"In una provincia, come quella del Medio Campidano, nella quale la disoccupazione raggiunge punte elevatissime rispetto alla media regionale, anche il problema di 100 Lavoratori socialmente utili, rischia di diventare drammatico.
In effetti, potrebbe sembrare un numero ridotto, ma se confrontato con i 100000 abitanti, in realtà il numero è ragguardevole" Così ha esordito Sergio Concas, coordinatore della Cisl del Medio Campidano, nel corso della conferenza stampa, indetta da CGIL e CISL, per illustrare alla stampa e all'opinione pubblica, la drammatica situazione di precarietà e di incertezza, vissuta dai lavoratori, utilizzati dagli enti (Comuni e provincia) per lo svolgimento di alcuni servizi essenziali, da oltre dieci anni. Con un salario al di sotto della soglia di povertà e senza poter maturare diritti pensionistici, sarebbe anche ora, secondo il sindacato, che si dessero loro risposte concrete e si avanzassero reali proposte di stabilizzazione.
Sono circa 60 le manifestazioni di interesse avanzate da comuni e provincia (sui 100 lavoratori impegnati) per la stabilizzazione.
Ma ancora non si riesce a farle diventare realtà.
I vincoli della Finanziaria nazionale impediscono, nonostante le risorse messe dal Governo, di assumere negli enti, mentre ancora non decollano le società a partecipazione pubblica o in house, che potrebbero procedere alle assunzioni in modo immediato.
La Cisl chiede perciò il massimo impegno proprio perché è a portata di mano una soluzione positiva dell'annoso problema.
Al Governo chiede di stanziare le somme per la proroga dei LSU per il 2007 e di introdurre una deroga al blocco delle assunzioni, almeno per i comuni con meno di 5000 abitanti.
Alla Regione di inserire nella finanziaria regionale ulteriori risorse capaci di soddisfare le 500 richieste di stabilizzazione, avanzate, a livello regionale, dagli enti (i soldi per ora bastano per soli 300).
Ai comuni è chiesta una maggire capacità propositiva di trovare anche risorse proprie o possibilità di assunzioni nell'ambito, per esempio, della raccolta differenziata o di altri servizi comunali.
Per tutto ciò è necessario un impegno comune e perciò è importante per il sindacato e per i lavoratori tenere alta la guardia e vigilare perché il sistema, nel suo complessa, colga questa importante opportunità di dare lavoro vero ( e non nero) ad almeno 500 persone, non in un'ottica di assistenzialismo, ma di servizio agli enti locali.
In questo senso CGIL e CISL giudicano positivamente la scelta dell'amministrazione provinciale del Medio Campidano di mettere insieme tutti i comuni e consorziare i diversi servizi, unificandoli per la gestione nella società in house che la provincia vuole costituire: essa può essere una soluzione di garanzia e seria per i lavoratori, ma anche uno strumento utile per gli enti.