02/02/2007
Sintesi relazione esecutivo Cisl Cagliari del 29 gennaio 2007
Sintesi relazione esecutivo UST/CISL Cagliari 29 gennaio 2007


·In premessa è importante che il nostro pensiero, nella settimana della memoria, in questo primo esecutivo dell’anno, vada all’olocausto, alla Shoah, ai milioni di ebrei morti, uccisi dalla ferocia nazista e dal razzismo, perché il ricordo ci deve essere di monito anche per il tempo presente: le barbarie ci sono anche nei nostri giorni.
·Questioni nazionali: superata la Finanziaria nazionale, per la quale sono necessari tanti altri passaggi per i decreti di attuazione, ci avviamo verso momenti di particolare rilievo. Il Governo ha aperto tre tavoli con le segreterie confederali: il tavolo della crescita e della competitività; il tavolo della pubblica amministrazione per il quale è stato firmato un memorandum; il tavolo dello Stato sociale.
·C’è una ripresa dell’economia, dovuta a fattori anche internazionali, c’è un aumento delle entrate fiscali (merito di questo o di quel Governo?) e sul tappeto vi sono provvedimenti, altrettanto importanti della Finanziaria come i provvedimenti sulle liberalizzazioni (la lenzuolata di Bersani Rutelli), lo stanziamento di 100 miliardi per il Mezzogiorno. E, naturalmente, cosa molto rilevante per i lavoratori e per i pensionati, si apre la discussione sulla riforma del sistema pensionistico, sull’attuazione della previdenza complementare e sulla riforma del trattamento di fine rapporto, non solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico.
·Ci sono provvedimenti importanti nella Finanziaria che poi avranno ripercussioni anche a livello locale. E’ il caso dei possibili e ventilati aumenti delle addizionali IRPEF a livello comunale e regionale, della revisione degli estimi catastali. Su questi aspetti dovremo stare molto attenti e ipotizzare l’apertura di tavoli negoziali con il sistema degli enti locali. C’è il rischio che l’ente locale, danneggiato dalla riduzione dei trasferimenti dallo Stato, si rifaccia aumentando addizionali e tariffe e scaricando sulla collettività e sulle fasce meno abbienti il costo dei mancati introiti, oppure riducendo qualità e quantità dei servizi sociali. La stessa questione dei ticket sanitari, che forse però sono più di competenza regionale e la cui abolizione era stata conquistata anche grazie alla marcia della salute, sarà oggetto di attenzione. La vertenzialità locale e l’apertura di tavoli di confronto da parte della confederazione e delle categorie (non solo dei pensionati) sarà uno degli obiettivi della nostra azione.
·Per altri versi c’è la questione della flessibilità e della precarietà. Non ripeto qui cose che ci siamo già detti tante volte. Legge 30 (abolizione o no, troppe aspettative in campagna elettorale) Tuttavia, è fondamentale agire sul terreno dell’emersione dal lavoro precario e dal lavoro nero. Gli agganci nella finanziaria ci sono: l’applicazione del DURC a tutti i settori, il procedimento di emersione dei COCOPRO nei call center ma anche negli altri settori (per il quale ci siamo già attivati già attivati), la questione dei precari nel settore pubblico e della loro eventuale stabilizzazione (stanno scoppiando casi all’università, nei comuni etc,) ci devono vedere presenti. L’adozione e l’estensione del DURC (peraltro già presente nella legge 30, va sottolineato, rappresenta un successo della linea politica della Cisl, come anche l’incremento delle aliquote contributive per i collaboratori. Ma un altro terreno dove la Cisl e il sindacato devono vincere la sfida è quello del lavoro pubblico. Si cerca di attribuire le responsabilità delle inefficienze della P.A. ai lavoratori fannulloni. Sappiamo che qualcuno ci sarà anche, ma sappiamo che la massima parte dei lavoratori fa il proprio dovere e che manca l’organizzazione, il coordinamento, spesso le risorse. Bisogna però affrontare la sfida dell’efficienza e della produttività con coraggio e con determinazione, nel solco del memorandum recentemente firmato con il Governo.
·Un aspetto che forse è lasciato un po’ in sordina e che invece andrebbe riproposto è quello della struttura contrattuale e delle retribuzioni ( troppi contratti nazionali, scarsa la contrattazione aziendale, troppo bassi i salari e le pensioni rispetto al costo della vita).
·Sul problema pensioni: Vi sono dichiarazioni spaventose del Governo. Sono state rintuzzate dal sindacato. Sicuramente si dovrà intervenire, perché l’aspettativa di vita aumenta e oggi lo scalone di Maroni è ingiusto. Bisognerà contemperare il problema con la difesa del valore delle pensioni e con la difesa delle aspettative dei giovani ai quali va data una previdenza complementare equa, e con la creazione di un sistema di ammortizzatori sociali universale e degno di tal nome.

