COMUNICATO STAMPA
Sui Lavori socialmente utili
La stabilizzazione, entro il 31 dicembre 2006, di almeno trecento lavoratori socialmente utili, in Sardegna, rappresenta un obiettivo dichiarato e importante della Giunta regionale. La convenzione firmata con il Ministero del lavoro e l’opportunità di ricorrere a risorse proprie consente l’utilizzo di una somma consistente da utilizzare per rispondere, finalmente, a tanti anni di precarietà e di incertezza dei lavoratori.
La Regione, infatti, garantisce la copertura dei costi delle assunzioni per il 100% per i primi tre anni, in caso di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni o nelle società a totale partecipazione pubblica che alcuni enti locali hanno annunciato di voler costituire.
A distanza di circa 25 giorni dalla fine dell’anno e dopo una serie di riunioni svolte nei mesi scorsi in sede di assessorato al lavoro, ci si domanda: che fine ha fatto il progetto di stabilizzazione? A noi sembra che tutto sia fermo o quasi e ci si culli dietro l’ormai annunciata proroga dei lavori socialmente utili: meglio che niente, sicuro, ma non è questa la risposta che si attendono i lavoratori che, si ricordi, percepiscono sussidi sotto la soglia di povertà e per di più sono privi di copertura contributiva.
Da un lato, i ritardi sono giustificati dal fatto che in larga misura i contributi della Regione sono inutilizzabili dagli enti utilizzatori che, salvo deroghe dell’ultima ora della legge finanziaria nazionale per i piccoli comuni, non possono di fatto assumere i lavoratori, per i noti vincoli rappresentati dal blocco del turn over e dal tetto alle spese degli enti pubblici.
La Regione sarda deve però, ad avviso della segreteria della Cisl, dare il via a quelle stabilizzazioni possibili immediatamente e ci riferiamo a quelle che prevedono le assunzioni dei LSU nelle società in “house” o miste già esistenti (provincia di Cagliari e Medio Campidano, Comune di Cagliari, di Quartucciu, Pula etc.). Insomma, occorre spendere le risorse disponibili e non si deve attendere l’approvazione dalla Finanziaria regionale, che, tra l’altro, con tutta probabilità ritarderà di qualche settimana e nella quale si chiede di stanziarne di ulteriori.
Tuttavia, le responsabilità politiche della Regione non devono far passare sotto silenzio l’atteggiamento attendista di molte amministrazioni, pronte ad utilizzare gratis i lavoratori. Gli enti utilizzatori devono invece mettere in campo iniziative progettuali concrete, per ottenere un risultato che appare a portata di mano, dati i numeri non esagerati di LSU: dare un lavoro dignitoso ai lavoratori, inserendoli in meccanismi virtuosi che possono dare servizi efficienti e utili alla collettività.
Diversamente, il tanto parlare di lotta alla precarietà da parte di tanti Sindaci e amministratori pubblici, diventerebbe solo un vuoto esercizio retorico.
Il Segretario Generale
Fabrizio Carta