La rappresentanza del sindacato confederale di Cagliari, all'interno della Camera di Commercio, spetta alla Cisl. Siede perciò nel consiglio camerale il segretario generale della Cisl di Cagliari, Fabrizio Carta. Ne fa parte inoltre anche Simone Girau per l'ADICONSUM
E' in corso di predisposizione da parte di un'apposita commissione, di cui fanno parte anche Carta e Girau, la stesura del piano programmatico pluriennale.
Nel corso delle riunioni di commissione (ben sette finora), i consiglieri hanno portato il con tributo suggerendo iniziative nel campo della lotta al lavoro sommerso, alla formazione, all'informazione dei consumatori, all'attivazione delle conciliazioni con un maggiore ruolo alle associazioni.
Di seguito si trascrive (in formato pdf anche nella sezione documenti), il contributo del consigliere Carta.
Nei prossimi giorni il programma sarà completato e discusso e approvato dal Consiglio Camerale.
Contributo del consigliere Fabrizio Carta all’elaborazione del programma pluriennale della Camera di Commercio di Cagliari.
Contributo di Fabrizio Carta
La Camera di Commercio, in quanto rappresentativa del mondo economico e sociale della Provincia cagliaritana, riveste un ruolo di particolare rilevanza nel contesto regionale. Perciò è importante, a mio avviso, dare uno sguardo allo scenario regionale e alla situazione socio economica della Regione Sardegna.
Senza voler entrare nel merito delle responsabilità politiche che hanno influenzato la situazione regionale (di questo o quel Governo nazionale o regionale), si deve constatare il grave ritardo in cui si trova la nostra Regione. Si è ben lontani dai parametri stabiliti da Lisbona, sia in termini di occupazione che di sviluppo. Secondo uno studio della Cisl regionale, la variazione del valore aggiunto dell’industria in Sardegna registra un calo preoccupante nell’ultimo biennio, con un tasso ben superiore della media nazionale e del mezzogiorno. C’è una perdita di circa novemila addetti (5000 dipendenti, 4000 autonomi). Il documento sottolinea il ritardo da parte della Regione in termini di politica industriale: nella nostra Isola, le percentuali del contributo dell’industria alla costruzione del prodotto interno lordo regionale e dell’occupazione (sempre dell’industria) sono nettamente inferiori alle percentuali delle altre Regioni e il dato appare appunto ancora in calo. Il settore manifatturiero è invece fondamentale per il rilancio dell’economia e dell’occupazione.
Si deve naturalmente puntare ad uno sviluppo equilibrato che valorizzi i settori del turismo, dei servizi, della tutela dell’ambiente, ma senza un rafforzamento del settore industriale, dell’agricoltura e dell’artigianato, difficilmente la Sardegna potrà uscire dalle condizioni di arretratezza socio economico nelle quali vive.
Tutto ciò è aggravato dall’uscita della Sardegna, sia pure per qualche decimale di punto di PIL, dall’obiettivo uno, fatto che fa perdere risorse comunitarie e dal fatto che l’insularità non è stata riconosciuta per ricevere i contributi della Comunità europea.
I tassi di disoccupazione, pur inferiori a quelli del Sud, sono ben lontani dalla media nazionale 11,9% contro il 7,6%, mentre il tasso di occupazione (età 15/64 anni), registra un ritardo di 6 punti sulla media nazionale.
Tutto ciò mentre i sardi in condizione di povertà relativa raggiungono, nel 2005, la cifra di 324711 e nell’agosto del 2006 la cifra di 331892 unità. Va considerato in questa fascia (povertà relativa) una famiglia di due persone che ha una spesa media mensile inferiore ad euro 919,98.
Si tratta di una condizione di svantaggio che penalizza i cittadini sardi e che necessita delle sinergie del mondo produttivo che deve influenzare l’azione politica della Regione Sarda.
In questo contesto si colloca la Provincia Cagliaritana.
Dall’analisi della situazione socio economica della Camera di Commercio di Cagliari emerge che la provincia di Cagliari registra un tasso di disoccupazione superiore alle medie regionali e nazionali (12,9%), ed un tasso di occupazione inferiore. Il tasso di attività (rapporto tra le forze lavoro e il totale della popolazione compresa tra 15 e 64 anni) 59,2 è invece in linea con il dato regionale (59,6), ma inferiore a quello nazionale e a quello della provincia di Sassari. (61,3).
E’ vero che il reddito pro capite è elevato rispetto alla media regionale, ma colloca Cagliari in campo nazionale al 75° posto, nelle posizioni di retroguardia. L’indice delle infrastrutture ha un indicatore di 74 punti contro la media nazionale di 100. A parte i Porti, Cagliari è la peggiore provincia del Sud ( 99 posto) per la rete stradale e 98° per la rete ferroviaria. Buona la posizione per le strutture sociali, ma con grande distacco dalle medie nazionali. Rispetto al livello di qualità della vita, Cagliari è al numero 79 in Italia, secondo Lega Ambiente, al 54° per Italia Oggi, al 79 posto per il Sole 24 ore.
