Ricostruire un percorso, attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni locali (Comuni, Provincia e Consorzio industriale di Villacidro) che rilanci la vertenza Nuova Scaini e attivare un tavolo di confronto con la Regione Sarda sul problema lavoro.
Sono questi i punti principali definiti dall’assemblea, organizzata dalla FSM e dalla Cisl del Medio Campidano, dei lavoratori della ex Nuova Scaini, tenuta nei locali della Cisl di San Gavino.
Circa 50 i lavoratori presenti, quasi tutti iscritti alla FSM, che hanno discusso approfonditamente la situazione in presenza del segretario regionale FSM Giancarlo Sanna, del coordinatore del Medio Campidano, Sergio Concas e del segretario regionale Giovanni Matta.
La relazione di Sanna ha ripercorso le ultime vicende della fabbrica di batterie, le questioni relative all’applicazione degli ammortizzatori sociali, le questioni societarie e l’atto di vendita della Nuova Scaini dell’ottobre scorso. Attraverso questo atto, l’ENI si è svincolata dalle sue responsabilità, cedendo il suo pacchetto azionario al liquidatore Antonio Barcherini.
Il dibattito ha evidenziato gli aspetti critici della vertenza, identificati in tre punti principali:l’aspetto contingente che si riferisce alla mobilità in deroga e alla mobilità lunga (vedi legge Maroni), l’aspetto legale che riguarda la CIGS non ancora retribuita perché non accolta dal Ministero e che potrà essere risolta solo alla risoluzione del contenzioso legale Nuova Scaini – Ministero. Circa l’esposto inoltrato alla magistratura sulla presunta illegalità della privatizzazione non ci sono novità.
L’aspetto lavoro, riferito alle soluzioni da individuare sia nella riconversione della fabbrica, sia nelle nuove iniziative da promuovere per la ricollocazione dei lavoratori che non potranno accedere alla mobilità lunga.
Giovanni Matta ha tracciato un percorso da seguire per giungere ad una soluzione positiva della vertenza. Sul problema mobilità si dovrà intervenire perché sia rispettato l’accordo con il Ministero del 26 maggio scorso per la concessione dell’indennità prevista, senza alcuna decurtazione, dal 1° gennaio 2006 fino al 31 dicembre 2007. Nel 2006 i lavoratori hanno ricevuto un assegno incompleto e per questo bisogna attivare una verifica con la direzione regionale dell’INPS per correggere l’interpretazione data e garantire un’erogazione continua e puntuale dell’indennità per l’anno in corso.
Altra sollecitazione va fatta sul Ministero del Lavoro per chiarire l’interpretazione dell’applicazione della mobilità lunga ai lavoratori Scaini, come previsto dal decreto Maroni.
Per il problema occupazionale, invece, il filo va riannodato con la Regione per un reimpiego di tutti gli altri lavoratori esclusi dalla mobilità. Naturalmente l’occupazione va garantita all’interno dei processi di riconversione della vecchia fabbrica.