Questioni regionali

·La Finanziaria regionale è in ritardo e vi sono forti polemiche tra i partiti e in Consiglio. Incide sui ritardi l’aver atteso la conclusione della vertenza con lo Stato per la compartecipazione alle entrate tributarie e il recupero del pregresso, chiusa con un risultato discutibile anche se apprezzabile. L’accollo alla Regione dei costi della sanità ( in una società che invecchia), della continuità territoriale e dei costi del sistema del trasporto pubblico locale, rappresentano questioni problematiche e pongono interrogativi sulla reale convenienza dell’esito della vertenza “entrate”.
·E’ stato presentato il documento strategico regionale e cascata saranno presentati quelli provinciale e comunale.
·Il piano sanitario è ormai stato presentato (avete in cartella le osservazioni della USR). Forse sarebbe stato il caso di intervenire anche pubblicamente sulla diminuzione dei posti letto in provincia di Cagliari. Certo è un problema tecnico, ma voi immaginate se questo fosse successo in qualche altra provincia, cosa sarebbe accaduto. La risposta deve venire però soprattutto dal contributo delle categorie interessate (Medici, FNP, FPS).
·Legge Statutaria è in discussione in Consiglio e non va sottovalutata. E’ inutile che ci lamentiamo della scarsa concertazione, dell’eccessivo centralismo regionale. Ciò avviene perché passano questi provvedimenti che riducono gli ambiti della democrazia. Abbiamo fatto tanto baccano sulla riforma della costituzione nazionale e sul livello locale? Che si fa? Non si può stare inerti. La Cisl di Cagliari intende rilanciare però la questione di Cagliari città metropolitana. Cagliari è fuori dalla riforma che il Governo sta portando avanti in merito alla revisione degli articoli della Costituzione, ma il problema va posto a livello regionale, nell’ambito della discussione della Statutaria.

Questioni locali.


Industria: non c’è politica di rilancio dell’industria. I dati ISTAT sono contradditori. Secondo la Cisl c’è una perdita di 14000 posti di lavoro, secondo la Giunta regionale il valore aggiunto e l’aumento del PIL in Sardegna è superiore a quello delle altre Regioni. Langue intanto l’applicazione dell’accordo di programma sulla chimica.
Energia: progetto GALSI è positivo, al di là dei tempi tecnici di esecuzione, ma occorre inserirsi perché si facciano poi le reti che congiungano il progetto con le periferie.
Si è aperto con il Comune di Cagliari il confronto sul piano strategico comunale. Un confronto importante che andrà avanti nei prossimi mesi, anche se per il momento si è ancora al metodo: è un percorso che ha un traguardo tra 15 e 20 anni, che deve vedere il coinvolgimento delle associazioni dei sindacati dei cittadini, in una logica di partecipazione effettiva e non puramente formale. La metodologia del piano era stata già presentata in consiglio comunale nel mese di novembre scorso. Il documento, aveva detto il Sindaco in quella occasione, disegnerà la città di Cagliari del futuro e sarà preceduto da una fase altamente partecipativa, durante la quale saranno coinvolte le realtà sociali, economiche ed associative presenti sul territorio. Al Comune spetterà il ruolo di sintetizzare ed interpretare le aspirazioni dei Cagliaritani. Il Piano strategico prescinde ed è al di sopra dei programmi delle coalizioni e, proprio per questo, può e deve essere condiviso dalle forze di opposizione e dalle forze sociali.
Ma cosa è il Piano strategico: si tratta di un atto, attraverso il quale si costruisce e si condivide una visione futura di una città o di un territorio. Si concorda il suo posizionamento e si rendono espliciti obiettivi e strategie mediante politiche ed interventi privati e pubblici. In molte regioni e comuni europei ci si è rivolti a queste procedure sia per dar luogo a riconversioni in caso di crisi, ma anche in città dal forte prestigio internazionale. La pianificazione strategica contribuisce a dar un’identità al territorio in modo più continuo rispetto al piano regolatore generale.
Occorre però che il piano strategico non diventi un luogo dove canalizzare tutte le richieste di denaro pubblico, ma deve diventare l’occasione per costruire un patto tra le forze politiche, istituzionali e sociali della città per raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di crescita ordinata della città in una logica di area vasta.
Per tornare a Cagliari, vi sarà una fase preparatoria, durante la quale saranno ascoltate le forze della città e poi ci sarà un forum degli attori locali entro la fine di febbraio: in esso si presenteranno i tematismi strategici e i risultati della prima fase di ascolto.
Entro la fine di marzo, si terrà la prima conferenza strategica che enuncerà il primo documento di visione strategica della città. In seguito saranno aperti i tavoli tematici
Si partirà dunque dall’analisi economico sociale, dalla progettualità esistente e dalla valutazione degli strumenti di programmazione per poi definire, attraverso i contributi degli attori sociali, il vero e proprio piano strategico comunale che avrà il traguardo fissato, a detta del Sindaco, al 2020.
Il Piano prevede Cagliari come capitale nel Mediterraneo e gli interventi in parte realizzati e progettati sono stati indirizzati su più ambiti (reti, traffico, parcheggi, qualità urbana, ambiente cultura, dimensione metropolitana): ammodernamento dei principali sotto servizi, portualità, sistema della mobilità, interventi nei quartieri storici, rete telematica,, sottopasso via Roma, parco della musica, Tuvixeddu, Sant’Elia, Teatro Massimo.
Per il futuro, l’amministrazione intende trasformare Cagliari in una moderna città internazionale, completando e rafforzando le infrastrutture e i servizi tecnologici (porto e fronte del mare), sviluppare le attività portuali e il distretto del mare, allargando la base produttiva e puntando a nuova occupazione, rafforzare i servizi di mobilità e trasporto pubblico, anche attraverso l’intermodalità, costruire un sistema di sviluppo integrato ambientale turistico e fare divenire Cagliari una città di parchi ambientali, culturali e turistici.
Altri fattori importanti evidenziati nel primo documento presentato sono quelli relativi alla qualità dell’ambiente urbano, alla riqualificazione delle aree militari dismesse, alle politiche per i giovani e per il sociale, alla garanzia di sicurezza e di ordine pubblico (lotta alla dispersione scolastica, sport, percorsi educativi).