Insomma chi favoleggia del capoluogo e della nostra provincia come il paese del Bengodi in Sardegna, forse dovrebbe ricredersi, perché anzi la condizione di povertà incide in maniera molto più rilevante in un’area ad alta densità abitativa come è quella dell’area metropolitana.
Se si andassero ad esaminare i dati delle due nuove province (Medio Campidano e Sulcis Iglesiente) i dati sarebbero poi ancora più allarmanti.
Il sindacato confederale cagliaritano e la Cisl in particolare è convinto che esistano tutti i requisiti e le possibilità di rilancio dello sviluppo della provincia di Cagliari, a condizione che siano messe in campo sinergie tra le forze sociali, istituzionali, economiche e produttive della provincia e che la nuova provincia di Cagliari e il capoluogo portino avanti una politica di leadership morale e non egemonica rispetto alle altre aree della Sardegna
Lo sviluppo e la crescita dell’area cagliaritana, se vista in un’ottica regionale possono fungere da traino per l’intera isola. Ma per raggiungere tale risultato occorre intraprendere un’azione culturale per far comprendere che alcuni punti di forza della nostra economia hanno un respiro regionale e superare così la logica localistica e campanilistica che spesso ha caratterizzato le iniziative economiche nella nostra Isola.
L’azione sindacale nel corso degli ultimi anni si è quindi indirizzata per costruire un confronto continuo e dialettico, pur nella distinzione dei ruoli, con le controparti e gli attori sociali della Provincia di Cagliari, nel suo complesso. Si è cercato di attivare un meccanismo di concertazione globale con le Province, quella vecchia e quelle nuove, i Comuni dell’area, l’Autorità portuale, CTM, CICT, SARAS, CONFINDUSTRIA, TEATRO LIRICO, ASL8, ASL 6, Università, Società di gestione dell’aeroporto, nella convinzione che lo sviluppo debba passare attraverso processi di questo genere, concordati e condivisi democraticamente e non da visioni, anche nobili e culturalmente elevate, ma sterili perché isolate.
In particolare è stato istituito nel febbraio del 2005, un tavolo di Governance per rilanciare lo sviluppo dell’area cagliaritana che, con tavoli tematici, sta affrontando le problematiche dello sviluppo economico, proponendo iniziative seminariali e confronti con la parte pubblica: trasporto pubblico, energia, credito, servizi all’impiego, formazione, logistica sono solo alcuni dei temi affrontati.
Il rilancio dell’industria, la difesa e il rilancio di strutture importanti quali il Teatro Lirico, Il Porto Canale, in una logica regionale, il completamento di alcune infrastrutture quali le strade ( 195 in testa) e la viabilità in genere, il rilancio del sistema aeroportuale di Cagliari, la promozione di interventi nel campo della formazione e della valorizzazione delle risorse umane, il rilancio degli in vestimenti sono gli obiettivi prioritari che devono essere perseguiti
Tutto ciò nella convinzione che ciò sia funzionale al rilancio dell’occupazione e alla difesa dei diritti dei lavoratori, dei disoccupati, dei lavoratori atipici, delle donne e degli immigrati, dei pensionati.
Abbiamo ripreso il confronto con la Giunta provinciale e con il presidente Milia in particolare per un accordo di programma che valorizzi il porto container, e rafforzati i tavoli aperti con i diversi assessori sulle politiche immigrazione, sui lavori socialmente utili, sui servizi per l’impiego, sulle politiche sociali, nell’ambito della realizzazione dei PLUS, sulla stessa progettazione integrata e sulle questioni prioritarie dello sviluppo della provincia porto, aeroporto, industria, agricoltura, sistema turistico locale.
Un ruolo centrale deve essere attribuito al capoluogo regionale. Cagliari, a mio parere, deve essere il tassello fondamentale per costruire i rapporti sinergici nell’area cagliaritana. Sono convinto che alcune problematiche non si possono risolvere che in una logica, appunto, di area. In tanto Cagliari potrà avere un ruolo importante, in quanto saprà essere punto di riferimento autorevole dal punto di vista morale e politico. Sono convinto che Cagliari e la sua Provincia possano diventare trainanti per l’economia sarda, senza rivendicare egemonie sciocche e presuntuose, ma proponendosi con un ruolo di coordinamento generale dei problemi: dai servizi sociali, ai trasporti, al commercio, al turismo, alla valorizzazione delle infrastrutture.
Una città nella quale ogni giorno entrano ed escono circa duecentomila persone deve porsi il problema di come affrontare, insieme alle altre municipalità e alla provincia, le emergenze abitative, di traffico e dei servizi della città.
