09/11/2004
Anatocismo: la Cassazione dà ragione ai consumatori contro le banche. Nella sezione Aree di intervento il fac simile di lettera da inviare alle banche
L'ADICONSUM dice:
Una sentenza cha fa chiarezza, ma attenzione: nessuna facile illusione di facili rimborsi”
Un invito alle banche: stabilire criteri per evitare il ricorso ai tribunali: l’attuale calcolo trimestrale scelto dalle banche per la capitalizzazione degli interessi è penalizzante per i consumatori.

La sentenza della Cassazione 21095/04 a Sezioni unite conferma le già numerose sentenze favorevoli ai consumatori sulla nullità della clausola relativa all’anatocismo (capitalizzazione degli interessi). Una decisione positiva che rafforza l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura.

E’ importante fare un po’ di chiarezza.

Chi sono gli interessati:
La sentenza riguarda tutti i clienti bancari che hanno pagato interessi alla banca quando il proprio conto è andato “in rosso”. Tali interessi fino all’anno 2000 erano calcolati ogni tre mesi, mentre quelli a favore dei consumatori erano capitalizzati una volta all’anno. Dal 2000 in avanti il problema è stato rimosso con legge dello Stato e le banche devono calcolare gli interessi, attivi e passivi, con la stessa periodicità.

Quando presentare il ricorso
Le banche fin dall’inizio della vicenda (tale posizione viene confermata dall’ABI) hanno rifiutato a tutt’oggi qualsiasi soluzione conciliativa rendendosi disponibili a rimborsare solo a fronte di una sentenza definitiva. Occorre quindi valutare attentamente il rapporto costi/benefici di un possibile ricorso.

Come presentare il ricorso.
Il primo atto del cliente è una lettera raccomandata alla propria banca con la richiesta di rimborso delle somme indebitamente percepite fino al 22 aprile 2000 e relative alla citata ricapitalizzazione trimestrale, nonché alle altre spese collegate. A fronte di un esito negativo occorre incaricare un legale e procedere giudizialmente attraverso il giudice di pace, se la richiesta non supera i 2500 euro, al Tribunale se è superiore. Per evitare il rischio di rigetto sarebbe opportuno allegare al ricorso una Consulenza tecnico contabile di parte sull’entità delle somme richieste. Una consulenza che va realizzata da un esperto di fiducia sulla base di tutti gli estratti conto bancari. Il giudice potrà fare eseguire una consulenza tecnico contabile d’ufficio.

Le spese prevedibili
Da questa procedura sono già evidenti le significative spese di onorari, di perizia e di contributo unificato che possono arrivare a 4000/5000 euro. La sentenza della Cassazione decisa a Sezioni unite dà una maggiore certezza dell’accoglimento del ricorso. Il giudice potrà però decidere una compensazione delle spese di lite.
E’ opportuno che il consumatore valuti attentamente il rapporto costi/benefici di un percorso giudiziario.

ADICONSUM alle banche.
Questa vicenda si aggiunge alla già compromessa immagine nei confronti dei consumatori per gli scandali Cirio, Parmalat….

L’ADICONSUM chiede alle banche di rendersi disponibili a definire transattivamente i criteri per evitare almeno per gli importi più modesti, il ricorso alle vie giudiziali, considerato che la sentenza elimina qualsiasi dubbio sul diritto al rimborso, e considerato altresì che le banche, con le precedenti sentenze, sono riuscite a guadagnare su un giudizio che doveva invece ridurre i costi a carico della clientela. ADICONSUM chiede che il calcolo degli interessi non avvenga su base trimestrale, ma su base annuale o quanto meno semestrale. Infatti l’articolo 1286 del codice civile non stabilisce la periodicità trimestrale, ma prevede l’accordo tra le parti.

Azione collettiva
Se nel nostro Paese potessimo disporre dell’azione collettiva, tutto ciò si sarebbe potuto evitare. La normativa è stata già approvata dalla Camera e l’ADICONSUM ne chiede l’immediata approvazione in Senato.