Ovviamente, di fronte a questo progetto ambizioso, ancora allo stato embrionale perché si arricchirà con i contributi degli attori sociali, le segreterie hanno fatto brevi interventi, in attesa di elaborare documenti scritti più sostanziosi.
In linea di massima, comunque è stata ribadita la necessità di avviare un reale percorso di partecipazione del sindacato come del resto auspicato dal Sindaco (anche se poi la prima convocazione ai sindacati è arrivata dopo circa 7 mesi dall’elezione), senza adottare sistemi apparentemente democratici, ma in realtà dispersivi. E’ importante che il Piano sia elaborato in sintonia sia con la Regione verso la quale però occorre rivendicare l’autonomia piena, pur nel rispetto dei ruoli e, soprattutto con i Comuni dell’area vasta. Al proposito si è fatto notare che il progetto nazionale di rilancio delle città metropolitane vede fuori la città di Cagliari, in quanto facente parte di una Regione a Statuto speciale. Ma al di là del riconoscimento formale e giuridico, a parere della Cisl, Cagliari si deve comportare come se l’avesse, in modo non autoritario ma con la consapevolezza che risolvere i problemi di Cagliari, significa dare sviluppo a tutta la provincia e la regione. Come sarebbe possibile, ha dichiarato la segreteria delle Cisl, risolvere problemi come quelli della mobilità in entrata nel capoluogo, o quello dell’università o quello degli alloggi, senza affrontarli in una logica di area ? In questo, il sindacato cagliaritano, da tempo, sta agendo per mettere insieme gli attori istituzionali e sociali del territorio. A prescindere dal colore della Giunta, CGIL CISL e UIL sono disponibili a dare suggerimenti e proposte, coinvolgendo le categorie, i lavoratori e i pensionati. E’ una sfida forte ed un impegno che dovrà vedere la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini.
Persistono i tanti problemi di occupazione nel nostro territorio: Tuvixeddu con i cantieri chiusi, i licenziamenti nelle Case di Cura private e nel sistema della Formazione professionale, le difficoltà ad Alambras Garden, Alitalia, Scaini, Unilever che ci fanno capire come il territorio Medio campidano e quello di Cagliari abbiano le loro problematiche come e forse più delle altre province sarde.
Bisogna rilanciare la vertenzialità e per questo che, nelle prossime settimane, nel Medio Campidano e a Cagliari, saranno organizzate due assemblee dei quadri e delegati unitarie: a Sanluri per il Medio Campidano il 19 febbraio con le conclusioni di Giampaolo Diana – CGIL - e il 9 marzo a Cagliari, con le conclusioni di Angeletti e l’intervento di Mario Medde. Iniziative con le quali si vuole rilanciare le piattaforme rivendicative e la progettualità del sindacato unitario.
Sulla conferenza dei servizi, peraltro rinviata, la sinergia e il coordinamento dei servizi e delle associazioni (che non danno solo servizi ma fanno politiche) sono determinanti, ma altrettanto importante è la diffusione e l’informativa da dare agli iscritti, ai lavoratori, ai pensionati, perché spesso le attività della rete Cisl sono sconosciute e non utilizzate dal corpo degli associati. Ciò avviene anche nell’attività del CAF, per il quale si sono tenute riunioni ad hoc con le categorie..
Infine la questione nuovo territorio Medio Campidano. La Cisl di Cagliari si muoverà nel solco di quanto deliberato dall’esecutivo regionale, rafforzando da qui al 2009, anno del congresso, la struttura del Medio Campidano, in sinergia con la USR e le Federazioni.




Il Segretario Generale
Cisl Cagliari
Fabrizio Carta