Alcuni esempi:
• Un’integrazione degli esercizi commerciali di Cagliari con quelli dell’hinterland e la costruzione di un modello di società che preveda la conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro, (orari degli esercizi commerciali compresi) con una rete di servizi pubblici efficienti (dai trasporti agli asili nido ai centri di aggregazione) che deve vedere però il Sindaco capofila e coordinatore del pubblico e dei privati.
• Il problema delle infrastrutture (da costruire o da riqualificare): dall’Ospedale marino, a Tuvixeddu, dal sottopasso di Via Roma alla sorte delle zone militari della Sella del Diavolo e di Monte Urpinu, dal museo del mare alla metropolitana leggera, dai rioni storici (tapis roulant) alla destinazione della ex Manifattura tabacchi, per arrivare al Porto e all’Aeroporto.
• La valorizzazione del tessuto produttivo del cagliaritano.
In questo ambito, la Camera di Commercio si può e si deve inserire e svolgere un ruolo propulsivo, potendo anche svolgere un’azione di promozione, sia per quanto riguarda i servizi direttamente offerti, sia per quanto riguarda lo stimolo dei diversi comparti economici e produttivi, favorendone l’integrazione.
Per la mia esperienza sindacale, devo rilevare che non sempre questo è avvenuto: per esempio le due aziende speciali (Fiera ma soprattutto SOGAER), pur avendo un ruolo rilevantissimo per l’economia della Provincia non si sono confrontate con le parti sociali, parlo naturalmente del Sindacato, sui problemi generali. Specie la società di servizio dell’aeroporto, da considerare determinante per lo sviluppo del territorio e della Sardegna, mi pare abbia avuto un ruolo chiuso al dialogo. Mi auguro che, con la nuova gestione della Camera di Commercio, questo possa essere superato. La concertazione tra le forze sociali e la società di gestione può essere un valore aggiunto alla funzionalità dello scalo aeroportuale.
Inoltre va valorizzato il confronto sia con la regione Sarda che con gli Enti intermedi (Province e Comuni in particolare)
Un fatto importante, da tenere in considerazione al di là del fatto che la Camera di Commercio rimane unica, è quella della nascita delle nuove province regionali, gemmate da quella cagliaritana e dalla ricomposizione dei confini della stessa provincia cagliaritana, che ha acquisito 13 comuni del Sarcidano.
La Camera di Commercio è quindi competente rispetto ad un’area geografica vastissima, più ampia rispetto al passato: da Villasimius a Teulada, da Arbus ad Isili, fino al Sarcidano.
E’ compito nostro e anche della Camera di Commercio quello di far sviluppare in modo integrato le zone costiere e quelle di montagna, dell’interno, coordinando e promuovendo iniziative di sviluppo che mettano insieme le ricchezze della provincia di Cagliari e del Sud Sardegna, in genere.
Si tratta tra l’altro di territori nei quali lo sviluppo è indietro, rispetto all’area metropolitana di Cagliari e dove la disoccupazione e il disagio sociale sono elevati e nei quali, proprio per favorire una società più equilibrata, sarebbe giusto calibrare interventi di promozione e di sviluppo.
Problematiche da approfondire e da valorizzare nel programma pluriennale, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, sia attraverso seminari e confronti pubblici, sia con gli investimenti necessari (in alcuni casi) potrebbero essere:
• La valorizzazione del porto Container, con la costruzione di una piattaforma logistica e di una rete di trasporti intermodale che valorizzi il ruolo delle ferrovie per i collegamenti interni, in modo da integrare i traffici del terminalista con l’economia sarda.
• La valorizzazione del Porto storico ed il rilancio dei collegamenti marittimi.
• La funzionalità dell’aeroporto cagliaritano, messa a dura prova dal sistema della continuità territoriale: promozione internazionale, sviluppo dei voli low coast, collegamenti ferroviari con il capoluogo.
• Turismo e legge sul commercio (aperture domenicali, orari)
• Problemi del credito: ruolo banche locali, influenza Bsile a 2 sul sistema delle imprese, fusioni bancarie.
• Interventi di affiancamento alla normativa nella battaglia al lavoro nero e sommerso, con particolare riferimento alle normative sull’emersione.
• Apertura di sportelli di consulenza su agevolazioni contributive e fiscali a favore delle imprese.
• Fiscalità di vantaggio e zona franca.
• Formazione: costruzione di un osservatori per la costruzione di una banca dati sul fabbisogno formativo delle aziende, con particolare riferimento alla valorizzazione delle risorse umane impiegate nei call center (si parla di oltre quattromila persone impegnate nel settore)
• Rapporti con il mondo della ricerca e dell’università.
• Ruolo dell’industria nell’ambito dell’economia della provincia cagliaritana
• Approfondimento dello studio statistico ripartito per nuove province.
Cagliari 17/10/2006