09/12/2006
Scioperi al Banco di Sardegna,il 18 dicembre e il 2 gennaio
Comunicato stampa

Il Banco di Sardegna non dà risposte né ai lavoratori, né alle imprese, né alle famiglie; lo dicono i lavoratori del Banco di Sardegna che proclamano due giornate di sciopero.


Un attivo di quadri sindacali del Banco di Sardegna riunito a Macomer per costruire la mobilitazione contro l’atteggiamento di chiusura della delegazione aziendale rispetto alle richieste contrattuali dei lavoratori è diventato un atto di accusa contro le politiche complessive della Banca.
Da tempo il Banco di Sardegna dichiara di avere ricostituito e consolidato una buona situazione aziendale sia sul piano reddituale che patrimoniale.
Ciò dovrebbe favorire l’apertura di nuovi scenari per una riappropriazione del ruolo storico della Banca, a partire dall’ impegno sul versante dell’animazione economica, alle politiche attive nell’ambito del credito per le imprese e le famiglie, all’impegno per il radicamento territoriale attraverso una rete capillare, dall’ adozione di una efficiente organizzazione del lavoro ad una politica di valorizzazione delle risorse umane e dell’occupazione.
La realtà è un’altra cosa. E’ sufficiente pensare alla delega delle politiche di credito agrario data ad una banca neo costituita partecipata del Gruppo Bper, nonostante la grande professionalità e le competenze in materia acquisite dal Banco e dai lavoratori nel corso degli ultimi cinquanta anni, per non parlare del progressivo depauperamento del Polo Informatico, del settore crediti speciali che l’azienda sembra non considerare più remunerativo (ultima in ordine di tempo la legge 51 sull’artigianato).
Sul piano delle politiche del personale l’azienda non solo ignora il valore aggiunto dato dai lavoratori alla mutata situazione economica aziendale, più volte sbandierata dai massimi vertici, ma tende addirittura a “impoverire” i lavoratori del Banco di Sardegna, considerando il rinnovo contrattuale non come fattore di investimento ma solo in termini di costo aziendale da non far crescere, semmai diminuire.
Se il valore prodotto non viene reimpiegato nel territorio, non viene riconosciuto ai lavoratori che in gran parte lo producono, che fine fa?
Le posizioni aziendali sono inaccettabili!
Pertanto i lavoratori del Banco di Sardegna hanno deciso di far sentire il loro forte dissenso attraverso due giornate di sciopero nel mese di dicembre e gennaio, alcuni sit-in presso le varie sedi decisionali ed è allo studio un’iniziativa al Banco e all’Università in occasione della giornata dell’ 11 dicembre.


Macomer, 04.12.2006

Segreterie di Coordinamento Banco di Sardegna S.p.A.
Dircredito – Fabi - Falcri - Fiba/Cisl -Fisac/Cgil – Ugl Credito - Uilca