi previdenziali per il lavoro parasubordinato, lotta al sommerso, percorsi di stabilizzazione dei COCOPRO), mentre è positivo che il problema della riforma delle pensioni, stralciato dalla Finanziaria, sia affrontato in una sessione a parte.

Il Consiglio, pur ritenendo importante e significativo quanto stabilito dall’articolo 102 della Finanziaria, che riconosce una parte di quanto rivendicato con la vertenza regionale sulla diversa ripartizione delle entrate tra Stato e Regione, esprime però contrarietà sia rispetto all’esclusione del sindacato sardo da una reale concertazione nel momento della conclusione della vertenza, ma anche rispetto ai contenuti del provvedimento, soprattutto per quanto concerne lo scambio tra maggiori entrate e l’accollo alla Regione Sarda dei costi per la sanità, la continuità territoriale, il trasporto pubblico locale che, nel corso degli anni, potrebbero rivelarsi penalizzanti per la Sardegna.

Auspica che il Presidente della Giunta Regionale, Soru, riveda la sua posizione e soprattutto non consideri la concertazione solo un momento in cui chiedere condivisione a proprie proposte o per chiedere sacrifici, ma ne riconosca il ruolo insostituibile per l’affermazione di una società democratica e partecipativa, nella quale le forze sociali e le loro idee, per il principio di sussidiarietà, siano tenute in debito conto.

Il Consiglio giudica anche negativamente che nella Finanziaria nazionale non si siano stanziate risorse sufficienti per il rilancio del Porto container di Cagliari, preferendo magari altri siti: è necessario che le forze sociali, istituzionali ed economiche della città ma anche della provincia e della regione si mobilitino, perché l’importante infrastruttura sia valorizzata ed assuma il ruolo di volano per l’economia regionale. In questo senso, l’iniziativa della Provincia di Cagliari per un nuovo accordo di programma per il rilancio del porto canale deve essere allargata alla partecipazione dei Comuni dell’area e delle forze economiche del territorio. Ritiene anche che la valorizzazione del Porto debba trovare adeguati spazi nella progettazione integrata e nell’Intesa Istituzionale di programma, in corso di rimodulazione.

Sul versante dei problemi dell’industria e dell’energia e della mancata attuazione dell’accordo sulla chimica e i ritardi negli interventi nelle infrastrutture, nei trasporti e nelle reti telematiche, tutti fattori decisivi per lo sviluppo, pur considerando le più diverse responsabilità (Governi nazionali, Europa, Imprenditori) registra una linea rinunciataria della Giunta, forse più indirizzata ad affermare l’importanza di altri settori (turismo, servizi, tutela ambientale) che, pur rilevanti, non possono che essere complementari rispetto alla creazione e produzione di ricchezza, che può venire solo da un’industria moderna, efficiente, competitiva e rispettosa dell’ambiente.
Il Consiglio ribadisce la necessità di non disperdere le forze in iniziative territoriali per il rischio concreto di dar vita ad iniziative poco significative dal punto di vista numerico, ma anche nella convinzione che le problematiche vadano affrontate in un’ottica regionale e, se possibile, generale: se veramente si ritiene che il problema “industria” sia essenziale per lo sviluppo dell’intera Sardegna, allora la mobilitazione deve essere “generale” e regionale. La polverizzazione dei tavoli non appare funzionale ad una reale risoluzione dei problemi sul tappeto.

Il Consiglio condivide quindi la mobilitazione ma ritiene indispensabile la ricerca dell’unità di azione proprio per la complessità delle problematiche e impegna le Federazioni ad un impegno straordinario per la convocazione di assemblee per spiegarne le motivazioni.

Il Consiglio ritiene fondamentale che le strutture di Cagliari siano impegnate fortemente in tutte le vertenze più significative regionali anche perché l’incidenza sui lavoratori dei nostri territori è enorme: basti pensare ai lavoratori della formazione professionale, a quelli del Geoparco, ai lavoratori della SYNDIAL e in genere del settore industriale (Mineraria Silius ed European Component e Vitrociset di Villaputzu), ai lavoratori civili del Ministero della Difesa operanti nel sito di Villaputzu, ai dipendenti dei call center presenti a migliaia e troppo spesso, ai dipendenti dei consorzi di bonifica, ai lavoratori socialmente utili, ai dipendenti della case di cura private, a quelli degli appalti delle pulizie, ai tanti precari del nostro territorio, tra i quali di ABBANOA..

In particolare il Consiglio esprime la massina solidarietà ai lavoratori della formazione professionale, impegnati in una annosa vertenza e minacciati di licenziamento e aderisce con convinzione, invitando alla partecipazione, allo sciopero e alla manifestazione del 19 ottobre p.v.

L’analisi dei dati macroeconomici della provincia di Cagliari dimostra che le difficoltà, che qui si vivono, non sono inferiori a quelle degli altri territori sardi: disoccupazione elevata, tasso di occupazione inferiore al resto della Sardegna, ritardi infrastrutturali, qualità della vita scarsa, povertà che morde più che altrove.

Il Consiglio ritiene condivisibile la politica messa in atto dalla Ust di Cagliari nel ricercare momenti di concertazione generale tra le forze istituzionali, politiche, economiche e sociali del territorio, come momenti determinanti per il rilancio del ruolo del capoluogo regionale e delle due province (Cagliari e Medio Campidano). In questo senso sono auspicabili momenti di reale confronto con il Comune di Cagliari, la Provincia e gli altri attori istituzionali del territorio. E questo sia per le politiche di sviluppo, che per le politiche sociali per la cui realizzazione occorrono ancora di più momenti di sinergia e di consorzio tra gli Enti locali (Comuni e Province) e le ASL.

Il Consiglio prende atto delle proposte organizzative, presentate dalla segreteria e fatte proprie dall’esecutivo, per quanto riguarda la formazione interna, i percorsi seminariali e le iniziative di rafforzamento del ruolo dei servizi, ritenendoli funzionali ad una logica di crescita culturale e organizzativa della Cisl cagliaritana. Il Consiglio ritiene opportuno che le strutture favoriscano il percorso concordato per la costituzione del territorio del Medio Campidano. Per questo è necessario da parte dei consiglieri e delle Federazioni il massimo impegno per raggiungere i risultati prefissati.

Approvato all’unanimità dal Consiglio UST/CISL del 16 ottobre 2006