06/12/2006
Lavori socialmente utili:una nota della Cisl di Cagliari
COMUNICATO STAMPA
Sui Lavori socialmente utili

La stabilizzazione, entro il 31 dicembre 2006, di almeno trecento lavoratori socialmente utili, in Sardegna, rappresenta un obiettivo dichiarato e importante della Giunta regionale. La convenzione firmata con il Ministero del lavoro e l’opportunità di ricorrere a risorse proprie consente l’utilizzo di una somma consistente da utilizzare per rispondere, finalmente, a tanti anni di precarietà e di incertezza dei lavoratori.

La Regione, infatti, garantisce la copertura dei costi delle assunzioni per il 100% per i primi tre anni, in caso di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni o nelle società a totale partecipazione pubblica che alcuni enti locali hanno annunciato di voler costituire.

A distanza di circa 25 giorni dalla fine dell’anno e dopo una serie di riunioni svolte nei mesi scorsi in sede di assessorato al lavoro, ci si domanda: che fine ha fatto il progetto di stabilizzazione? A noi sembra che tutto sia fermo o quasi e ci si culli dietro l’ormai annunciata proroga dei lavori socialmente utili: meglio che niente, sicuro, ma non è questa la risposta che si attendono i lavoratori che, si ricordi, percepiscono sussidi sotto la soglia di povertà e per di più sono privi di copertura contributiva.

Da un lato, i ritardi sono giustificati dal fatto che in larga misura i contributi della Regione sono inutilizzabili dagli enti utilizzatori che, salvo deroghe dell’ultima ora della legge finanziaria nazionale per i piccoli comuni, non possono di fatto assumere i lavoratori, per i noti vincoli rappresentati dal blocco del turn over e dal tetto alle spese degli enti pubblici.

La Regione sarda deve però, ad avviso della segreteria della Cisl, dare il via a quelle stabilizzazioni possibili immediatamente e ci riferiamo a quelle che prevedono le assunzioni dei LSU nelle società in “house” o miste già esistenti (provincia di Cagliari e Medio Campidano, Comune di Cagliari, di Quartucciu, Pula etc.). Insomma, occorre spendere le risorse disponibili e non si deve attendere l’approvazione dalla Finanziaria regionale, che, tra l’altro, con tutta probabilità ritarderà di qualche settimana e nella quale si chiede di stanziarne di ulteriori.

Tuttavia, le responsabilità politiche della Regione non devono far passare sotto silenzio l’atteggiamento attendista di molte amministrazioni, pronte ad utilizzare gratis i lavoratori. Gli enti utilizzatori devono invece mettere in campo iniziative progettuali concrete, per ottenere un risultato che appare a portata di mano, dati i numeri non esagerati di LSU: dare un lavoro dignitoso ai lavoratori, inserendoli in meccanismi virtuosi che possono dare servizi efficienti e utili alla collettività.
Diversamente, il tanto parlare di lotta alla precarietà da parte di tanti Sindaci e amministratori pubblici, diventerebbe solo un vuoto esercizio retorico.

Il Segretario Generale
Fabrizio Carta